Separata dall’Italia da soli 5 km di mare
Messina è il naturale
punto di approdo per chi proviene dalla penisola ed è uno dei punti di accesso
privilegiati per un esaltante viaggio verso le isole minori della regione. Il
suo porto a forma di falce nell'antichità le ha attribuito il nome di Zancle.
E' porto di scalo dei traghetti per il continente ed importante porto di
partenza per le crociere nel Mediterraneo Occidentale, ma anche centro
industriale, sede universitaria e centro turistico: basta ricordare Taormina,
celebre destinazione turistica e le isole Eolie. Numerosi sono i monumenti da
visitare nella città di Messina: il Duomo, di stile normanno e il Museo
Regionale. Da visitare ancora in questa splendida città: la Chiesa di San
Giovanni di Malta, edificio tardo-cinquecentesco; la Chiesa di San Francesco
d'Assisi, Monte di Pietà, la Fontana di Orione e la chiesa di Santa Maria
Alemanna. Non solo quindi scalo marittimo, ma essa stessa destinazione
turistica di grande valore.
Ma Messina guarda oltre lo stretto
Ora che il ponte non s’ha da fare
prende sempre più corpo l’idea, lanciata qualche tempo fa, ma ripresa
recentemente anche dalla organizzazioni sindacali, per una Autorità dello
Stretto. Sì, lo stretto di Messina. Un’ Autorità portuale con competenza su
Messina Milazzo e Reggio Calabria che potrebbe avere vantaggi operativi ed economici per le
popolazioni coinvolte e per il sistema delle imprese, con un obiettivo condiviso: mettere in
sinergia le strutture e le risorse necessarie ad affrontare in maniera organica
il nodo dei trasporti e delle attività portuali nello Stretto e nei territori
delle due aree metropolitane che vi si affacciano.
“Un’unica Autorità portuale – ne
conviene Antonino De Simone, Presidente dell’Autorità Portuale di Messina –
individuando con precisione le aree di competenza, potrebbe certamente
collegare al meglio porti, aeroporti, stazioni marittime e ferroviarie,
terminals crocieristici, realtà urbane e distretti turistici, realizzare
infrastrutture capaci di rendere il nostro territorio più vivibile e più idoneo
ad attrarre investimenti ed insediamenti produttivi. Ciò sarebbe possibile
superando duplicazioni e conflitti di competenze e mettendo insieme e
finalizzando a questi scopi risorse economiche esistenti e immediatamente
disponibili”.
Ma come per ogni progetto in Italia, dove
si devono sedere al tavolo più soggetti, e soprattutto Enti diversi, ci sono da
superare gelosie, campanilismi ed egoismi, riunendo tutti i soggetti
interessati e chiedendo agli organismi competenti le opportune rapide
determinazioni.
“Occorre
agire su due fronti - dichiarano i sostenitori del progetto - Da un lato,
l’attuazione dell’area metropolitana dello Stretto, che deve essere sancita con
passaggi istituzionali e atti concreti e, dall’altro, l’eliminazione dei
conflitti di competenze che hanno finora paralizzato ogni piano di
riqualificazione e di sviluppo delle aree portuali e della Zona falcata”.
I sindacati chiedono al
prefetto che venga rapidamente convocato un “tavolo” per avviare un percorso
che conduca ad un confronto aperto e democratico, capace di assumere
sollecitamente decisioni e consegnare alla città un progetto concreto di
utilizzo delle aree della cittadella fieristica, sia in termini di restituzione
alla fruizione di luoghi pubblici sia di un auspicabile impiego produttivo di
quelle stesse aree. La città auspica che si possa imboccare in tempi brevi la
strada che porta alla “rigenerazione urbana” dell’affaccio a mare.
Messina ha grosse potenzialità nel traffico
crocieristico e in questa direzione vanno i piani di ristrutturazione, di
ammodernamento, di abbellimento di una città che vuol giocare la carta di un
turismo non più solo "mordi e fuggi". Si
pensi al collegamento strettissimo tra la realizzazione del nuovo porto di
Tremestieri e la qualità della vita dei messinesi, la sicurezza, tutela della
pubblica e privata incolumità, la riorganizzazione complessiva della mobilità
urbana. Porto e città rappresentano un binomio inscindibile.
Patrizia Lupi
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