Dalla stessa redazione tutti i giorni Primo Magazine ed una volta al mese Porto&diporto
Sfoglia Porto&diporto
sabato 11 maggio 2013
Trofeo Audi Vela & Golf
Porto Cervo, 10 maggio 2013. La prima giornata del trofeo Audi Vela & Golf apre ufficialmente la stagione velica dello Yacht Club Costa Smeralda. La manifestazione ha preso il via questa mattina con il Briefing d'apertura, seguito dai sorteggi delle partenze, e le sessioni di prova in mare e sul green del Pevero Golf Club. La prima vera sfida avrà luogo domani con la gara di golf mentre l'appuntamento a mare è per domenica, giornata conclusiva dell'evento.
I cinque team iscritti alla competizione saranno composti da quattro concorrenti e lotteranno sia sul campo da golf che su quello di regata a bordo delle Smeralda 888, gli agili monotipo messi a disposizione dallo Yacht Club Costa Smeralda. A decretare la squadra vincente sarà la somma dei punteggi ottenuti in entrambe le discipline.
Oltre allo Yacht Club Costa Smeralda e al Pevero Golf Club, che fanno gli onori di casa capitanati rispettivamente da Roberto Cinti e Giancarlo Coiana, scenderanno in campo altri tre Club affezionati all'evento: Marina Militare con lo skipper Dino Saitto, lo Yacht Club Punta Ala con Alessandro Palmas alla guida del team e il vincitore della scorsa edizione, lo Yacht Club di Monaco, capitanato da Adalberto Miani.
Domenica la cerimonia di premiazione si terrà presso la Clubhouse dello YCCS.
NORWEGIAN BREAKAWAY PRONTA PER STUPIRVI
Lo scorso 26 aprile la Norwegian Breakaway, ultima nata di Norwegian Cruise Line, ha fatto il suo debutto nel mondo crocieristico con una mini-crociera di due notti in partenza da Rotterdam.
E’ stata costruita da Meyer Werft presso il proprio stabilimento di Papenburg e rappresenta un vero record per la cantieristica tedesca in quanto mai nessuna nave così grande aveva visto la luce in terra teutonica.
“Breakaway”
Ma questi freddi numeri non ci permettono di capire le peculiarità di questo nuovo
cruise-liner
La prima peculiarità che è stata corretta è la linea esterna della nave; infatti l’effetto scatola di “Epic” risulta accentuato a causa della sovrastruttura prodiera che la rende alquanto sgraziata. Sulla nuova nave questo problema è stato risolto con l’armonizzazione della sovrastruttura e la riduzione del numero dei ponti dell’area vip della nave che si trova nella parte alta a prua.
Un’altra caratteristica di “Epic”, che evidentemente è stata ritenuta migliorabile, è la sua eccessiva “chiusura al mare”. Per questo motivo su “Breakaway” è stato introdotto “The waterfront”: si tratta di una promenade all’aperto ubicata al ponte 8. E’ lunga circa 400 metri e su di essa si affacciano diversi bar e ristoranti dove è possibile godersi la
magia del mare
Infine un’altra soluzione adottata dopo l’esperienza maturata con la precedente nave è l’eliminazione delle cabine di tipo “wawe” (cabine curve con vano doccia e servizi igienici separati) che non hanno avuto il riscontro previsto sul pubblico; sulla nuova nave si è quindi tornati a cabine di tipo tradizionale.
Ma qual è la caratteristica che differenzia l’offerta di Norwegian Cruise Line da quella delle altre compagnie? Sicuramente il proporre all’ospite il concetto di “freestyle cruising”. E anche “Breakaway” è stata pensata per esprimere al meglio questa filosofia di crociera. Ma cosa significa fare una crociera “freestyle”? E’ un concetto molto semplice da spiegare: le crociere di questa compagnia sono pensate per offrire all’ospite una vacanza senza limitazioni e imposizioni di qualunque tipo. Dall’orario dei pasti all’abbigliamento a bordo. Per quel che riguarda la ristorazione, su tutte le loro navi ci sono molteplici possibilità di scelta: alcune sono comprese nella tariffa base della crociera, mentre per altre viene richiesto un piccolo supplemento. Ogni ristorante a bordo propone i piatti tipici delle migliori
tradizioni culinarie
Visto che la cena non è divisa in due turni come nelle altre compagnie, anche gli spettacoli del teatro principale di bordo non sono vincolati agli orari dei pasti; ogni sera tutti possono scegliere il loro intrattenimento preferito ed alcuni ristoranti dispongono di un palco per allietare i loro ospiti con artisti eccezionali, come ad esempio lo “Spiegel Tent”.
Un’altra caratteristica infine è la variegata offerta di differenti tipologie di cabine: si va dalle interne alle esterne con finestra panoramica, dalle cabine con balcone alle suites, fino alle cabine “Studios” pensate per chi viaggia da solo. Ma il meglio che potete trovare su “Breakaway” sono le cabine esclusive della zona chiamata “The Heaven by Norwegian”. Queste categorie di sistemazioni, si parla delle suite e delle penthouses più lussuose, si trovano nei ponti prodieri più alti della nave ed hanno accesso diretto ad una zona esclusivamente dedicata ai loro ospiti con piscina, idromassaggio, zona fiteness, ristorante dedicato e solarium. Questi fortunati passeggeri sono coccolati durante tutta la crociera da un
cameriere privato
e godono di tutti i comfort di un hotel a cinque stelle.
Questa nuova nave sarà basata tutto l’anno su New York e proporrà affascinanti itinerari verso le Bermuda e i Caraibi. E proprio in onore del suo home-port Norwegian Cruise Line ha affidato a Peter Max, celebre illustratore e grafico, il compito di ideare il dipinto che abbellisce l’intera prua della “Breakaway”. Questo “art work” immagina, secondo l’inconfondibile stile dell’autore, lo spirito della “Grande Mela” e celebra così il legame tra la compagnia armatrice e la città.
Ma con “Breakaway” non si arresta la crescita di NCL: dopo l’entrata in servizio della già citata “Getaway” (che avrà come home-port Miami) l’anno prossimo, il 2015 vedrà l’ingresso nella flotta di un’ulteriore nave ancora più grande. Infatti è già stato siglato con Meyer Werft il contratto per la costruzione di una nave da 163.000 t.s.l. (con opzione anche per la realizzazione di una “sistership”) che rappresenta un’evoluzione del prototipo “Breakaway”. Quindi dovremo ancora aspettarci molte sorprese targate Norwegian Cruise Line.
Matteo Martinuzzi
Tradizione Tavola e Territorio
I Prodotti Agroalimentari Tradizionali rappresentano un biglietto da visita dell'agricoltura italiana e campana di qualità. Con il termine prodotti tradizionali s'intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni. Il sistema dei prodotti tradizionali è regolamentato dal decreto del 18 luglio 2000. L'Italia vanta oltre 5000 prodotti tradizionali; lo comunica il rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, Rosario Lopa, già Delegato della provincia per il settore Agricoltura, a margine della presentazione del decreto Ministeriale sull’aggiornamento dei Prodotti Tradizionali (elenco aggiornato a luglio 2012 dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni italiane) ha affermato:
”Sono circa 5000 i prodotti frutto del territorio e delle tradizioni che in esso si tramandano. E’ questo il ricco e gustoso Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali delle Regioni, ovvero il motore del turismo enogastronomico che in Italia vale 5 miliardi di euro. Una ricchezza nazionale che comprende i prodotti ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo. I prodotti tradizionali agro-alimentari, insieme ai prodotti DOP e IGP, ai vini DOC e DOCG ei vini IGT e ai prodotti meritevoli di riconoscimento comunitario per la cui realizzazione si usano materie prime di particolare pregio rientrano tra i prodotti tipici e sono oggetto di particolare attenzione da parte dei governi locali, regionali, nazionali e dell'Unione Europa. L’elenco protegge dalle falsificazioni e a conservare anche in futuro, nella sua originalità, il patrimonio regionale delle tipicità, ma anche per disegnare la mappa enogastronomica del territorio per le vacanze 2013”.Per più di un italiano su tre, infatti, dipende dal cibo il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali. Nella mappa delle regioni bandiere del gusto, la Campania si posiziona bene con oltre 370 prodotti.
L’Aerospazio, una realtà
Un successo straordinario. In questo caso non è un modo di dire.
E’ questo il risultato ottenuto - in una giornata assolata e condizionata dall’avvio del Giro d’Italia - dagli organizzatori del convegno su
Il dibattito, tenuto nelle sale del Maschio Angioino a Napoli, è stato introdotto da Antonio Ferrara, figura nota alle aziende e agli operatori del comparto aerospaziale, presidente dell’associazione Aeropolis, esperto di marketing del settore, giornalista e responsabile del portale Aerospaziocampania.
Un risultato che premia l’intuizione degli organizzatori di aprire un confronto sul tema del rapporto tra sviluppo delle imprese e ruolo della moderna comunicazione. Il dibattito non ha deluso le aspettative: ben articolato e gestito con qualità dei contenuti.
Come raramente accade per occasioni simili, il convegno ha raccolto uno spaccato rappresentativo dell’industria aerospaziale campana. Oltre la metà dei convenuti erano piccoli e medi imprenditori e rappresentanti di aziende, in sala anche lavoratori, operatori, sindacalisti e rappresentanti di grandi aziende del settore. Non mancavano responsabili e managers di centri di ricerca e formazione, professori universitari e ricercatori.
Ospiti e relatori Nick Brogh e Paolo Graziano presidente dell’Unione Industriali di Napoli.
Un esordio promettente e una legittimazione rappresentativa per un’associazione come Aeropolis che opera da anni nella comunicazione indipendente di settore e si propone come soggetto di riferimento per il Distretto Campano e per il cluster nazionale dell’aerospazio. Il dibattito è stato stimolato, più che moderato, da Antonio Ferrara, presidente di Aeropolis, nel corso di due panel.
Nel primo, proposto come istituzionale, la discussione sul monitoraggio e le prospettive del comparto aeronautico campano è stata aperta dal professor Luigi Carrino, presidente del DAC
Distretto Aerospaziale della Campania.
Dopo diversi altri contributi, la discussione è stata conclusa da Paolo Graziano, presidente dell’Unione Industriale di Napoli.
Il secondo panel è stato avviato da Nich Brough, sui temi della comunicazione e l’informazione, intesi anche come fattori del business per le aziende aeronautiche. Tra gli altri, sono intervenuti Enzo Savarese del CIRA, Sergio Mazzarella, Paolo Giugliano. I contenuti del dibattito e la stessa dimensione del successo dell’iniziativa, pongono, per chi vuole interpretarli, una riflessione.
Il confronto è stato fuori da formalismi, sereno ma chiaro e determinato nelle argomentazioni dei diversi interrogativi posti e in attesa di risposta da interlocutori istituzionali.
Tra le imprese campane della filiera aeronautica è diffusa diffidenza verso la grande azienda nazionale e sfiducia verso il sistema istituzionale e politico regionale che da troppo tempo non riesce a concretizzare strumenti per lo sviluppo delle pmi. Eppure, e questo è il paradosso, a ogni piè sospinto, non manca chi definisca il comparto aerospaziale regionale strategico per la reindustrializzazione e la ripresa dell’economia regionale.
In realtà c’è la consapevolezza che è ormai alle spalle la stagione nel corso della quale una classe politica nazionale e locale trasferiva alla grande imprese la discrezionalità, poteri e risorse incontrollate anche per attivare lo sviluppo della filiera.
Quel sistema ha contributo a produrre effetti implosivi del sistema industriale nazionali e oggi i players devono fare i conti con la competitività quindi qualità e produttività.
Si investe dove conviene, si lavora con chi garantisce affidabilità, costi bassi e qualità.
Del resto la crisi devastante dell’economia e dell’industria regionale con le drammatiche conseguenze prodotte nel corpo sociale, invece di produrre un ritorno alle responsabilità, sta generando un vuoto di classe dirigente.
Chi non è più giovanissimo, ricorderà, esagero volutamente con il paragone, la fuga della classe politica napoletana durante il Colera, negli anni 70.
Le risorse pubbliche sono blindate e la classe politica locale aspetta un assetto nazionale, la piccola azienda legata alla subfornitura aspetta le decisioni della grande e media. Il manager della grande azienda o amministratore o rappresentante delle istituzioni o politico non decide perché in attesa di un assestamento dei poteri, che come dopo un terremoto avremo solo dopo un lungo sciame di scosse di assestamento. Nel frattempo la crisi continuerà a produrre i suoi effetti, e crescerà il malessere nella società intera, tra le imprese, i lavoratori e i giovani in cerca d’occupazione.
Il successo dell’iniziativa di Aeropolis è tutto in questa insofferenza diffusa tra i soggetti attori del comparto campano. Quest’anno, per la prima volta e dopo essere stata la prima regione italiana a farlo in passato, la Campania sarà assente dal Salone di Le Bourget mancanza di fondi, non certo di capacità organizzativa.
E’ stato detto che l’industria aeronautica è un boccone appetitoso a cui guardano altri territori che pur non vantando la storia, le esperienze e le preesistenze aeronautiche della nostra regione sono sostenute da un sistema politico coeso e determinato. Una considerazione da cui emergono i timori che una forte aggregazione politica della cosiddetta macro regione del Nord, cosi come è avvenuto nel recente passato, condizionerà le scelte dei players di Finmeccanica nella divisione nazionale del lavoro.
Il recente piano di ristrutturazione di Alenia Aermacchi ha penalizzato pesantemente i siti campani e ha visto uscire dal gruppo l’intera generazione protagonista del successo di ATR; il trasferimento della sede legale del gruppo Alenia Aermacchi a Venegono, l’incertezze sul lancio del programma del nuovo turboelica e/o le motivazioni che determinano le priorità di programmi di nuovi addestratori o UAV, sono temi che sebbene inaspettati, sono emersi in diversi interventi.
Il mercato, è stato detto da Graziano, richiede ormai da anni il nuovo velivolo turboelica nel segmento dei velivoli regionali e ancora siamo in attesa di decisioni inequivocabili. Il professor Leonardo Lecce ha parlato di nuovi programmi valutati da Finmeccanica anche in comparti dove il recupero sui concorrenti è abissale. Mario Raffa ha ricordato e ricostruito la sua esperienza in Città della Scienza e Futuro Remoto, ma ha posto l’interrogativo anche del perché negli anni scorsi si proponeva di trasferire a Varese le attività di ricerca per l’elicotteristica e si decidevano tagli pesanti dei fondi che erano stati previsti per il CIRA inserito tra gli enti inutili.
Al professor Carrino, presidente del DAC, da Luigi Iavarone e da altri, è stato riconosciuto impegno e concretezza, per il DAC ci sono in ballo oltre 90 milioni di denaro pubblico previsti per finanziare i progetti di ricerca del piano approvato dal MIUR. Si tratta di risorse tanto più necessarie quanto preziose in tempo di crisi, e l’unica opzione possibile è che dovranno trasformarsi in elementi concreti di sviluppo e di creazione di nuova occupazione in tutte le imprese che beneficeranno dei finanziamenti.
Se una conclusione è possibile, in un dibattito tutto aperto, questa è in una considerazione: neanche nel mondo delle imprese c’è più interesse e volontà alla delega perché il sistema pubblico è bloccato, le aziende cercano un’autosufficienza in confini più contenuti e definiti, mancano risorse e politiche di sostegno, mancano idee e soggetti rappresentativi e soprattutto legittimati.
Chi pensa che un patto di produttori sia una risposta alla deindustrializzazione dell’economia italiana, può, a nostro avviso, trovare significativi spunti da una riflessione sull’iniziativa di Napoli di Aeropolis.
Una considerazione che ci sentiamo di condividere è quella che non basta più dichiarare di essere bravi, occorre dimostrare di esserlo recuperando quel protagonismo che lo stesso Graziano propose tempo addietro ai suoi colleghi imprenditori.
E’ questo il risultato ottenuto - in una giornata assolata e condizionata dall’avvio del Giro d’Italia - dagli organizzatori del convegno su
“La comunicazione e la conoscenza per lo sviluppo delle imprese aeronautiche”promosso dall’Associazione Aeropolis.it e dalla Fondazione Valenzi.
Il dibattito, tenuto nelle sale del Maschio Angioino a Napoli, è stato introdotto da Antonio Ferrara, figura nota alle aziende e agli operatori del comparto aerospaziale, presidente dell’associazione Aeropolis, esperto di marketing del settore, giornalista e responsabile del portale Aerospaziocampania.
Un risultato che premia l’intuizione degli organizzatori di aprire un confronto sul tema del rapporto tra sviluppo delle imprese e ruolo della moderna comunicazione. Il dibattito non ha deluso le aspettative: ben articolato e gestito con qualità dei contenuti.
Come raramente accade per occasioni simili, il convegno ha raccolto uno spaccato rappresentativo dell’industria aerospaziale campana. Oltre la metà dei convenuti erano piccoli e medi imprenditori e rappresentanti di aziende, in sala anche lavoratori, operatori, sindacalisti e rappresentanti di grandi aziende del settore. Non mancavano responsabili e managers di centri di ricerca e formazione, professori universitari e ricercatori.
Ospiti e relatori Nick Brogh e Paolo Graziano presidente dell’Unione Industriali di Napoli.
Un esordio promettente e una legittimazione rappresentativa per un’associazione come Aeropolis che opera da anni nella comunicazione indipendente di settore e si propone come soggetto di riferimento per il Distretto Campano e per il cluster nazionale dell’aerospazio. Il dibattito è stato stimolato, più che moderato, da Antonio Ferrara, presidente di Aeropolis, nel corso di due panel.
Nel primo, proposto come istituzionale, la discussione sul monitoraggio e le prospettive del comparto aeronautico campano è stata aperta dal professor Luigi Carrino, presidente del DAC
Distretto Aerospaziale della Campania.
Dopo diversi altri contributi, la discussione è stata conclusa da Paolo Graziano, presidente dell’Unione Industriale di Napoli.
Il secondo panel è stato avviato da Nich Brough, sui temi della comunicazione e l’informazione, intesi anche come fattori del business per le aziende aeronautiche. Tra gli altri, sono intervenuti Enzo Savarese del CIRA, Sergio Mazzarella, Paolo Giugliano. I contenuti del dibattito e la stessa dimensione del successo dell’iniziativa, pongono, per chi vuole interpretarli, una riflessione.
Il confronto è stato fuori da formalismi, sereno ma chiaro e determinato nelle argomentazioni dei diversi interrogativi posti e in attesa di risposta da interlocutori istituzionali.
Tra le imprese campane della filiera aeronautica è diffusa diffidenza verso la grande azienda nazionale e sfiducia verso il sistema istituzionale e politico regionale che da troppo tempo non riesce a concretizzare strumenti per lo sviluppo delle pmi. Eppure, e questo è il paradosso, a ogni piè sospinto, non manca chi definisca il comparto aerospaziale regionale strategico per la reindustrializzazione e la ripresa dell’economia regionale.
In realtà c’è la consapevolezza che è ormai alle spalle la stagione nel corso della quale una classe politica nazionale e locale trasferiva alla grande imprese la discrezionalità, poteri e risorse incontrollate anche per attivare lo sviluppo della filiera.
Quel sistema ha contributo a produrre effetti implosivi del sistema industriale nazionali e oggi i players devono fare i conti con la competitività quindi qualità e produttività.
Si investe dove conviene, si lavora con chi garantisce affidabilità, costi bassi e qualità.
Del resto la crisi devastante dell’economia e dell’industria regionale con le drammatiche conseguenze prodotte nel corpo sociale, invece di produrre un ritorno alle responsabilità, sta generando un vuoto di classe dirigente.
Chi non è più giovanissimo, ricorderà, esagero volutamente con il paragone, la fuga della classe politica napoletana durante il Colera, negli anni 70.
Le risorse pubbliche sono blindate e la classe politica locale aspetta un assetto nazionale, la piccola azienda legata alla subfornitura aspetta le decisioni della grande e media. Il manager della grande azienda o amministratore o rappresentante delle istituzioni o politico non decide perché in attesa di un assestamento dei poteri, che come dopo un terremoto avremo solo dopo un lungo sciame di scosse di assestamento. Nel frattempo la crisi continuerà a produrre i suoi effetti, e crescerà il malessere nella società intera, tra le imprese, i lavoratori e i giovani in cerca d’occupazione.
Il successo dell’iniziativa di Aeropolis è tutto in questa insofferenza diffusa tra i soggetti attori del comparto campano. Quest’anno, per la prima volta e dopo essere stata la prima regione italiana a farlo in passato, la Campania sarà assente dal Salone di Le Bourget mancanza di fondi, non certo di capacità organizzativa.
E’ stato detto che l’industria aeronautica è un boccone appetitoso a cui guardano altri territori che pur non vantando la storia, le esperienze e le preesistenze aeronautiche della nostra regione sono sostenute da un sistema politico coeso e determinato. Una considerazione da cui emergono i timori che una forte aggregazione politica della cosiddetta macro regione del Nord, cosi come è avvenuto nel recente passato, condizionerà le scelte dei players di Finmeccanica nella divisione nazionale del lavoro.
Il recente piano di ristrutturazione di Alenia Aermacchi ha penalizzato pesantemente i siti campani e ha visto uscire dal gruppo l’intera generazione protagonista del successo di ATR; il trasferimento della sede legale del gruppo Alenia Aermacchi a Venegono, l’incertezze sul lancio del programma del nuovo turboelica e/o le motivazioni che determinano le priorità di programmi di nuovi addestratori o UAV, sono temi che sebbene inaspettati, sono emersi in diversi interventi.
Il mercato, è stato detto da Graziano, richiede ormai da anni il nuovo velivolo turboelica nel segmento dei velivoli regionali e ancora siamo in attesa di decisioni inequivocabili. Il professor Leonardo Lecce ha parlato di nuovi programmi valutati da Finmeccanica anche in comparti dove il recupero sui concorrenti è abissale. Mario Raffa ha ricordato e ricostruito la sua esperienza in Città della Scienza e Futuro Remoto, ma ha posto l’interrogativo anche del perché negli anni scorsi si proponeva di trasferire a Varese le attività di ricerca per l’elicotteristica e si decidevano tagli pesanti dei fondi che erano stati previsti per il CIRA inserito tra gli enti inutili.
Al professor Carrino, presidente del DAC, da Luigi Iavarone e da altri, è stato riconosciuto impegno e concretezza, per il DAC ci sono in ballo oltre 90 milioni di denaro pubblico previsti per finanziare i progetti di ricerca del piano approvato dal MIUR. Si tratta di risorse tanto più necessarie quanto preziose in tempo di crisi, e l’unica opzione possibile è che dovranno trasformarsi in elementi concreti di sviluppo e di creazione di nuova occupazione in tutte le imprese che beneficeranno dei finanziamenti.
Se una conclusione è possibile, in un dibattito tutto aperto, questa è in una considerazione: neanche nel mondo delle imprese c’è più interesse e volontà alla delega perché il sistema pubblico è bloccato, le aziende cercano un’autosufficienza in confini più contenuti e definiti, mancano risorse e politiche di sostegno, mancano idee e soggetti rappresentativi e soprattutto legittimati.
Chi pensa che un patto di produttori sia una risposta alla deindustrializzazione dell’economia italiana, può, a nostro avviso, trovare significativi spunti da una riflessione sull’iniziativa di Napoli di Aeropolis.
Una considerazione che ci sentiamo di condividere è quella che non basta più dichiarare di essere bravi, occorre dimostrare di esserlo recuperando quel protagonismo che lo stesso Graziano propose tempo addietro ai suoi colleghi imprenditori.
Iscriviti a:
Post (Atom)