mercoledì 12 giugno 2013

Paolo Scudieri presidente Anfia Automotive

L’imprenditore napoletano Paolo Scudieri, presidente del Gruppo Adler, leader mondiale nella progettazione, sviluppo e industrializzazione di componenti e sistemi per l'industria del trasporto, è il nuovo presidente della società consortile Anfia Automotive.

Scudieri, al vertice anche di Srm, l’istituto di studi e ricerche sul Mezzogiorno, partecipato da Intesa Sanpaolo, è stato eletto  dall’assemblea ordinaria dei soci consorziati. Nata a marzo di due anni fa Anfia Automotive promuove attività di ricerca, sviluppo e innovazione nella propria filiera, con l’obiettivo di intercettare opportunità di finanziamento sul territorio nazionale ed europeo ed essere incubatore di progettualità trasversali di filiera.

 Oltre ad Anfia, l’associazione nazionale dell’industria della filiera automobilistica, aderiscono alla società consortile piccole e medie imprese, grandi aziende e centri di ricerca. Tra le principali iniziative avviate dal consorzio, vi è la costituzione - che verrà formalizzata a breve - di un Distretto trasporti e logistica avanzata in Campania insieme ad altre aziende del settore ferrotranviario e della logistica, con la possibilità di finanziare progetti di ricerca e azioni di sistema presentati dalle aziende consorziate.

Anfia Automotive, inoltre, ha lavorato, insieme ad importanti partner industriali e soggetti pubblici, al costituendo cluster nazionale per la mobilità terrestre e marittima. Nei piani della società è prevista la partecipazione ai prossimi bandi di Horizon 2020, il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione e ad altre iniziative nazionali e nelle regioni di convergenza. Adler Group è invece una multinazionale leader nel comparto automotive che conta 59 stabilimenti in 18 paesi e oltre 1 miliardo di euro di fatturato.

Sono profondamente onorato di ricevere questo incarico che rappresenta uno stimolo ulteriore. Da sempre sono convinto della necessità che fare rete e sistema sia la strada vincente. Cercherò di applicare questa filosofia anche al mio mandato in Anfia Automotive

ha commentato Scudieri.

Dopo due anni alla guida del consorzio, Anfia ha voluto passare il testimone ad un imprenditore che opera sul territorio”,
ha dichiarato Gianmarco Giorda, direttore di Anfia e presidente uscente del segmento Automotive, di cui mantiene la carica di amministratore delegato.
Illavoro che Anfia ha svolto in questi due anni è servito soprattutto ad accompagnare e sostenere le aziende nella fase di start-up della società consortile. D’ora in avanti, sotto la guida di un soggetto industriale fortemente radicato sul territorio, ma anche dotato di visione internazionale, il Consorzio  proseguirà il suo compito di abilitatore di filiera per lo sviluppo e la localizzazione di tecnologie emergenti”.
Eduardo Cagnazzi

Comitato Cruise Venice lettera aperta Sindaco di Venezia

Venezia, 12 giugno
       Egregio signor Sindaco Giorgio Orsoni
         In occasione del previsto incontro a Roma circa le grandi navi crociera al porto di Venezia, convocato per giovedì 13 dal Ministro Maurizio Lupi, riteniamo doveroso evidenziare quanto segue:
a)      Il decreto Clini/Passera che limita il tonnellaggio delle navi a 40.000 ton di stazza è un provvedimento non solo illogico ma anche negativo perché le navi crociera sotto le 40.000 ton sono al presente le navi più vecchie, quindi più impattanti perché di maggiore pescaggio e con carene spigolate, ma anche più inquinanti per i combustibili usati e per la combustione prodotta da macchinari obsoleti; si ricorda che la M/n Costa Allegra e la M/N MSC Melody, le uniche navi di Costa e MSC sotto le 40.000 t sono state  una venduta e l’altra rottamata perché antieconomiche;
b)      Il trasferimento da Lei proposto delle grandi navi crociera a Marghera significa allontanare definitivamente tale traffico dal nostro scalo, Lei sa bene che è l’unico traffico portuale che oggi funziona a Venezia ed in Italia;
c)      La perdita di tali navi, di cui Venezia è home port e su cui gravitano oggi circa seimila lavoratori, vuol dire perdita secca per l’Italia, gli armatori infatti pensano di trasferire il ruolo di home port da Venezia ai porti di Pireo e/o Istanbul, di certo non Trieste, Ancona, Bari, ecc., il danno economico diretto ed indiretto su base annua è di circa un miliardo di euro;
d)     Come ben noto e da tutti dichiarato il problema è essenzialmente estetico, anche perché dal punto di vista tecnico la locale Capitaneria di porto, che è soggetto super partes, ha emesso dal 1977 a oggi una serie di ordinanze che disciplinano il servizio portuale in modo tale da garantire la massima sicurezza e la tutela dell’ambiente, è evidente che tutto può essere ulteriormente migliorato;
e)      Le prese di posizione della Sua Giunta e del Suo Consiglio Comunale, le conseguenti azioni denigratorie di uno sparuto gruppo di perditempo che fanno riferimento ai centri sociali ed ai no global, pur con uno scarso seguito da parte della cittadinanza che progressivamente ha preso coscienza del problema, rischia di portare gli armatori ad abbandonare il porto di Venezia compromettendo il posto di lavoro dei 6.000 lavoratori citati, in stragrande maggioranza giovani.
      Tenuto conto di tutto quanto sopra, è evidente signor Sindaco che, ove si verificasse quanto da noi temuto e provocato da scelte ed orientamenti della Sua amministrazione, il personale che dovesse restare senza lavoro dovrebbe trovare fin d’ora il Suo impegno a garantire la successiva occupazione presso il Comune di Venezia o presso le numerose società del Comune medesimo, come ACTV, AVM, Veritas, Casinò, ecc., anche tenuto ben conto del grave e lungo periodo di crisi generale che interessa al presente la nostra realtà territoriale e non solo, attendiamo pertanto una Sua assicurazione formale al riguardo magari già domani in sede ministeriale.
      Nella certezza della Sua autorevole comprensione e disponibilità a quanto da noi evidenziato e proposto, inviamo distinti saluti.
 Per il Comitato Cruise Venice
Il Presidente Massimo Bernardo
I vice presidenti Emilio Gamba e Pier Luigi Penzo

Le abitudini di mobilità degli italiani


Le abitudini di mobilità degli Italiani sono in continuo mutamento, causa anche la crisi economica: a questo mutamento deve adeguarsi il paradigma dell’offerta di mobilità per le nostre città. Biciclette, mezzi in condivisione e centralità del TPL: sono temi di vitale importanza economica e sociale, per perseguire la sostenibilità, l’efficienza tecnica ed equità sociale.

 Appuntamento con Citytech e la Mobilità Nuova a Milano il 28 e 29 ottobre 2013, presso la Fabbrica del Vapore, per ripensare i sistemi di trasporto, gli spazi e la connettività, e per seguire da vicino tutte le novità del settore, le tecnologie più innovative e le ultime tendenze del mercato.

Citytech ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che si aggiungono a quello della Provincia di Milano e di AMAT (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio). Citytech è realizzato da Clickutility on Earth, in collaborazione con il Comune di Milano, la cui amministrazione ha comunicato nel corso di una conferenza stampa di voler puntare su tre nuovi obiettivi: il potenziamento del car-sharing, la riforma della sosta e un concreto incentivo ai veicoli elettrici.

FERCAM inaugura nuovo centro logistico a Bologna


Inaugurato ufficialmente all’Interporto di Bologna il nuovo centro logistico dell’azienda altoatesina, operativo dai primi mesi di quest’anno

Bologna, 12 giugno 2013 - Su un’area di 38.000 mq all’interno dell’Interporto di Bologna è stato realizzato in poco meno di un anno e con un investimento di 16,5 milioni di euro, il nuovo centro logistico di Fercam a Bologna. All’interno della nuova struttura operativa, dotata di 93 porte di carico, 15.000 mq sono destinati alle attività logistiche con 26.000 posti pallet, 7.000 mq al cross docking  e smistamento merci e 1.000 mq alle attività amministrative e uffici.

“Abbiamo fatto un investimento importante per realizzare quello che diventerà uno dei principali centri logistici in Italia - ha dichiarato l’amministratore delegato di FERCAM, Thomas Baumgartner - Vogliamo continuare a investire nel Paese, contribuendo alla sua crescita e siamo certi che il centro inaugurato oggi consentirà a FERCAM di crescere ulteriormente in Emilia Romagna, contribuendo a creare ricchezza per il territorio e i suoi abitanti, offrendo nuove opportunità di lavoro, accrescendo al tempo stesso i servizi offerti alla clientela e la qualità del servizio”.

Fercam opera in Emilia Romagna dal 2000, dove è presente con le tre filiali di Bologna, Parma e Modena. Nel 2000 impiegava nel centro bolognese 6 persone, tra amministrativi e magazzinieri, e 5 padroncini. Oggi gli addetti che lavorano per FERCAM nella nuova struttura sono complessivamente 170: 44 impiegati, 42 magazzinieri e 84 padroncini. I ricavi di FERCAM a Bologna sono cresciuti costantemente, passando dai 2,3 milioni di euro del 2000 ai 16,2 milioni del 2012.

Spedizionieri doganali: regolamento del tirocinio professionale

Riforma ordinamenti delle professioni. Doganalisti:
 “Un’opportunità di aggiornamento e di miglioramento della qualità professionale e di supporto al nostro prioritario impegno al servizio delle imprese”
Negli ultimi anni il settore delle professioni è stato oggetto di numerosi interventi volti a favorire i principi di liberalizzazione e di concorrenza.Il D.P.R. 137/2012 ha ridisegnato in maniera radicale le norme di funzionamento degli ordinamenti professionali.
Gli Spedizionieri doganali, definiti anche Doganalisti, hanno accolto positivamente il pacchetto normativo di riforma degli ordinamenti professionali, cogliendone la portata innovativa e considerandola un’utilissima opportunità.

Il Doganalista è un professionista con competenza nelle materie: fiscale, merceologica, valutaria, e negli adempimenti connessi con gli scambi internazionali, ma gli aspetti normativi e regolamentari che condizionano uno scambio commerciale internazionale sono spesso complessi ed eterogenei. Il Doganalista è oggi chiamato ad assistere le aziende in questa fase delicata, ed il suo ruolo appare ancora più significativo soprattutto a seguito dei processi di globalizzazione e della crescente presenza sui mercati di gruppi multinazionali.

 L’idea, ingannevole, che il mercato mondiale costituisca un indefinibile unicum può, talvolta, indurre le imprese a sottovalutare l’importanza della complessità normativa e regolamentare. Va detto che tale categoria professionale è disciplinata in modo non uniforme e talvolta addirittura confuso all’interno dell’Unione Europea.

“Il punto nodale della Riforma, per quanto riguarda i Doganalisti  - spiega Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali - è rappresentato dal tirocinio. Infatti, grazie al DPR 137/2012 si è resa possibile una razionalizzazione dei criteri di accesso alla professione di Spedizioniere doganale che oggi sono comuni a tutte le altre categorie. 
Prima dell’entrata in vigore della Riforma, l’accesso alla professione era disciplinato all’interno del DPR 43/1973: l’esame per il conseguimento dell’abilitazione (e per la successiva iscrizione all’Albo) era consentito esclusivamente al ‘personale ausiliario’ operante alle dipendenze di uno Spedizioniere doganale e iscritto da almeno due anni in un apposito registro tenuto presso gli Uffici delle Dogane. Questa figura ibrida di ausiliario/tirocinante, aveva causato nel corso degli anni non pochi problemi di carattere interpretativo; ma con la Riforma, in particolare, con l’art. 6 del DPR 137/2012 si è disciplinato l’istituto del tirocinio per l’accesso alle professioni in maniera orizzontale, consentendo dunque anche agli Spedizionieri doganali di riappropriarsi della gestione di questa delicatissima fase della vita professionale”.

 

Il Codacons presenta il libro “Dissanguati?”


Giovedì 13 giugno, in anteprima nazionale, sarà presentato a Milano il libro di denuncia del Codacons, dal titolo "Dissanguati?", edito da De Agostini. L'appuntamento è presso la libreria Feltrinelli di via Manzoni n. 12.
Saranno presenti, oltre a Marco Donzelli, presidente del Codacons, Anna Bartolini, giornalista, docente universitaria, leader storico del mondo consumeristico, Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano, Maria Carmela Rozza, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Milano.
 "In questi anni gli italiani sono stati dissanguati dal raddoppio dei prezzi avuto con l'euro, l'aumento delle bollette, le tariffe degli enti locali, il costo della rc auto, vessati da cartelle pazze, interessi anatocistici delle banche, comuni che davano multe a casaccio. Tutte queste spese obbligate sono aumentate dal doppio al triplo rispetto all'inflazione, mentre stipendi e pensioni restavano al palo. Ecco perché le famiglie ora sono dissanguate e non riescono ad arrivare alla fine del mese. Da qui il titolo del libro"
 ha dichiarato il presidente del Codacons, Marco Donzelli. Il libro è una guida pratica per la tutela del
consumatore, un manuale che spiega come difendersi da banche, assicurazioni, cartelle pazze, truffatori, multe ingiuste, vacanze rovinate, con consigli pratici su come risparmiare e difendersi dal carovita.
"Il cittadino-consumatore deve far valere i propri diritti. Per farlo deve sapere come protestare, altrimenti finirà per ingoiare il rospo"
ha concluso Donzelli.

I bambini dei Medici affetti da rachitismo


 La vita al chiuso nelle bellissime dimore rinascimentali e l’allattamento prolungato condizionarono la buona salute dei bambini di casa Medici. Uno studio condotto sui resti scheletrici di nove piccoli principi fiorentini vissuti tra il XVI e il XVII secolo dimostra che i bambini della potente famiglia di regnanti toscani erano affetti da rachitismo, una patologia causata dalla carenza di vitamina D che provoca l’indebolimento e la deformazione delle ossa.

 Lo studio è stato condotto da un’equipe di ricercatori dell’Università di Pisa guidati dal professor Gino Fornaciari, direttore della Divisione di Paleopatologia, i cui risultati sono stati pubblicati in un articolo uscito sull’“International Journal of Osteoarchaeology”.
Il rachitismo è considerato una malattia dell’industrializzazione, solitamente associato con condizioni di vita precarie in città sovraffollate, dove l’esposizione al sole era molto limitata. Ma i bambini dei Medici - dai neonati fino ai 5 anni di età - appartenevano a una classe sociale elevata e perciò è stato piuttosto inaspettato scoprire che fossero affetti da questa patologia.


I resti dei bambini sono stati riesumati dalle Cappelle Medicee nella Basilica di San Lorenzo a Firenze; la cripta che conteneva le loro sepolture è stata scoperta nel 2004 attraverso un passaggio sotto un disco di marmo, considerato fino allora un semplice elemento decorativo del pavimento, che in realtà nascondeva l’accesso ad una camera sotterranea sconosciuta.

L’esame sia macroscopico che radiologico delle ossa ha mostrato che sei dei nove bambini presentano segni evidenti di rachitismo, in particolare un incurvamento delle ossa degli arti superiori e inferiori, risultanti rispettivamente dalle attività di gattonamento e deambulazione su ossa estremamente malleabili. Uno dei bambini, Filippo (1577-1582), noto come don Filippino, mostra anche un anomalo allargamento della teca cranica, sempre conseguente al rachitismo.
Ma l’aspetto più sorprendente è che la malattia fosse il risultato dello stile di vita privilegiato in cui furono allevati i bambini.

Il rachitismo si previene facilmente mangiando cibi come uova e formaggio e trascorrendo un po’ di tempo al sole, che stimola la sintesi della vitamina D attraverso la cute.
Tra i bambini dei Medici, anche due neonati mostrano segni di rachitismo. I ricercatori ipotizzano che le stesse madri soffrissero di carenza di vitamina D a causa delle loro ripetute gravidanze; ad esempio Eleonora di Toledo (1522-1562), moglie di Cosimo I, mise al mondo ben 11 bambini in 14 anni. Nel Rinascimento l’ideale di bellezza femminile imponeva un incarnato pallido e le donne di alto rango, per distinguersi dalle contadine che si abbronzavano la pelle durante i lavori nei campi, evitavano l’esposizione al sole, usando anche un pesante trucco, per mantenere la pelle bianchissima.

Gioia Tauro e la Zona Economica Speciale


L’Autorità portuale di Gioia Tauro ha preso parte, all’interno dell’area espositiva Assoporti, al TransportLogistic2013 di Monaco di Baviera. L’obiettivo dell’Autorità portuale è stato quello di sviluppare rapporti strategici a sostegno dello sviluppo della logistica e dei trasporti intermodali delle merci collegati al porto di Gioia Tauro. In questi giorni, il presidente Giovanni Grimaldi, accompagnato dal segretario generale, Salvatore Silvestri, si è intrattenuto con alcuni operatori della logistica cinesi, ai quali, in specifici incontri, ha illustrato le prospettive di sviluppo dell’area portuale.


E’ stata, altresì, l’occasione per partecipare al meeting, organizzato dalla Contship Italia, all’interno del Salone. Nel corso dell’incontro, Grimaldi e Silvestri hanno avuto un appuntamento con la presidente della Contship Italia, Cecilia Battistello, con la quale hanno parlato dell’andamento dei traffici a Gioia Tauro e delle problematiche più attuali che interessano lo scalo. Si sono, altresì, soffermati sull’organizzazione della Conferenza internazionale, che si terra a Gioia Tauro dal 26 al 27 giugno prossimi. Si parlerà di “Global connectivity with the Mediterranean Basin”, promosso dall'Autorità portuale di Gioia Tauro in collaborazione con la World Free Zone Convention (WFZC), nel corso della quale saranno messe a confronto esperienze di zone franche presenti in tutto il mondo.

Nello specifico, l’obiettivo della Conferenza sarà quello di illustrare l’importanza strategica di istituire una Zona Economica Speciale a Gioia Tauro per attirare investitori stranieri al fine di favorire la crescita delle attività commerciali e operative del porto di Gioia Tauro e del suo retroporto.

Salone Nautico Internazionale di Genova


E’ stato presentato a Genova in un incontro tecnico con la stampa il “contenitore” che ospiterà la 53° edizione del Salone Nautico Internazionale, in programma dal 2 al 6 ottobre 2013 a Genova.

Una nuova calendarizzazione, un layout innovativo, molteplici aree tematiche, nuovi servizi accompagnati da un impegno importante al dialogo con la città, queste le peculiarità emerse dall’incontro a cui hanno preso parte i vertici degli organizzatori, Sara Armella e Anton Francesco Albertoni presidenti rispettivamente di Fiera di Genova e di UCINA, e Antonio Bruzzone, Amministratore Delegato di Fiera di Genova.
 “Il Salone Nautico 2013 sarà molto diverso da quelli che l’hanno preceduto - hanno detto gli organizzatori - Quella che proporremo quest’anno è una formula evoluta di evento, a partire dal suo contenitore, interamente rivisitato che inviterà a una nuova modalità di visita e di fruizione. Un appuntamento che grazie agli oltre 50 anni di esperienza e all’attento confronto con tutti gli interlocutori coinvolti vuole risultare oggi più attuale e, riteniamo più efficace, sia nei suoi allestimenti che nella gestione dei tempi e degli spazi espositivi”.
 “L’evoluzione della manifestazione nasce dall’ascolto e dall’approfondimento di tutte quelle istanze che erano emerse da più parti già al termine della scorsa manifestazione. Un ascolto condotto da Ucina su cantieri ed espositori e da Fiera, attraverso una ricerca di Eurisko, su visitatori e operatori. Questi e molti altri input ci hanno condotti a una riformulazione del Salone, che risponda meglio alle mutate esigenze del mercato, con l’obiettivo ultimo di mantenere inalterata la leadership del Salone a Genova”.
 Molteplici dunque le novità che interesseranno la manifestazione. Si inizia con una calendarizzazione a inizio mese, scelta perinserirsi al meglio nel palinsesto delle principali manifestazione del settore a livello internazionale. Da 9 giorni a 5 giornate per dare una risposta precisa ai desiderata degli espositori che richiedevano una maggiore concentrazione per una più intensa focalizzazione di interessi durante la visita. Un cambiamento che si allinea con i più recenti standard dell’offerta fieristica, a livello internazionale.

Un aspetto totalmente ripensato nel layout della manifestazione che - quest’anno -  darà più spazio alle aree in acqua per valorizzare la caratteristica unica del Salone Nautico di Genova di avere il “mare dentro”. Si tratta di un aggiornamento della fruizione fieristica, tangibile a partire dal nuovo “Red Wall”, per passare alle prove interattive e a quelle in acqua.

La pirateria marittima minaccia i Paesi del Mediterraneo

Lanciato il progetto di un Osservatorio sulla pirateria marittima per il Mediterraneo

Da destra: l'Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, Luca Sisto, Roberta Busatto
 Si è svolto oggi a Napoli il convegno: “La pirateria marittima minaccia i Paesi del Mediterraneo. Istituzioni e industria: la forza di una strategia di contrasto comune”, organizzato dall’Istituto Italiano di Navigazione in collaborazione con la Camera di Commercio di Napoli.
L'Istituto Italiano di Navigazione, presieduto dal professor Giorgio Franceschetti, è l’unico ente di ricerca nazionale che, dal 1959, persegue l’obiettivo di promuovere lo sviluppo delle scienze e delle tecniche nonché il diritto, la giurisprudenza, la gestione e l’economia della navigazione (terrestre, marittima, aerea e spaziale) e di diffonderne la conoscenza.

Il Presidente della Sede di Napoli Giosuè Grimaldi ha voluto ricordare l’appartenenza dell’Ente a prestigiosi organismi internazionali diStudi e di Ricerca (E.U.G.I.N. ed I.A.I.N.) e ha voluto sottolineare la natura multidisciplinare dei soggetti associati, caratteristica questa che consente di affrontare gli argomenti della Navigazione declinandoli in maniera trasversale ed integrata.
 “Pur nella convinzione - ha sottolineato - che occorre lavorare per un’Europa solida e unita, va altresì guardato al Mediterraneo come a un naturale ponte che collega e unisce Paesi che da sempre hanno vissuto storie sovrapposte e intrecciate,generando per tutti stagioni di ricchezza e di cultura”.
 Dopo il primo convegno di grande successo sulla pirateria del 2011 a Roma, presso Confitarma, l’Istituto ha scelto Napoli per riunire i principali attori dell’attuale contrasto alla pirateria marittima e ha trovato nella Camera di Commercio di Napoli una sponda importante.
Cuore del convegno, la relazione del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio Giuseppe De Giorgi:
“Oggi, la Marina Militare continua con immutato impegno la sorveglianza marittima nel Mediterraneo, ivi compreso il concorso al controllo dei flussi migratori e il controllo di tutte le attività che si svolgono in mare. Siamo anche impegnati in Oceano Indiano - sia con assetti navali che con personale di staff - nelle operazioni antipirateria denominate “ATALANTA” (sotto egida U.E.) e “OCEAN SHIELD” (sotto egida NATO). 
Una missione vitale per il paese consistente nella protezione delle rotte lungo le quali transitano il petrolio e le materie prime che importiamo e le merci che esportiamo, rotte che fanno capo ai nostri porti di Gioia Tauro, Trieste, Venezia, Livorno e Genova, porti che competono con gli altri hub europei. La pirateria, assai attiva in quell’oceano, penalizza l'Italia in maniera marcata: basti pensare che all’insorgere di questo fenomeno il 16% delle navi che fino a poco tempo fa attraversavano il Mediterraneo preferiscono oggi circumnavigare l’Africa ed attraccare direttamente nei porti del Nord Europa anziché nei nostri”.
Di prestigio la tavola rotonda seguente, moderata dal Direttore Responsabile di Economia del Mare Roberta Busatto: è emersa la necessità di non abbassare la guardia e di mantenere attive tutte le possibili risposte – in mare e a terra - ad un fenomeno, quello dell’attuale pirateria marittima, che si sta rivelando una concreta minaccia per il Paese.
L’Istituto Italiano di Navigazione ha anche sottolineato l’importanza di monitorare l’attuale evoluzione del fenomeno piratesco in altre aree geografiche, quali ad esempio il West Africa.
A conclusione è emersa chiaramente la necessità di avviare un Osservatorio sulla pirateria marittima per il Mediterraneo.
“Una proposta - ha dichiarato il Presidente Vicario dell’Istituto Italiano di Navigazione Luca Sisto - che poggia sulle specifiche competenze delle componenti iscritte e attive nell’Istituto: armatori, equipaggi, Marina Militare, Ministero degli Esteri, Ministero dei Trasporti, Guardia Costiera, industrie del settore della difesa nazionale e dei sistemi, giuristi ed economisti dei trasporti dei principali poli universitari nazionali specializzati”.

La Marina Militare e la ricerca archeologica subacquea


Il Cacciamine NUMANA è giunto a Gaeta per dare il via alle ricerche e alla localizzazione di relitti ed oggetti di interesse archeologico sui fondali dell’arcipelago Pontino, nell’ambito della convenzione stipulata nel 1998 tra il Ministero della Difesa e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC). L'attività si svolgerà dal 12 al 18 giugno.

L’iniziativa, nota come “Progetto Archeomar”, si pone come obiettivo principale il censimento dei beni sommersi nei mari italiani per una catalogazione, localizzazione e documentazione del patrimonio culturale subacqueo, ai fini della tutela, della valorizzazione e della protezione dei beni archeologici sommersi. La ricerca verrà condotta congiuntamente con personale del MIBAC.

Nave NUMANA è un Cacciamine della classe “Gaeta”, consegnato alla Marina Militare nel 1995. Lo scafo è stato costruito impiegando un particolare tipo di vetroresina denominata F.R.P. (Fibre Reinforced Plastics). La F.R.P., contrariamente ai materiali tradizionali, consente di soddisfare contemporaneamente due esigenze prioritarie per un cacciamine: l’assoluta amagneticità, anche nei riguardi delle correnti parassite indotte dal rollio e dal beccheggio (correnti di Focault), prima ottenibile solo con le costruzioni in legno, ed una elevata resistenza antishock, in precedenza solo con le costruzioni in acciaio garantivano una adeguata protezione.

Il NUMANA è equipaggiato con sistemi ed apparecchiature che consentono di determinare, con elevatissima precisione, la presenza sul fondale marino di oggetti di diversa natura e dimensioni. A questa capacità di scoperta si unisce la presenza a bordo di due veicoli subacquei filoguidati che consentono di identificare visivamente gli oggetti di interesse, acquisendo immagini fotografiche e video.