Un connubio tra archeologia e tipicità enogastronomiche, tra lo spirito del luogo e la musica d’autore jazz. Un connubio perfetto per valorizzare i Campi Flegrei, con i suoi complessi storici e il vulcano della Solfatara: è questo il palcoscenico all’aperto, in programma fino alla fine di luglio, del Pozzuoli Jazz Festival. Giunto alla quarta edizione, il festival è promosso dall’associazione puteolana “Jazz and conversation”, di cui è presidente Antimo Civero, e realizzato con il contributo dell’Azienda di soggiorno e turismo, dall’Associazione albergatori, dall’Ente dei turismo di Napoli, dall’Ordine dei dottori commercialisti, con il patrocinio della locale amministrazione comunale.
La rassegna è diventata negli anni un appuntamento per gli appassionati della musica jazz di alta qualità, ma anche per un più vasto pubblico che vuole vivere la bellezza di suggestive aree storiche e culturali dei Campi Flegrei, gustando, con tutti i sensi ed oltre, la buona musica insieme alle tipicità enogastronomiche del luogo. Che non sono poche. Basti pensare che il territorio era nell’antichità meta preferita dei patrizi romani che vi edificarono sontuose ville non solo per le numerose sorgenti di acque termo-minerali (“Bastava scavare nel tufo perché sgorgasse l’acqua divina col sapore di carezzevole zolfo”, in ”La Terra della Sibilla” ed. Di Mauro, 1992), ma anche per gustare la gastronomia locale a base di mare. Al punto che gli stessi romani la vollero collegata con l’Urbe attraverso l’Appia ed altre strade, e via mare con le città dell’Oriente per gli scambi commerciali.
E quest’anno è sul palcoscenico dei siti del Mito un cartellone di artisti musicisti virtuosi di fama mondiale, come sottolinea Civero: “Dopo il successo del passato, ci siamo riproposti di accrescere l’offerta per portare la manifestazione a traguardi di levatura sempre maggiore. Oltre all’originalità delle scelte artistiche, abbiamo puntato a valorizzare il forte legame della musica con il territorio. Per questi motivi, il percorso del festival è incentrato sulla costruzione di un percorso culturale in grado di raccordare tutte le espressione del territorio in cui si svolge, in un’ottica sempre più nazionale”.
Diverse e suggestive le location prescelte per lo svolgimento della rassegna. Dalla Rampa Causa e dal sagrato dell’antica chiesa del Purgatorio alla Darsena O Valjone, l’antico porto dei pescatori; dal Rione Terra, l’antica rocca della città, al complesso borbonico del lago Fusaro, il palazzetto realizzato da Luigi Vanvitelli, uno dei gioielli dell’architettura italiana del Settecento. E, ancora, dalle Terme di Nettuno al vulcano della Solfatara, fino al lago d’Averno, sinonimo nell’antichità di Inferno, un posto stregato dove la natura si sposa con la cultura per la presenza di antiche rovine.
Eduardo Cagnazzi
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