Lo scorso 17 marzo è stato scritto un altro capitolo dell’infinita “telenovela” sul passaggio delle grandi navi da crociera nel Canale della Giudecca a Venezia. Il TAR del Veneto infatti ha accettato la richiesta di sospensiva dei limiti imposti al passaggio delle navi davanti a San Marco, imposti dal Governo Letta lo scorso autunno e poi resi esecutivi da
un’ordinanza della Capitaneria di Porto.
Il ricorso era stato presentato da Venezia Terminal Passeggeri, dal Comitato Cruise Venice e da un pool di aziende operanti nel settore portuale contro il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la Presidenza del consiglio, il Ministero dell'ambiente e la stessa Capitaneria di Porto.
Quest’ultima aveva stabilito per il 2014 una limitazione a 708 transiti di navi da crociera superiori alle 40.000 t.s.l. e il divieto al passaggio a partire dal primo gennaio 2015 (inizialmente previsto dal primo novembre 2014) per quelle di stazza superiore alle 96.000 tonnellate. Cade così di fatto la contrazione prevista del 12,5% dei transiti e anche il divieto di sosta contemporanea alla stazione marittima di più di 5 navi da crociera superanti la soglia delle 96.000 t.s.l.; per saperne di più bisognerà attendere l’udienza per la trattazione nel merito della questione che è stata fissata per il prossimo 12 giugno.
Nel frattempo due sono le motivazioni addotte dal TAR per giustificare questa decisione. In primis che l’imposizione dei suddetti limiti «non appare sostenuta da una adeguata attività istruttoria preliminare, volta all'identificazione dei rischi connessi ai traffici nei canali in questione e ai transiti delle navi con stazza superiore a 40.000 tonnellate». Quindi viene accolta la tesi di VTP secondo la quale non sono state date motivazioni tecniche sostanziali alla presunta pericolosità delle navi di grosse dimensioni. Inoltre queste decisioni non rispettano adeguatamente i contenuti del decreto Clini-Passera del 2012 che prevede l’interdizione al traffico crocieristico solo dopo aver individuato e realizzato una via alternativa al passaggio attraverso il Bacino di San Marco per raggiungere la Marittima.
Quest’ultima resta quindi centrale in ogni possibile soluzione per il futuro, visto che il terminal crocieristico veneziano è all’avanguardia e sul quale sono stati già investiti parecchi milioni di euro. Altre soluzioni risultano irrealistiche e impraticabili e sono meramente motivo di propaganda politica.
Matteo Martinuzzi
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