e piercing al fenomeno contrario di una sorta di pentitismo di coloro che non riescono più a sopportarli per ragioni strettamente personali o di salute o che per esigenze professionali pensano di fare un passo indietro. Sono infatti sempre più coloro che fanno dietrofront - come sostengono gli specialisti dermatologi del settore - in controtendenza all’euforia dei tatuaggi e dei piercing che tuttora coinvolge giovani anche se l'età non è mai apparsa come un limite.
Il rovescio della medaglia è invece quasi impercettibile, pur diventando una realtà sempre più consistente. È costituito da coloro che ricorrono alla chirurgia per ottenere quello che fino a dieci anni fa era ancora ritenuto una sorta di miracolo, ossia la cancellazione totale del tatuaggio, senza che ne rimanga traccia alcuna e senza effetti collaterali sulla salute.
Non sempre è possibile, ma esistono tecniche chirurgiche che lo consentono, anche se bisogna mettere mano al portafoglio e perdere un pò del proprio tempo. I soggetti che si rivolgono al medico, come sostengono molti specialisti, lo fanno il più delle volte perché il tatuaggio rappresenta per molti di essi il segno lasciato da un determinato periodo adolescenziale o da una certa relazione sentimentale che ora la persona in questione (generalmente tra i 20 e i 35 anni) vuole cancellare.
Ciò perché non si identifica più con il segno che ci si è fatto incidere nella propria pelle, seguendo una moda o compiendo un viaggio in una località dove l’occasione di farsi tatuare è a portata di mano, se non addirittura offerta con insistenza.
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