chiuderà con un calo delle presenze dell’1,4% come sintesi del -2,1% del turismo interno e di una sostanziale tenuta del turismo degli stranieri (+0,3%). La flessione delle presenze interne associata alla riduzione della spesa per presenza da 92 a 90 euro, dovuta principalmente all’effetto maltempo nelle destinazioni balneari, determina una contrazione dei consumi per oltre 1,1 miliardi di euro, in parte compensata dall’aumento dei consumi degli stranieri per 170 milioni di euro. Il bilancio della stagione è negativo per 982 milioni di euro.
Unica eccezione le città d’arte dove la domanda risulta in crescita. La metà delle perdite si concentra inevitabilmente nei servizi di alloggio e di ristorazione, compresa quella in stabilimenti balneari e discoteche, dove la riduzione della domanda ammonta a 200 milioni di euro.
Queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono da un'analisi dell'Ufficio Studi della Fipe – Confcommercio per un primo bilancio sull’andamento del turismo estivo. E dall’estate dipende, in gran parte, la performance dell’intero anno. E’ in questo periodo che si concentrano oltre i due terzi delle presenze turistiche effettuate dagli italiani in un anno.
Per gli stranieri la componente stagionale è più attenuata e le presenze estive incidono sul totale per una quota al di sotto del 40%. Le ragioni di queste differenze sono da ascrivere al peso dei diversi turismi: soprattutto balneare per gli italiani, culturale per gli stranieri. Il risultato è che, in media, sei presenze su dieci si realizzano in soli tre mesi: luglio, agosto e settembre.
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