E’ questo il risultato ottenuto - in una giornata assolata e condizionata dall’avvio del Giro d’Italia - dagli organizzatori del convegno su
“La comunicazione e la conoscenza per lo sviluppo delle imprese aeronautiche”promosso dall’Associazione Aeropolis.it e dalla Fondazione Valenzi.
Il dibattito, tenuto nelle sale del Maschio Angioino a Napoli, è stato introdotto da Antonio Ferrara, figura nota alle aziende e agli operatori del comparto aerospaziale, presidente dell’associazione Aeropolis, esperto di marketing del settore, giornalista e responsabile del portale Aerospaziocampania.
Un risultato che premia l’intuizione degli organizzatori di aprire un confronto sul tema del rapporto tra sviluppo delle imprese e ruolo della moderna comunicazione. Il dibattito non ha deluso le aspettative: ben articolato e gestito con qualità dei contenuti.
Come raramente accade per occasioni simili, il convegno ha raccolto uno spaccato rappresentativo dell’industria aerospaziale campana. Oltre la metà dei convenuti erano piccoli e medi imprenditori e rappresentanti di aziende, in sala anche lavoratori, operatori, sindacalisti e rappresentanti di grandi aziende del settore. Non mancavano responsabili e managers di centri di ricerca e formazione, professori universitari e ricercatori.
Ospiti e relatori Nick Brogh e Paolo Graziano presidente dell’Unione Industriali di Napoli.
Un esordio promettente e una legittimazione rappresentativa per un’associazione come Aeropolis che opera da anni nella comunicazione indipendente di settore e si propone come soggetto di riferimento per il Distretto Campano e per il cluster nazionale dell’aerospazio. Il dibattito è stato stimolato, più che moderato, da Antonio Ferrara, presidente di Aeropolis, nel corso di due panel.
Nel primo, proposto come istituzionale, la discussione sul monitoraggio e le prospettive del comparto aeronautico campano è stata aperta dal professor Luigi Carrino, presidente del DAC
Distretto Aerospaziale della Campania.
Dopo diversi altri contributi, la discussione è stata conclusa da Paolo Graziano, presidente dell’Unione Industriale di Napoli.
Il secondo panel è stato avviato da Nich Brough, sui temi della comunicazione e l’informazione, intesi anche come fattori del business per le aziende aeronautiche. Tra gli altri, sono intervenuti Enzo Savarese del CIRA, Sergio Mazzarella, Paolo Giugliano. I contenuti del dibattito e la stessa dimensione del successo dell’iniziativa, pongono, per chi vuole interpretarli, una riflessione.
Il confronto è stato fuori da formalismi, sereno ma chiaro e determinato nelle argomentazioni dei diversi interrogativi posti e in attesa di risposta da interlocutori istituzionali.
Tra le imprese campane della filiera aeronautica è diffusa diffidenza verso la grande azienda nazionale e sfiducia verso il sistema istituzionale e politico regionale che da troppo tempo non riesce a concretizzare strumenti per lo sviluppo delle pmi. Eppure, e questo è il paradosso, a ogni piè sospinto, non manca chi definisca il comparto aerospaziale regionale strategico per la reindustrializzazione e la ripresa dell’economia regionale.
In realtà c’è la consapevolezza che è ormai alle spalle la stagione nel corso della quale una classe politica nazionale e locale trasferiva alla grande imprese la discrezionalità, poteri e risorse incontrollate anche per attivare lo sviluppo della filiera.
Quel sistema ha contributo a produrre effetti implosivi del sistema industriale nazionali e oggi i players devono fare i conti con la competitività quindi qualità e produttività.
Si investe dove conviene, si lavora con chi garantisce affidabilità, costi bassi e qualità.
Del resto la crisi devastante dell’economia e dell’industria regionale con le drammatiche conseguenze prodotte nel corpo sociale, invece di produrre un ritorno alle responsabilità, sta generando un vuoto di classe dirigente.
Chi non è più giovanissimo, ricorderà, esagero volutamente con il paragone, la fuga della classe politica napoletana durante il Colera, negli anni 70.
Le risorse pubbliche sono blindate e la classe politica locale aspetta un assetto nazionale, la piccola azienda legata alla subfornitura aspetta le decisioni della grande e media. Il manager della grande azienda o amministratore o rappresentante delle istituzioni o politico non decide perché in attesa di un assestamento dei poteri, che come dopo un terremoto avremo solo dopo un lungo sciame di scosse di assestamento. Nel frattempo la crisi continuerà a produrre i suoi effetti, e crescerà il malessere nella società intera, tra le imprese, i lavoratori e i giovani in cerca d’occupazione.
Il successo dell’iniziativa di Aeropolis è tutto in questa insofferenza diffusa tra i soggetti attori del comparto campano. Quest’anno, per la prima volta e dopo essere stata la prima regione italiana a farlo in passato, la Campania sarà assente dal Salone di Le Bourget mancanza di fondi, non certo di capacità organizzativa.
E’ stato detto che l’industria aeronautica è un boccone appetitoso a cui guardano altri territori che pur non vantando la storia, le esperienze e le preesistenze aeronautiche della nostra regione sono sostenute da un sistema politico coeso e determinato. Una considerazione da cui emergono i timori che una forte aggregazione politica della cosiddetta macro regione del Nord, cosi come è avvenuto nel recente passato, condizionerà le scelte dei players di Finmeccanica nella divisione nazionale del lavoro.
Il recente piano di ristrutturazione di Alenia Aermacchi ha penalizzato pesantemente i siti campani e ha visto uscire dal gruppo l’intera generazione protagonista del successo di ATR; il trasferimento della sede legale del gruppo Alenia Aermacchi a Venegono, l’incertezze sul lancio del programma del nuovo turboelica e/o le motivazioni che determinano le priorità di programmi di nuovi addestratori o UAV, sono temi che sebbene inaspettati, sono emersi in diversi interventi.
Il mercato, è stato detto da Graziano, richiede ormai da anni il nuovo velivolo turboelica nel segmento dei velivoli regionali e ancora siamo in attesa di decisioni inequivocabili. Il professor Leonardo Lecce ha parlato di nuovi programmi valutati da Finmeccanica anche in comparti dove il recupero sui concorrenti è abissale. Mario Raffa ha ricordato e ricostruito la sua esperienza in Città della Scienza e Futuro Remoto, ma ha posto l’interrogativo anche del perché negli anni scorsi si proponeva di trasferire a Varese le attività di ricerca per l’elicotteristica e si decidevano tagli pesanti dei fondi che erano stati previsti per il CIRA inserito tra gli enti inutili.
Al professor Carrino, presidente del DAC, da Luigi Iavarone e da altri, è stato riconosciuto impegno e concretezza, per il DAC ci sono in ballo oltre 90 milioni di denaro pubblico previsti per finanziare i progetti di ricerca del piano approvato dal MIUR. Si tratta di risorse tanto più necessarie quanto preziose in tempo di crisi, e l’unica opzione possibile è che dovranno trasformarsi in elementi concreti di sviluppo e di creazione di nuova occupazione in tutte le imprese che beneficeranno dei finanziamenti.
Se una conclusione è possibile, in un dibattito tutto aperto, questa è in una considerazione: neanche nel mondo delle imprese c’è più interesse e volontà alla delega perché il sistema pubblico è bloccato, le aziende cercano un’autosufficienza in confini più contenuti e definiti, mancano risorse e politiche di sostegno, mancano idee e soggetti rappresentativi e soprattutto legittimati.
Chi pensa che un patto di produttori sia una risposta alla deindustrializzazione dell’economia italiana, può, a nostro avviso, trovare significativi spunti da una riflessione sull’iniziativa di Napoli di Aeropolis.
Una considerazione che ci sentiamo di condividere è quella che non basta più dichiarare di essere bravi, occorre dimostrare di esserlo recuperando quel protagonismo che lo stesso Graziano propose tempo addietro ai suoi colleghi imprenditori.
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