Lo scorso 22 Agosto, a Sant'Ambrogio (TO) bassa Val di Susa, si è tenuta l'annuale "festa in rosso" organizzata dal partito di rifondazione comunista: il programma prevedeva un dibattito sul tema "Lavoro Serzizi
TAV e Grandi Opere: botta e risposta sui destini di un territorio".
Sul palco, al fianco del "casalingo" blocco PRC-NoTAV costituito da Sandro Plano (presidente Comunità Montana Val Susa e Val Sangone), Rosa Rinaldi (responsabile Ambiente PRC), Dario Fracchia (sindaco di Sant'Ambrogio), Luca Giunti (tecnico Comunità Montana e ambientalista), Ezio Locatelli (segretario provinciale PRC, già membro Commissione Trasporti della Camera) e dal giornalista Maurizio Passagliotti, un invitato d'eccezione: Bartolomeo Giachino, già sottosegretario Infrastrutture e Trasporti ed ora consigliere del ministro Lupi.
Un invito accettato con "coraggio" e speranza da Giachino, da sempre convinto che il dialogo sia il presupposto fondamentale di una nazione democratica ed un passaggio necessario per uno sviluppo ed una crescita sostenibile, anche per le comunità locali.
Una presenza che, certamente, poteva facilmente prevedere momenti di confronto aspro e diretto ma che negli intenti di Giachino voleva essere un tentativo di rompere il corto circuito istituzionale e sociale tra i sostenitori della "grande opera" - quale intervento necessario per la ripartenza della nostra economia e per la competitività della nostra impresa - e le posizioni oltranziste di alcuni rappresentanti istituzionali, lecitamente (ma forse, ingenuamente, troppo) attenti alle esigenze locali ed agli interventi ritenuti più urgenti, dagli effetti "tappabuchi" limitati nel tempo e dalla parziale visione macroeconomica e programmatica.
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