e competenza, non lasciano dubbi sulla rotta che seguirà l’Associazione. Un intervento a chiare lettere quello del presidente Pasqualino Monti che segna la strada delle azioni che Assoporti intende sostenere:
autodeterminazione finanziaria; ovvero consentire ai porti italiani di trovare subito le risorse indispensabili per presentarsi sul mercato con un’offerta di servizi adeguata alle reali necessità dell’economia globale, utilizzando tutti gli strumenti finanziari possibili ivi compreso un Fondo in collaborazione con Cassa depositi e prestiti;
definizione di uno strumento nuovo di governance delle Autorità portuali: una conferenza dei servizi che consenta di mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti e gli enti dal cui funzionamento e coordinamento dipende l’efficienza di un porto. Da questa conferenza ne deriveranno non sterili dibattiti ma veloci e chiare indicazioni per azioni del governo centrale.
I porti sono risorsa strategica per garantire crescita e competitività all’intero sistema produttivo del paese, ha sottolineato ancora Monti, ma già oggi rappresentano l’unica infrastruttura che non drena risorse ma ne produce e garantisce (con un gettito di 13 miliardi ogni anno travasato dalle banchine alle casse dello Stato), un ritorno unico e irripetibile sui capitali investiti.
Ma i tempi, per attuare azioni di rilancio, sono – secondo il presidente di Assoporti – terribilmente stretti e sono quindi necessarie misure di assoluta emergenza, ormai lo sviluppo e gli investimenti corrono non solo nei porti Nord europei e noi perdiamo pericolosamente competitività.
Una delle azioni richieste a gran voce è l’uscita immediata delle Autorità portuali dall’elenco delle pubbliche amministrazioni redatto dall’Istat. Il che significa riconoscere loro una flessibilità gestionale e organizzativa, anche e specialmente nell’espletamento delle politiche commerciali, a costo e a rischio zero per lo Stato. Visto, fra l’altro che le stesse Autorità portuali sono le uniche realtà vincolate per legge al pareggio di bilancio, pena l’immediato commissariamento, e non usufruiscono di finanziamenti pubblici dal 2002.
MDC
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