introdotta con la recente approvazione della Legge di Stabilità. CNA-Fita è fortemente preoccupata delle ripercussioni negative che una simile riforma, non correttamente gestita, rischia di determinare sul territorio dove bisognerebbe invece semplificare la vita alle imprese.
E’ la fine del federalismo dell’autotrasporto. In linea di principio la riforma centra l’obiettivo di uniformare un complesso numero di adempimenti riportandoli sotto l’unica competenza del Ministero dei Trasporti e delle sue ramificazioni territoriali, le Motorizzazioni, ma il risultato finale corre il rischio di essere addirittura negativo perché non viene contemplato il tema delle risorse, umane ed economiche, e quello dei contrappesi necessari a garantire controlli e trasparenza. Per anni infatti queste competenze sono state affidate alle Province dove si sono sviluppate conoscenze e procedure mentre oggi, con il passaggio alle Motorizzazioni senza pensare a come trasferire quelle stesse conoscenze, si contribuisce a un nuovo ingolfamento, precostituendo l’ennesimo mal funzionamento della burocrazia.
Gli addetti che possono garantire efficienza, ora dipendenti delle Province, verranno trasferiti alle Motorizzazioni? E con quali risorse? Laddove questo passaggio venisse garantito, come noi auspichiamo, come si pensa di uniformare le procedure che fino ad ora sono rimaste comunque differenti tra loro su scala provinciale? E’ bene poi ricordare che oggi le stesse cinque Direzioni generali territoriali (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord e Sardegna, Sud e Sicilia) che raggruppano le motorizzazioni su base nazionale, operano con svariate autonomie diverse tra loro, pur ovviamente essendo tutte riconducibili al Ministero dei Trasporti.
CNA-Fita, differentemente, ritiene importante che le procedure, con questo nuovo assetto, assumano una caratterizzazione nazionale lasciando ai territori l’unica competenza relativa all’espletamento del servizio.
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