Il Coordinamento delle portualità dell’alto Tirreno, espressione delle Confindustrie liguri e toscane, si è dimostrato particolarmente critico nei confronti dell’azione della politica riguardo i vari progetti di riforma delle Autorità Portuali; in particolare si punta l’indice sull’articolato in
discussione al Senato, sul progetto del ministro dei trasporti e sul documento elaborato dal Partito Democratico.
Secondo il Coordinamento confindustriale queste varie ipotesi non sarebbero in linea con le necessità dei porti e dell’utenza ad essi collegata: in una nota congiunta diffusa alla stampa si rileva che manca chiarezza sulla suddivisione delle competenze tra Autorità marittima e Autorità portuale.
Inoltre si genera una diffusa riduzione del peso delle imprese nella governante dei porti sbilanciata a favore degli enti pubblici e un irrigidimento nella gestione del lavoro portuale.
Ma non è tutto, secondo gli imprenditori dell’alto Tirreno vistose lacune si evidenziano nella gestione delle concessioni demaniali e nella pianificazione pubblica nazionale di tutto il sistema portuale italiano che sembra deviare la governance dei porti fuori dalla loro sede naturale.
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