amministrazioni non possono pagare i loro debiti anche se hanno risorse teoricamente disponibili.
“La vicenda della Società ATS (Alto Trevigiano Servizi Spa) circa il mancato pagamento da parte della Regione Veneto dei contributi spettanti per la realizzazione di opere riconducibili al Servizio Idrico Integrato è una di queste situazioni – riconosce Ciambetti – che rischia di creare un effetto negativo a catena sul piano operativo, sotto il profilo occupazione e su quello dei servizi dovuti ai cittadini. I quali pagano le tesse e lo devono fare anche quando i soldi scarseggiano o il loro conto in banca è prosciugato dalla crisi”.Questa, insomma, la sostanza della questione nella vicenda dell’attuale blocco nell’attuazione del Piano di Interventi nel trevigiano, che la società fa risalire appunto al mancato pagamento di contributi regionali. Al momento, agli uffici regionali risultano istruite richieste non per quasi 8 milioni, ma per circa 5 milioni 245 mila euro(l’ultima richiesta, per 678.463 ero, risulta presentata il 14 agosto scorso). Di questo debito, poco meno di 4 milioni 320 mila ero sono in capo ai fondi della Legge Speciale per Venezia, mentre ammonta a circa a 926 mila euro il debito in capo ai fondi del settore Servizio Idrico Integrato. Probabilmente la differenza rispetto a quanto riportata dalla stampa è dovuta a richieste più recenti non ancora elaborate, ma
“i termini della questione non cambiano – conferma Ciambetti – perché, in considerazione della dotazione di cassa finora assegnata alle strutture regionali interessate per il corrente esercizio finanziario e dei vincoli posti dal rispetto del patto di stabilità, non è al momento possibile procedere al pagamento delle somme dovute. E questo nonostante la Regione abbia da parte circa un miliardo 300 milioni di euro, che per questo patto deve tenere fermi”.
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