italiana sui cosiddetti costi minimi, ovvero le tariffe minime da rispettare per effettuare un trasporto di merce su gomma sulle strade italiane. Bocciata prioritariamente perché il legislatore italiano, su indicazione delle Associazioni di rappresentanza dell’autotrasporto, aveva affidato a un Osservatorio, pura espressione degli interessi di quelle associazioni, il compito di svolgere il ruolo di giudice e di regolatore.
“Il pronunciamento della Corte comunitaria è uno vero e proprio smacco - afferma Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito - per quelle Associazioni dell’Autotrasporto animate da un ingiustificato protagonismo che, nella presunzione di poter dettare le regole del mercato dei servizi di autotrasporto, hanno prodotto un impianto normativo letteralmente annientato dalla Corte di Giustizia con due evidenze: l’errata composizione dell’Osservatorio che di fatto è un’ ”Associazione di interessi”; il presunto collegamento con l’applicazione del principio della “sicurezza stradale”, non solo troppo generico ma addirittura reso inconsistente dalle deroghe”.
“E ciò ha prodotto – conclude Longo - due risultati altrettanto gravi: da un lato quello di aver precipitato un autotrasporto già ai limiti della sopravvivenza, in un quadro di totale anarchia normativa; dall’altro quello di generare pesanti interrogativi anche sulla terzietà e neutralità di altri organismi pubblici ai quali gli imprenditori del settore dovrebbero fare riferimento”.
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