compromette i piani di investimento delle imprese di settore che si fondano su dati certi e prevedibili. E ciò viola l'articolo 41 della Costituzione nella parte in cui tutela la libera iniziativa economica.
Tra l'altro, il decreto determina una disparità di trattamento fra operatori del settore delle energie rinnovabili, dato che va a colpire solo alcuni di essi (ovvero quelli che si occupano di fotovoltaico), determinando così un ingiusto vantaggio a favore degli altri.
Per questo le associazioni di categoria stanno coordinando i ricorsi delle migliaia di operatori, sia nazionali sia esteri (le adesioni sono già molto numerose), ingiustamente penalizzati da un provvedimento che modifica unilateralmente e retroattivamente i contratti sottoscritti con il GSE.
Due i filoni già attivati: il primo, a cui parteciperanno gli operatori italiani, mira ad ottenere la dichiarazione di incostituzionalità dello "spalma incentivi", come già segnalato dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Prof. Valerio Onida; il secondo, riservato invece agli investitori esteri, dimostrerà che è stato violato il Trattato sulla Carta dell'Energia che tutela gli investitori
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