d’Area; un’iniziativa sostenuta dal Gal del Taburno che ha messo fianco a fianco oltre 1.100 imprenditori, 23 comuni della provincia di Benevento, enti ed associazioni per promuovere il territorio in chiave turistica ed i suoi prodotti di eccellenza. Un marchio per comunicare un’immagine di territorio essenzialmente rurale in cui ancora rimangono i segni del suo retaggio storico e dove ancora oggi sono vive le tradizioni, i modi di vivere ai ritmi di una volta e i prodotti di una cultura contadina in estinzione.
Ghiotte opportunità per un turismo alternativo, culturale, ma anche attento ai prodotti tipici della terra: la mela annurca, la ciliegia, la patata interrata, il tartufo, l’olivo, il pane (quello di Campoli del Taburno è a denominazione comunale di origine), i formaggi e, naturalmente, il vino. Sì, perché il Taburno è soprattutto una terra di grandi vini, il 60% della produzione della Campania, rappresentati da una Docg, tre Doc e una Igt per un giro d’affari di oltre 900 milioni di euro sul totale della produzione regionale che è di 1,8 miliardi di euro.
“E’ proprio legato alla Strada del Vino e dei prodotti tipici la visibilità di questo lembo di territorio sannita, ritenuto come patria della biodiversità. Un’occasione unica per candidarlo a meta dell’enoturismo internazionale e degli altri prodotti della terra”, afferma il presidente del Gal, Mario Grasso.
E, sempre per iniziativa del Gal, uno dei pochi a rendicontare entro i termini le risorse provenienti dall’Europa finalizzate al sostegno dell’imprenditoria e delle attività legate al turismo, arriva la guida turistica multimediale per scoprire le bellezze artistiche e paesaggistiche dei comuni che lo compongono. E’ una piattaforma che fornisce informazioni sull’area del Taburno, sui comuni e la loro storia, i luoghi d’interesse, le strutture ricettive e di ristorazione, il castello con museo nazionale di Montesarchio, i servizi sanitari e di pubblica utilità. Completa l’applicazione la segnalazione dei principali sentieri culturali e naturalistici. Tutte le informazioni sono geolocalizzate su mappa interattiva, ma sono disponibili anche off-line.
“Qui il turista trova montagne incontaminate caratterizzate da faggete e pini bianchi, ma anche da numerosi sorgenti; una foresta costruita dai Fenici che oltre a trovare qui la migliore legna per costruire le loro imbarcazioni, si dedicarono alla coltivazione della vite e dell’olivo. E poi maneggi e sagre tutto l’anno che si svolgono in gran parte dei comuni del comprensorio, attrezzati per la migliore ospitalità in alberghi (tra i più rinomati è il Costarama a Cautano), in strutture in grado di bilanciare le esigenze del corpo e della mente (è da menzionare La Pampa che coniuga relax ed enogastronomia, ndr) e b&b anche nei borghi più caratteristici che fanno di questo territorio uno tra i più attrezzati per l’accoglienza turistica nel Mezzogiorno”, sostiene Grasso.
Grazie anche all’azione del Gal che ha sostenuto diverse centinaia di iniziative per migliorare le strutture ricettive e dell’accoglienza e sostenere le attività artigianali ed agricole. Tra cui la realizzazione della prima birra artigianale, Birta, realizzata con la filiera corta e aromatizzata alla mela annurca. Oltre a promuovere il turismo nell’area, il Gal se ne pone un altro: arrestare l’emorragia di giovani costretti ad emigrare in cerca di occupazione e mettere a reddito il territorio.
Eduardo Cagnazzi
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