andranno in scena altri due appuntamenti della Stagione Teatrale Invernale “Li Curti”, diretta artisticamente da Geltrude Barba e dedicata al Principe della risata, Totò. Salutato il 2013 con gli spettacoli “Tre atti punto e a capo…” e “Medici allo sbando!”, a dare il benvenuto al 2014 saranno le rappresentazioni “m’Amo NON m’Amo” ed “Il piccolo Principe”, messe in scena rispettivamente giovedì 2 (ore 20.30) dalla Compagnia Polimnia e venerdì 3 gennaio (ore 19.00) dalla Compagnia ScenaTeatro presso il Circolo Metelliano, sito in via M. Garzia 2.
Liberamente ispirato a monologhi di Luciana Littizzetto ed Eve Ensler, “m’Amo NON m’Amo” racconta di un viaggio nella psiche femminile. L’obiettivo della giovane regista Mirka Quercia è quello di rappresentare, in un connubio di gesti e parole, il passaggio dalla percezione negativa che una donna ha di se stessa all’ironica accettazione di pregi e difetti di un corpo non più giovanissimo.
Dal modello mediatico che si nutre delle nevrosi femminili a quello reale che ci pone davanti ad uno specchio non sempre obiettivo, ma influenzato dalle nostre distorsioni della realtà, le protagoniste di “m’Amo NON m’Amo”, tre donne appartenenti a generazioni diverse, approderanno ad una convivenza pacifica e contemporaneamente rassegnata con le proprie imperfezioni fisiche. Ne “Il piccolo Principe” viene esaltata la capacità sbalorditiva dei bambini, che con il tempismo, l’autenticità e la stranezza delle domande tipiche della loro età sono in grado di lasciare gli adulti a bocca aperta.
E proprio da una buffa domanda inizia la profonda amicizia tra un aviatore, costretto da un’avaria al suo velivolo a vagare da solo nel Sahara, ed un bambino dolce e misterioso che gli “appare” all’improvviso. «Mi disegni una pecora?» gli chiede. Si scoprirà che il bimbo ha lasciato un pianeta dove – in compagnia unicamente di una Rosa - si sentiva troppo solo.
Da qui ha inizio un lungo viaggio incantato, alla fine del quale il piccolo scomparirà nuovamente.
«“Il piccolo Principe” – spiega il regista De Rosa - è una delle favole più amate del Novecento, proprio per la sua dimensione surreale, per la sua ricchezza di metafore che continuano a conquistare lettori di ogni età e tipologia. Nel racconto c’è una sincera induzione a riflettere sull’interiorità, sul conoscersi meglio.
Ci sono sottili ma fondamentali spunti legati a temi universalmente validi come l’amicizia, la solitudine, l’amore, la morte. Ma c’è anche molta della magia, del divertimento e della spontaneità che solo gli occhi dei bambini sanno sprigionare nel loro affacciarsi curiosi sul mondo».
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