Il momento del coraggio. Così lo definisce Pasqualino Monti nell'indicare in anteprima quelli che – secondo lo schema che Assoporti ha in queste ore fornito al governo – dovranno essere i capisaldi della riforma portuale, ovvero i contenuti operativi in applicazione delle linee guida dello “Sblocca Italia”.
Coraggio di essere pragmatici e di delineare uno scenario di cambiamento che comporti trasformazioni radicali, che non escluda processi di
accorpamento e integrazione di autorità portuali nella logica europea, che produca da subito una selezione della spesa, laconclusione di importanti investimenti già in cantiere e un netto cambio di marcia nella governance, anche attraverso autonomia finanziaria e autodeterminazione finanziaria.
E’ indispensabile concentrare le risorse, anche attraverso processi di integrazione, su quegli investimenti che possono essere utili al Paese, superando qualsiasi logica di campanile o di distribuzione a pioggia.
Ma è altrettanto importante ed essenziale procedere in tempi brevissimi alla sburocratizzazione delle Autorità portuali e quindi alla messa in campo delle risposte operative che il mercato ci chiede, in primis quelle relative all’efficientamento delle procedure di sdoganamento delle merci, approfittando di quello che Monti definisce “l’eccezionale lavoro che in questo senso sta svolgendo l’Agenzia delle Dogane” attraverso il processo di informatizzazione, lo sportello unico e il pre-clearing.
Assoporti mette punti fermi su quelli che sono stati da mesi i suoi obiettivi di riforma. Finanza, semplificazione operativa delle Autorità portuali, poteri del Presidente, rapidità delle procedure anche per le nuove opere, i piani regolatori ed i dragaggi.
Guardare al mare per rilanciare le nostre economie.
RispondiEliminaPer uscire dalla stagnazione in cui versano le nostre Imprese, forse sarebbe il caso di prendere seriamente in considerazione il volano economico che la Portualità e le variegate attività legate al mare sarebbero in grado di generare, volano che non sarebbe chiaramente circoscritto soltanto ai ritorni economico occupazionali conseguenti alla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno o dalle attività portuali propriamente dette, poiché maggiori saranno i volumi delle merci in transito nei nostri Scali e maggiori di conseguenza potrebbero essere le possibilità che qualche Imprenditore Italiano o Straniero consideri opportuno e redditizio sfruttare la strategicità dei Territori affacciati sui nostri mari per incrementare le loro attività, siano esse industriali manifatturiere o logistiche, e riportare quindi nuovamente al centro delle nostre azioni/intenzioni il settore primario, unico realmente in grado di creare ricchezza vera che poi chiaramente sarebbe in grado di alimentare e far girare e sviluppare quello secondario ed il terziario.
I settori potenzialmente attinenti al rilancio delle attività legate al mare in aggiunta a Portualità e Logistica di Porto e Retroporto, potrebbero essere la produzione industriale, la trasformazione, la lavorazione, l’assemblaggio, ed il Trasporto Gomma/Rotaia per la distribuzione di una significativa quota delle merci in transito nel Mediterraneo relative ai notevoli volumi dell’interscambio Euro Asiatico, per avvalorare questa mia tesi credo sia sufficiente dare un'occhiata ai grandi Porti del Nord Europa ed alle molteplici redditizie e variegate e attività che sono proliferate nei loro hinterland.
Purtroppo il nostro Sistema Logistico/Portuale è frenato dalle farraginose normative che rendono praticamente quasi impraticabili, le bonifiche, la gestione dei materiali inerti per eseguire gli interramenti per poter recuperare ampi spazi al mare, i dragaggi, e quindi la possibile realizzazione di nuove e moderne opere infrastrutturali, questa situazione fa si che attualmente consistenti volumi di Traffico provenienti dall’Oltre Suez e destinati a quella che ragionevolmente noi consideriamo la nostra Area Comunitaria d’influenza, invece che approdare nei nostri Scali siano purtroppo costretti ad oltrepassare Gibilterra per raggiungere i Porti del Nord Europa, andando notevolmente ad allungare di quasi 4.000 miglia e quindi appesantire in termini di tempi e costi il loro già lungo percorso.
BRUNELLO ZANITTI Giuliano
http://sceltemancate.trieste.it
grazie per l'interessante commento che metteremo in evidenza.
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