delle armi chimiche, che avranno il compito di valutare le caratteristiche necessarie come pescaggi, grandezza delle banchine e vicinanza da centri abitati per poi effettuare la scelta che sarà, è stato sottolineato, puramente tecnica e non politica e sarà riferita in parlamento alla ripresa delle attività parlamentari a gennaio.
Indiscrezioni indicano che al momento le possibili opzioni sono tre, localizzate in regioni del centro Sud Italia: certamente la scelta cadrà su un porto abbastanza grande da accogliere le navi per poi compiere in massima sicurezza l’operazione di trasbordo sulla nave americana Cape Ray dei pericolosi componenti delle armi chimiche siriane.
L’unità statunitense è attrezzata con speciali apparati che consentono lo smaltimento anche dei pericolo “precursori” ovvero le sostanze chimiche che liberano i gas più nocivi quando vengono mescolate insieme.
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