CNA-Fita plaude alla
proposta di modifica all'articolo 5 del decreto legislativo 22 dicembre
2000, n. 395, in materia di requisiti
di onorabilità dei titolari delle imprese di autotrasporto, nonché
disposizione in materia di forme di pubblicazione dei dati della banca dati
nazionale unica della documentazione antimafia, avanzata dall'onorevole Ivan Catalano,
vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera,
auspicandone una
rapida approvazione per cui, se dovesse passare, per iscriversi all’Albo degli autotrasportatori ed esercitare la professione, domani,
potrebbe diventare necessario ottenere
un’informativa antimafia, vale a dire quel documento rilasciato dalle
Prefetture attestante la sussistenza o meno in capo a persone fisiche o
giuridiche delle cause di decadenza, sospensione o divieto di cui all'art. 67
del D. Lgs. 159/2011 (vale a dire l’esistenza di provvedimento con cui viene
inflitta una misura di prevenzione personale da parte dell’autorità giudiziaria
o una condanna per delitti di mafia) o anche la sussistenza o meno di eventuali
tentativi di infiltrazione mafiosa finalizzati a condizionare le scelte e gli
indirizzi delle attività di impresa. "Potrebbe
essere un primo ma importantissimo
passo - ha commentato Cinzia Franchini, presidente nazionale CNA-Fita - verso il contrasto reale al radicamento di
organizzazioni malavitose nell'autotrasporto, perché recupererebbe un ritardo
di diversi anni rispetto a quanto già accade per un'impresa che partecipa ad
appalti pubblici. In questo modo - ha proseguito la Franchini - si
interverrebbe, anno per anno, attraverso una verifica non più a campione ma selettiva, per evitare le sorprese più spiacevoli
come nel caso di aziende palesemente infiltrate,
e magari anche colpite da specifiche informative, che vengono comunque finanziate
con soldi pubblici per i rimborsi dei pedaggi autostradali, l'eco-bonus
ambientale o più semplicemente per la formazione”.
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