L’Unione Europea obbliga i paesi aderenti ad uno stretto
controllo dell’acqua per consumo umano, codificando test e parametri biologici
e chimici entro i quali rientrare: in base a queste prescrizioni la Commissione
Eu ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per la contaminazione
da
arsenico e fluoro dell’acqua, in particolare quella del Lazio. Il
provvedimento è stato preso dopo la concessione di tre deroghe di tre anni
ciascuna, ma che non sono serviti a far rientrare i valori nei parametri europei.
Avendo usufruito del numero massimo di deroghe come previsto dalla normativa,
la Commissione aveva richiesto la disponibilità dell’approvvigionamento di
acqua potabile destinata al consumo dei bambini fino ai tre anni di età;
l’Italia doveva fornire inoltre agli utenti esaustive informazioni su come
ridurre i rischi derivati dal consumo di acqua potabile fuori dai parametri, in
special modo circa i rischi possibili per il consumo da parte proprio dei
bambini.
Ad oltre un anno di distanza dalla scadenza dell’ultima
proroga e perdurando ancora lo sforamento dei limiti di arsenico e fluoro in
oltre trenta zone del Lazio, la Commissione ha messo in mora il nostro paese,
primo atto verso la procedura di infrazione.
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