Una delle più antiche imprese
dello shipping sardo è stata certamente la Acciaro&Parodi, presente
attivamente nel settore dei trasporti e delle spedizioni dal lontano 1947; nel
2012, a seguito di un
ultimo riassetto societario la Acciaro&Parodi viene
divisa in due distinte società, la AP Logistics Srl, con attività prevalente di
trasporto su strada, e la Shipping Mediterranean Sealog Spa,
con attività esclusiva di agenzia
marittima ed impresa imbarchi e sbarchi. PORTO&diporto ha incontrato
Giancarlo Acciaro, Ad della Sms Log.che in questa intervista ha espresso il suo
pensiero sui possibili accorpamenti delle Autorità portuali in Italia.
Presumibilmente
la sede dell’AP sarda sarebbe a Cagliari, quanto influenzerebbe sui territori
lontani dalla sede centrale?
L’accorpamento,
così come se ne è parlato fino ad oggi, ha poco senso in Sardegna. I porti del
Nord hanno particolarità ed esigenze diverse da Cagliari che ovviamente godrebbe
di maggiori attenzioni avendo in loco il centro decisionale.
Cagliari
è un porto con ambiti di sviluppo ben delineati, come il porto storico che sarà
votato sempre più a crociere e diporto nautico, il porto canale con
l’importante infrastrutturazione di ampie banchine ed importanti fondali senza
dimenticare la raffineria, uno degli impianti più grandi del Mediterraneo; a
Nord invece i porti hanno bisogno di politiche di sviluppo calibrate anche sul
rilancio delle strutture esistenti e sulle potenzialità dei traffici.
Quindi quali sono le differenze tra i
porti sardi?
Olbia
è un efficacissimo gate per il continente con un traffico molto interessante, che
deve però continuamente lavorare alla Canaletta per mantenere efficiente il
passaggio e a terra dovrebbe implementare le aree per far fronte alle punte di
traffico in determinati periodi sia ro-ro per le merci sia passeggeri con auto
a seguito.
Su
Porto Torres dobbiamo dire che aveva la vocazione di servire l’estesa area
industriale, poi con la chiusura di importanti insediamenti è venuta a mancare la
produzione e il porto ha attraversato un periodo di abbandono, fortunatamente
oggi sono in essere lavori e progetti grazie alla sensibilità dell’Autorità
Portuale del Nord Sardegna. Il terzo porto è Golfo Aranci dove ormai si punta,
giustamente, sul turismo e lo smantellamento della rete ferroviaria che doveva
essere asservita al traffico industriale, restituirà aree ad eventuali progetti
di sviluppo.
Ma l’accorpamento è stato concepito in
tema di risparmio delle risorse, ormai una parola d’ordine.
E’
ovvio che visti i tempi tutti siamo d’accordo a rivedere qualsiasi Ente,
Organizzazione o Azienda che opportunamente riorganizzata farebbe risparmiare
denaro allo Stato. Ma farei due considerazioni: una di respiro nazionale
riportando ciò che hanno detto più volte capaci e competenti presidenti di
Autorità e cioè che questi enti sono concepiti a livello amministrativo per non
pesare sulle casse dello stato neanche per un euro (anche gli stipendi dei
dipendenti fanno parte della gestione derivante dagli introiti delle tasse
portuali e dai canoni demaniali). L’altra considerazione è, all’opposto,
estremamente territoriale: le Autorità portuali collaborano ed interagiscono
con i comuni che amministrano i territori entro i quali insistono i porti
creando una sinergia tra enti dello stesso territorio che riescono ha concepire
progetti di sviluppo al di là della logica del mandato politico che purtroppo
ha sempre compromesso la strategicità degli interventi. Bisogna stare molto
attenti però, perché corriamo il rischio che l’accentramento delle strutture
potrebbe generare anche un accentramento di investimenti e agevolare lo sviluppo
solo di poche aree creando, alla lunga, cattedrali nel deserto.
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è stata pubblicata su PORTO&diporto di dicembre
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