Dopo 4 anni di esperienza, si è conclusa la seconda fase del Prestito della Speranza, progetto nazionale di microcredito promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana per l’erogazione di finanziamenti destinati alle famiglie in stato di vulnerabilità economica e sociale e alle microimprese escluse dall’accesso al credito ordinario, con 26 milioni di euro erogati in 4.500 micro finanziamenti, dei quali il 47,5% concessi da Intesa Sanpaolo.
A partire dal 2 marzo 2015, attraverso la rete delle Caritas diocesane, il “Prestito della Speranza
3.0”, sarà riproposto su tutto il territorio nazionale nelle filiali specializzate del Gruppo Intesa Sanpaolo. L'obiettivo è quello di erogare 100 milioni di finanziamenti garantiti da un fondo di 25 milioni costituito da risorse della CEI, provenienti dall’8x1000 e affidato a Banca Prossima, la banca del Gruppo dedicata al no profit laico e religioso.
Il “Prestito della Speranza 3.0” si articolerà in due distinte forme di credito:
- “Credito sociale”, destinato alle famiglie disagiate, con un prestito di importo massimo di 7.500 euro erogato in 6 rate bimensili di € 1.250 ciascuna come forma di sostegno al reddito.
- “Credito fare impresa”, destinato alle microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un prestito erogato in unica soluzione dell’importo massimo di € 25.000.
Particolare attenzione verrà rivolta ai giovani under 40.
I tassi applicati, che si avvalgono del funding BCE (TLTRO) e della garanzia assicurata dalla CEI, sono fissi e pari al 2,50% per i prestiti erogati alle famiglie, con una rata mensile media indicativa di 138 euro e al 4,60% per le microimprese, con una rata/mese stimata in 468 euro. La durata del prestito è di complessivi 6 anni di cui 5 di ammortamento che decorre dopo 12 mesi dall’erogazione.
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