martedì 9 luglio 2013

DECORTICA: una carezza per l’ambiente

 Si svolge ogni anno nei mesi di maggio, giugno e luglio nelle sugherete del Mediterraneo (Portogallo e Spagna in primis, ma anche Nord Africa e Sardegna) ed è il processo di estrazione di materia prima più delicato e rispettoso della natura che possa esistere al mondo. La decortica, ovvero, la separazione dal tronco della quercia da sughero della sua corteccia, è un processo che non arreca alcun danno alla pianta, anzi la rigenera. Finalizzato alla produzione di chiusure per vino, ma non solo, può essere paragonato, ad esempio, alla tosatura di una pecora.

 “E’ un processo – spiega Carlos Santos, a.d. Amorim Cork Italia, azienda leader nel mercato del sughero – prezioso, che sta alla base dell’intera industria del sughero e non solo della produzione di tappi per l’enologia, ed è anche una importantissima risorsa per l’ambiente perché è proprio grazie a questa attività che le foreste da sughero del Mediterraneo vengono salvaguardate e possono così contribuire ad arrestare la desertificazione dell’ambiente, oltre che a dare lavoro alle popolazioni locali”. 

Per fare un tappo occorrono 43 anni minimo. Il processo della decortica avviene solo in questo periodo dell’anno: è infatti con l’inizio dell’estate che la linfa si posiziona tra il fusto della pianta e la sua corteccia ed è quindi possibile togliere quest’ultima agevolmente.

Elogio dell’attesa paziente e del rispetto dei ritmi naturali, dalla semina alla prima decortica trascorrono 25 anni. Ma il primo sughero non è adatto alla produzione di tappi: è “sughero vergine” e può essere utilizzato solo per la realizzazione di articoli decorativi e prodotti granulati.

Dovranno trascorrere altri 9 anni prima della seconda decortica e ancora altri 9 prima che dalla corteccia si possano realizzare tappi in sughero: 43 anni minimo in tutto. E’ solo allora che il sughero raggiunge una stabilità strutturale tale da garantire le proprietà necessarie all’imbottigliamento. Con un ritmo di una decortica ogni 9 anni la stessa pianta può subire questo processo per oltre 200 anni.

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