Un articolo pubblicato sulla rivista Nature Geoscience riporta una recente scoperta dovuta ad alcuni ricercatori dell’Università del Michigan che fa luce su come il mercurio contamini il pesce i on mare aperto. Il dato preoccupante è che la contaminazione da mercurio
potrebbe essere più estesa del previsto: indicatori di ciò sono i microrganismi che vivono nel mare aperto e che convertono il mercurio in una sostanza tossica che può essere assimilata dai pesci. I dati della ricerca indicano inoltre che la quantità di mercurio negli oceani aumenterà nei prossimi decenni e potrebbe raddoppiare entro la metà del secolo.
L’80% della forma tossica del mercurio presente nei pesci dell’Oceano Pacifico è prodotta nella profondità oceanica dai batteri che si cibano di materia organica. Per nutrirsi infatti i batteri scompongono la materia organica e trasformano il mercurio presente in essa nella forma tossica. Disciolto in acqua il mercurio contamina gli alimenti marini fino ad arrivare all’uomo, che lo assimila soprattutto consumando pesci di grossa taglia: gli effetti nocivi sulla nostra salute possono includere danni al sistema nervoso centrale, al cuore e al sistema immunitario.
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