Commercio e il Comitato Lloyd 170.
“L’analisi ha l’obiettivo di stimolare l’interesse da parte di investitori nazionali ed esteri - ha commentato la presidente dell’Authority, Marina Monassi - su di uno scalo portuale che, nella nuova geografia europea dei flussi del traffico via mare della global economy, sta rapidamente conquistando una posizione di centralità lungo le direttrici dei grandi corridoi di transito trans-europei nelle relazioni Est-Ovest. Inoltre, grazie agli alti fondali naturali, Trieste è gate portuale di accesso diretto al mercato del Centro Europa per i grandi gruppi dello shipping che utilizzano navi di grande capacità sulle rotte via Suez da e per il Medio/Estremo Oriente e il Sud Est Asiatico”.Lo studio si articola su tre livelli di analisi: una comparazione delle procedure attuabili nei punti franchi triestini con quelle previste negli altri porti nazionali e nelle altre zone franche comunitarie, focalizzata su dieci casi/tipo di operazioni portuali, effettuata su quattro output fondamentali: operativo, amministrativo, finanziario e commerciale; poi una quantificazione dei principali flussi del traffico di transito relativi al comparto delle “commodity” quotate presso le principali borse merci internazionali; infine un progetto finalizzato di sondaggi mirati presso le principali aziende del Nord Est Italia dei settori industriali dell’agro-alimentare, delle costruzioni ed impianti, meccanico, tessile, import/export e della logistica.
Dai risultati emersi dall’indagine, che come precisa l’Autorità Portuale costituisce un punto di partenza per lo sviluppo di una azione di marketing mirata, si rileva che nel complesso delle operazioni-tipo esaminate, le posizioni di vantaggio per gli operatori ricoprono una incidenza del 73%, con una spiccata intensità dei vantaggi di natura commerciale, seguiti da quelli operativi, amministrativi e finanziari a pari livello.
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