“Collocare le Autorità Portuali nell’ambito della riforma della Pubblica Amministrazione produce un’involuzione del sistema dei trasporti nazionale con ricadute sociali pesanti e alcun beneficio per l’interesse generale”. E’ quanto sostengono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in merito alla riforma della P.A., varata dal Governo Renzi che prevede al punto 31 la razionalizzazione delle Autorità
Portuali e sottolineando unitariamente che “l’ottimizzazione delle A.P. rappresenta un fattore centrale della riforma portuale”.
Secondo le tre organizzazioni sindacali di categoria “il punto 31, in contraddizione alle premesse della riforma stessa, assume i contorni di taglio orizzontale rispondendo ad una mera logica di spending review, senza un obiettivo di interesse generale, e confligge profondamente con quanto proposto sui porti in questi ultimi mesi che vede invece l’attribuzione a questi enti di ulteriori compiti di pianificazione e sviluppo all’interno di un ridisegno complessivo della portualità che non può comunque prescindere dalla revisione del titolo V della Costituzione e da una pianificazione dell’intero sistema nazionale per una migliore interazione funzionale tra domanda ed offerta trasportistica”.
“Da anni come sindacati siamo impegnati - rivendicano Filt, Fit e Uilt - nel confronto su questi temi e con proposte concrete documentabili, al fine di restituire al Paese un sistema competitivo e all’altezza delle aspettative e chiediamo quindi per l’ennesima volta al Governo - concludono - di avviare rapidamente un confronto su questi temi complessivi perché, e su questo punto concordiamo con il Governo, è necessario fare presto e bene”.
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