Unire le forze per “imporre” alla politica i cambiamenti che non è in grado di gestire, facendo capire alla gente che porti e navi rappresentano per l’Italia una delle poche chiavi reali per generare ripresa, occupazione, ricchezza. E farlo subito con una voce sola che rappresenti tutte le
professioni e le attività del settore, pronte a realizzare autonomamente quel Piano dei trasporti che il Paese non si è mai dato e che deve contenere poche cose essenziali per catturare traffici, lavoro e investimenti internazionali.
É questo il messaggio senza precedenti che è scaturito dall’assemblea Federagenti, svoltasi oggi a Trieste: i presidenti di Assoporti, Pasqualino Monti, di Confetra, Nereo Marcucci, e per l’appunto di Federagenti, Michele Pappalardo, hanno lanciato un vero e proprio guanto di sfida al Palazzo, candidando le associazioni imprenditoriali del settore a fare ciò che la politica non riesce a fare da decenni: cambiare rotta.
E candidandosi a far capire al paese reale che la riforma non è quella scritta dai burocrati e dai politici, ma quella che nasce dal mercato e dalla consapevolezza che proprio dall’emarginato settore della logistica (che rappresenta il 13% del pil nazionale), possano crearsi le basi per un rilancio del paese.
Guardare al mare per rilanciare le nostre economie.
RispondiEliminaPer uscire dalla stagnazione in cui versano le nostre Imprese, forse sarebbe stato il caso di prendere seriamente in considerazione il volano economico che la Portualità e le variegate attività legate al mare sarebbero in grado di generare, volano che non sarebbe chiaramente circoscritto soltanto alle attività portuali propriamente dette, poiché maggiori saranno i volumi delle merci in transito nelle nostre Regioni e maggiori di conseguenza potrebbero essere le possibilità che qualche Imprenditore Italiano o Straniero consideri opportuno e redditizio sfruttare la strategicità dei Territori affacciati sui nostri mari per incrementare le loro attività, siano esse industriali manifatturiere o logistiche, e riportare quindi nuovamente al centro delle nostre azioni/intenzioni il settore primario, unico realmente in grado di creare ricchezza vera che poi chiaramente sarebbe in grado di alimentare e far girare e sviluppare quello secondario ed il terziario.
I settori potenzialmente attinenti al rilancio delle attività legate al mare in aggiunta a Portualità, Logistica di Porto e Retroporto, potrebbero essere la produzione industriale, la trasformazione, la lavorazione, l’assemblaggio, ed il Trasporto Gomma/Rotaia per la distribuzione di una significativa quota delle merci in transito nel Mediterraneo relative ai notevoli volumi dell’interscambio Euro Asiatico, per avvalorare questa mia tesi credo sia sufficiente dare un'occhiata ai grandi Porti del Nord Europa ed alle molteplici redditizie e variegate e attività che sono proliferate nei loro hinterland.
BRUNELLO ZANITTI Giuliano
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