sabato 9 agosto 2014

ALITALIA: Nasso (Filt), valutare il duro prezzo pagato dal lavoro

“C’è davvero bisogno di una nuova azienda che chiuda con gli errori industriali del recente passato che hanno portato al fallimento di Alitalia CAI”. Ad affermarlo è il segretario generale della Filt Cgil Franco Nasso: “Alitalia, che trova 'in extremis' una possibilità di futuro, ha dato pessima prova sul piano industriale e anche nella gestione dell’ultimo negoziato sindacale. Abbiamo registrato - ricorda Nasso - forzature
ingiustificabili, che originano ingiustizie, togliendo possibili tutele con modalità che possono favorire discriminazioni rispetto alle quali vigileremo e che contrasteremo con ogni mezzo, qualora si manifestassero. Ultima la decisione che ha portato a collocare l’apertura delle procedure di mobilità nel pieno dell’esodo estivo, esasperando tutte le tensioni”. Per il segretario generale della Filt “con la firma con Etihad, si può e si deve aprire un altro capitolo, ricostruendo un sistema relazionale che chiuda con tutte le opacità del passato, manifestatesi nel ritardo accumulato con la Uil che, dopo settimane di propaganda e disinformazione tra i lavoratori, firma per intero gli accordi sottoscritti il 16 luglio.

Per giustificare l’inevitabile retromarcia e la resa incondizionata - sostiene Nasso - si accontenta di un inutile lettera ricevuta da Assaereo, che non può ovviamente modificare gli accordi ed allo stesso modo viene spacciata per novità la convenzione con le banche per i crediti ai dipendenti, già comunicata dall’azienda ai firmatari dell’accordo il 17 luglio”.

Secondo il dirigente sindacale della Filt “adesso è davvero il tempo di voltar pagina, di dare una prospettiva industriale ad Alitalia e di togliere dall’angoscia della perdita del lavoro tutti i lavoratori che hanno pagato ingiustamente un duro prezzo per le colpe delle passate gestioni e per la forzata conduzione di un confronto sindacale che poteva essere concluso in modo molto diverso.

 Fin dall’inizio la Filt - sottolinea Nasso - ha giudicato credibile il piano Etihad, non ha condiviso la gestione degli esuberi, mentre si è assunta la responsabilità degli accordi utili ad impedire il tracollo traumatico prima dell’accordo con Etihad. Altri hanno speculato sul fronte interno sindacale e qualche commentatore poco informato - sostiene infine il dirigente sindacale - cerca nella Filt e nella Cgil responsabilità che non ci appartengono, e non vede, o fa finta di non vedere, l’origine del disastro Alitalia e la coda avvelenata di questo disastro, che ha pesantemente condizionato il lungo negoziato sindacale prima dell’intesa di oggi”.

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