Individuato il meccanismo chiave
attraverso cui il cervello traduce alcuni segnali periferici di sazietà. È il
risultato di una ricerca svolta da Università di
Firenze e Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza Università di Roma. Il titolo del lavoro, pubblicato su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), è “Satiety factor oleoylethanolamide recruits the brain histaminergic system to inhibit food intake”.
Firenze e Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza Università di Roma. Il titolo del lavoro, pubblicato su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), è “Satiety factor oleoylethanolamide recruits the brain histaminergic system to inhibit food intake”.
"Abbiamo scoperto”, spiega Maria Beatrice
Passani, ricercatrice del Dipartimento di Neuroscienze, Area del Farmaco e
Salute del Bambino (Neurofarba) dell’Ateneo fiorentino, “che il segnale di
sazietà prodotto dall’intestino durante il consumo di un pasto da parte di un
lipide, l’oleoiletanolamide (Oea), attiva aree specifiche del cervello che
usano l’istamina come neurotrasmettitore, favorendo così la cessazione
dell’attività alimentare”.
“Le prove sperimentali raccolte in questo
studio”, prosegue Roberto Coccurello dell’Ibcn-Cnr, al cui fianco hanno
lavorato per lo stesso istituto Giacomo Giacovazzo e Anna Moles, “dimostrano
per la prima volta che l’effetto anoressizzante di Oea viene drasticamente
attenuato sia in animali privi della possibilità di sintetizzare istamina, sia
in animali le cui riserve neuronali di istamina sono state temporaneamente
inattivate attraverso la somministrazione diretta nel cervello di un agente
inibitore. Grazie alla nostra ricerca siamo riusciti a individuare la natura
dei neurotrasmettitori implicati e a comprendere i meccanismi attraverso cui
determinate popolazioni di cellule nervose (neuroni) presenti nel cervello a
livello dell’ipotalamo traducono l’informazione mediata da Oea sullo
stato nutrizionale dell’organismo e sul corrispondente livello di sazietà. È
stato identificato quindi nel sistema neurotrasmettitoriale dell’istamina una
delle componenti fondamentali per veicolare il messaggio di sazietà generato da
Oea a livello intestinale”.“La conoscenza di questi meccanismi neuronali, che assolvono un ruolo essenziale nel comportamento alimentare, in quanto contribuiscono alla riduzione dell’appetito, offre nuove prospettive per sviluppare farmaci più efficaci e sicuri per il trattamento dell'obesità, che mirino a incrementare il rilascio di istamina nel cervello”, conclude Passani, al cui fianco hanno lavorato – nel team fiorentino - Gustavo Provensi, Hayato Umehara, Leonardo Munari, Nicoletta Galeotti e Patrizio Blandina.
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