sindacali e le parti datoriali non hanno trovato la quadra sui temi oggetto dell’incontro: il raddoppio del turno lavorativo e il rinnovo del contratto integrativo.
La discussione sviluppata sotto la supervisione dell’Authority si è infatti arenata a causa di una spaccatura maturata all’interno delle rappresentanze sindacali. Se da una parte Massimo Lomi, della segreteria di Unicobas, aveva proposto la convocazione immediata di un tavolo sulla stipula del contratto integrativo, dando in cambio la disponibilità a risolvere il problema del raddoppio dei turni lavorativi, dall’altra la Rsu dell’ALP ha ritenuto invece imprescindibile avviare, prima di ogni impegno o disponibilità in ambito lavorativo, una seria e approfondita analisi sul futuro dell’azienda.
«Ad oggi - ha detto il direttore generale dell’ALP Marco Rambaldi – i nostri operai lavorano ad una media mensile pari a 10,8 turni. Dietro il riconoscimento di un equo compenso avevamo chiesto ai dipendenti il raddoppio giornaliero del turno lavorativo. La loro disponibilità sarebbe stata un segnale importante che ci avrebbe aiutati a coprire quella richiesta pari a circa 600 turni all’anno che oggi non riusciamo a soddisfare».
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