Il quinto Osservatorio Intesa Sanpaolo – Mediocredito Italiano sulle Reti d’Impresa fotografa un fenomeno molto vivace, che si sta avvicinando al traguardo delle 10.000 aziende in rete. Lo dicono i dati al 31 ottobre 2014: sono 1.770 i contratti di rete registrati in Camera di Commercio, con il
coinvolgimento di 9.129 imprese.
La classifica regionale è guidata dalla Lombardia con 2.019 imprese in rete, seguono l’Emilia Romagna con 1.128 imprese e la Toscana con 982 imprese coinvolte. Circa il 45% delle imprese italiane in rete si trova in queste tre regioni. L’Abruzzo è la più attiva, con lo 0,46% delle imprese regionali in rete. A livello nazionale, invece, ci si ferma allo 0,18%. Nella classifica per provincia, il primato spetta a Milano con 667 imprese; seguono Roma (444) e Brescia (348).
Il grado di differenziazione produttiva e dimensionale all’interno delle reti è molto elevato. L’83,9% dei contratti unisce imprese specializzate in comparti produttivi differenti. Molte reti sono dotate di un buon patrimonio di competenze in ambito tecnologico e commerciale.
Le imprese manifatturiere in rete, infatti, sono più presenti all’estero con attività di export, partecipate e marchi registrati a livello internazionale, fanno più innovazione e sono più attente all’ambiente.
Cresce il numero di reti che ha come obiettivo la sostenibilità ambientale: i contratti “green” sono 244, pari al 13,8% del totale, con il coinvolgimento di 1.274 imprese, attive nel settore delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, del riutilizzo di materiali, della produzione di beni per servizi ambientali, della riduzione delle emissioni di CO2 e della riqualificazione energetica.
Nei contratti “green” il 16,4% delle imprese è dotata di un certificato ambientale, contro il 9,7% delle imprese in reti “no green” e il 2,8% delle imprese non in rete. Differenze significative emergono anche per quanto riguarda innovazione e presenza sui mercati internazionali.
La sostenibilità ambientale sembra dunque un obiettivo che può essere raggiunto attraverso la compresenza di diverse leve strategiche, che includono la capacità di innovare e di presidiare con successo i mercati esteri. Gli obiettivi di salvaguardia dell’ambiente e di sviluppo di tecnologie e di beni con contenuto ambientale possono, infatti, essere raggiunti solo attraverso un impegno consistente in ricerca e sviluppo.
La presenza sui mercati esteri, nel caso delle imprese manifatturiere, consente poi di sfruttare al meglio l’introduzione di nuovi prodotti a basso impatto ambientale.
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