venerdì 29 maggio 2015

L’innovazione tecnologica nella ricerca oceanografica


Parte da Napoli e dal suo Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Cnr, l’innovazione tecnologica nella ricerca oceanografica. Parte con due progetti Pon di ricerca scientifica d’avanguardia: PiTam e Stigeac, entrambi portati avanti con il programma Parfamar finanziato con fondi comunitari. Ennio
Marsella, dirigente di ricerca presso l’Iamc, spiega: “Obiettivo comune ai due progetti è potenziare la capacità di ricerca dell’Italia meridionale, costruire e innovare attrezzature che consentano un rilievo in mare più efficace di quanto non sia possibile oggi”. Si tratta di un progresso fondamentale per far fronte alle sempre più frequenti emergenze in ambiente marino.

Ad esempio se c’è l’urgenza di misurare l’inquinamento delle acque a seguito del danneggiamento di una petroliera si ha la necessità di integrare attrezzature diverse e questo può rallentare l’operatività. L’obiettivo di PiTam e Stigeac è produrre dunque piattaforme tecnologiche dove alloggiare un insieme di laboratori già pronti e calibrati in grado di rispondere rapidamente a queste esigenze.

Secondo il programma, la fase di ricerca progettuale andrà di pari passo con quella didattica perché è fondamentale formare una generazione di operatori altamente specializzati per far fronte alle richieste di chi opera con le nuove tecnologie: “Oltre allo sviluppo tecnologico -prosegue Marsella- puntiamo infatti anche sulla formazione di giovani: ad esempio in questo momento c’è una grande richiesta nel mondo di operatori che possano agire sui droni marini e sui droni con carico da 20 kg e quindi c’è una nuova generazione di tecnici/ricercatori che si sta formando proprio nell’ambito di questo progetto”.

Il progetto di Formazione.
Compito dell’Iamc è quello di integrare tutti i passaggi coordinandoli e concretando un percorso di trasferimento tecnologico completo. Il percorso formativo accosta invece alle lezioni in aula l’esperienza pratica attraverso l’affiancamento di ricercatori e professori dello stesso Iamc e dell’Università Parthenope, trasferte presso i cantieri dove si stanno realizzando le piattaforme e i laboratori tecnologici.

Eduardo Cagnazzi

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