mondiale con ben 70 miliardi di euro complessivi a disposizione da qui al termine della decade. «Un bel risultato, che è motivo dì orgoglio anche per la Camera di Commercio, che crede nelle ricadute di quest’attività per il sistema economico varesino» sottolinea Renato Scapolan, presidente di un ente camerale che garantisce un significativo aiuto economico a un laboratorio che conta anche sulla collaborazione dell’Unione Industriali di Varese.
Il successo sul bando europeo permetterà al Lab#ID di condurre uno studio volto ad analizzare nei suoi molteplici aspetti culturali, economici, e sociali ed etici il nuovo fenomeno del “fai da te digitale”. Il passo successivo sarà quello di produrre linee guida in grado di massimizzarne i benefici per cittadini e imprese:
«La domanda cui cercheremo di rispondere – spiega Luca Mari, direttore del Lab#ID e coordinatore della ricerca che aggrega alla LIUC sei partner europei – è se l’attitudine al “fai da te” quale si delinea all’interno di ambiti a forte tasso d’innovazione tecnologica, come quelli garantiti dalle stampanti 3D o dalle schede Arduino e dall’Internet ”delle cose”, possa rendere migliori le organizzazioni.
È il caso, per esempio, della scuola, che necessita di una maggiore efficacia nei suoi modelli formativi, ma anche delle imprese, che possono far leva sulla creatività dei loro collaboratori invece che considerarli quali meri esecutori, come succede nel modello di stampo fordista-
Ed è il caso persino delle singole persone: come i nuovi strumenti offerti dalla tecnologia possono rendere gli individui meglio consapevoli del potenziale di cui sono portatori nello sviluppo della propria creatività? Sono temi attuali e con potenziali importanti ricadute sociali ed economiche, intorno ai quali la nostra attività di ricerca si svilupperà nei prossimi due anni».
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