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giovedì 23 luglio 2015
Assemblea Assoporti, il ministro Delrio accelera sul piano della logistica
“Il Piano della logistica e dei porti non è un libro dei sogni”. Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha rilanciato con forza quello che dovrebbe a regime fornire la base per
un progetto di rinnovamento globale di un settore che – ha sottolineato il ministro – è stato colpevolmente sottovalutato dall’opinione pubblica cosí come dalla politica, preannunciando un iter legislativo serrato per i provvedimenti attuativi del processo di ristrutturazione e riforma del settore.
Il palcoscenico per ribadire i contenuti di quella che il ministro ha indicato come la sfida fondamentale per il rilancio della competitività del sistema paese è stata oggi l’assemblea di Assoporti, che il presidente Pasqualino Monti ha voluto aprire con forza alle logiche del mercato e di quella economia globale che – negli auspici dei vertici dell’Associazione dei porti – dovrebbero sovraintendere anche le scelte di governance e in particolare di autonomia finanziaria che dovranno essere compiute per i porti italiani.
Se Delrio ha insistito sulle “due cure” per il rilancio del sistema economico del paese, quella del “ferro” riferita al rilancio dei trasporti ferroviari e quella dell’acqua (“chiave – ha detto – per lo sviluppo del paese”), Monti ha centrato la sua relazione sulla necessità cogente di intervenire su quattro fronti scottanti: l’autonomia decisionale e finanziaria (che – come emerso dalle relazioni degli ospiti internazionali all’assemblea – è la chiave del successo di grandi porti come Rotterdam o Barcellona), sulla governance portuale e quindi la necessità di abbattere le barriere burocratiche (spesso causate dalla presenza in porto di troppe competenze non coordinate) che condizionano l’efficienza del sistema portuale; quindi la governance della catena logistica e infine i rapporti con il governo nazionale e locale.
Assoporti sostiene con forza il Piano della logistica e dei porti, ma il suo contributo – come ha evidenziato l’assemblea di oggi – consiste anche in un costante confronto con quanto accade nella portualità europea alla ricerca delle formule di competitività che fanno, ad esempio, di Rotterdam (all’assemblea era presente il direttore generale Victor Schoenmakers), con 180.000 dipendenti, un fatturato di 660 milioni di euro e profitti per 215 milioni, la colonna portante dell’economia olandese.
L’assemblea di Assoporti – come ha sottolineato il presidente Monti – si è ispirata quest’anno al massimo pragmatismo. I fari per rilanciare il settore sono, da un lato, la politica europea sui corridoi Ten-T e sulla Blue Economy (sintetizzate dal direttore porti della Commissione europea, Dimitrios Theologitis); dall’altro il mercato che – come piú volte ribadito dal presidente di Assoporti, Pasqualino Monti – sta anche imponendo (ad esempio con le navi giganti) regole del gioco difficilmente compatibili con le capacità di investimento dei porti. Fattori di rischio questi, che, cosí come ferrovie inefficienti, rischiano di compromettere – hanno sottolineato Ignazio Messina e Rino Canavese – qualsiasi seria prospettiva di sviluppo della portualità italiana.
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