Pur rimanendo entrambi in territorio negativo, da un lato gli imprenditori del manifatturiero mostrano un apprezzabile recupero di fiducia nelle prospettive a breve, mentre quelli del commercio e dei servizi evidenziano un peggioramento delle attese rispetto a un anno fa. Nell’industria manifatturiera, il saldo tra attese positive e negative rispetto all’andamento della produzione nel terzo trimestre si attesta a -16 punti percentuali, contro i -23 punti registrati nello stesso periodo dello scorso anno, con un guadagno di 7 punti in termini di ‘fiducia’ a distanza di dodici mesi.
La distanza tra pessimisti e ottimisti si riduce, in senso positivo, anche per quanto riguarda le attese sul fatturato: dal -20% del terzo trimestre 2012 al -15% riferito al terzo trimestre di quest’anno. All’opposto, rispetto all’estate 2012 appare in peggioramento il sentiment degli imprenditori di commercio e servizi: con riferimento alle attese circa l’andamento delle vendite nel trimestre estivo, la differenza tra attese positive e negative è di -18 punti percentuali, contro i -10 dello stesso periodo dell’anno scorso.
In linea con questo dato anche le indicazioni che vengono dagli imprenditori dei servizi che, tra luglio e settembre, si attendono un ulteriore calo del volume degli affari (-15% contro il -7% del 2012). Sono questi i principali risultati dell’indagine congiunturale sulle imprese del manifatturiero, del commercio e dei servizi realizzata dal Centro studi di Unioncamere con riferimento agli andamenti del II trimestre e alle previsioni per il III trimestre del 2013. “Il termometro delle imprese comincia a mostrare segnali incoraggianti, ma per scacciare la febbre della crisi servono ancora cure robuste” ha commentato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.
“Per i settori dell’industria manifatturiera, più aperti ai mercati internazionali, le prospettive a breve indicano un’incoraggiante ripresa della fiducia degli imprenditori. Anche se le attese su produzione e fatturato continuano ad essere prevalentemente negative, rispetto a un anno fa il quadro sta cambiando in meglio. Preoccupa invece, e molto, l’aggravarsi delle prospettive per chi opera sul mercato domestico. Perché gli imprenditori possano cambiare atteggiamento serve restituire capacità di acquisto agli italiani riducendo il carico fiscale su imprese e lavoro, e poi rafforzare la terapia di rilancio della domanda interna e dell’occupazione, l’unico modo per far imboccare al paese la via di una ripresa sostenibile.”
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