spinta arriva da Lombardia, Abruzzo, Emilia Romagna e Lazio, regioni particolarmente attive negli ultimi sei mesi dello scorso anno. A fine dicembre le reti registrate in Camera di Commercio erano 1.353 per un totale di 6.435 imprese aderenti.
La breve storia del contratto di rete, nato nel 2009 per dare alle aziende la possibilità di accrescere la massa critica senza rinunciare alla loro autonomia, comincia a offrire interessanti spunti di analisi e riflessione. Nonostante la crisi in atto, le aziende in rete hanno per esempio mostrato una maggiore capacità di tenuta in termini di margine operativo lordo, un migliore posizionamento strategico e, in particolare nel settore manifatturiero, una superiore capacità competitiva. E’ presto invece per quantificare i benefici sulla crescita, considerato che i progetti di rete hanno mediamente un orizzonte temporale medio-lungo. Nel mondo delle aziende in rete si stanno affermando alcune tendenze.
L’Osservatorio ha registrato una crescita delle alleanze tra soggetti complementari, che riescono così ad accedere a competenze che non potrebbero sviluppare autonomamente. La diversificazione produttiva all’interno delle reti è infatti pari all’82,5%. Inoltre, si sta assistendo ad un maggior utilizzo della rete da parte di aziende meno strutturate per accedere da sole ai mercati esteri. Spesso si tratta di piccole realtà che non avevano mai sperimentato alcuna forma di aggregazione (4 imprese in rete su 5 sono microimprese), non hanno partecipate o attività estere e che, grazie al contratto di rete, hanno trovato nuovi sbocchi commerciali.
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