Una tavola rotonda per veicolare ai fruitori e agli
stakeholder del Parco Nazionale dello Stelvio - come i
residenti e chi porta avanti attività produttive all'interno dell'Area protetta
- il
messaggio che ogni soluzione di spezzettamento della governance del Parco rischia di
derubricare le sue visioni e i suoi orizzonti da nazionali a localistici.
Sabato 26
luglio, ore 16, a Bormio (SO), presso la Sala Bormio
Terme (Via Stelvio, 10) il Club alpino italiano organizza, nell'ambito del Festival
“La
magnifica terra”, il convegno “Presente e futuro del
Parco Nazionale dello Stelvio”. Sull'Area Protetta incombe
una norma che prevede lo smembramento della gestione tra le province autonome di Trento e
Bolzano e la Regione Lombardia (il comma 339 della Legge di
Stabilità 2014, approvata il 23 dicembre 2013).
Il CAI, che si è già dichiarato contrario a tale provvedimento, riunisce esperti e amministratori in
un convegno moderato dal Presidente del CAI Sezione Valtellinese di Sondrio Angelo Schena,
per discutere e approfondire la questione e fare in modo che le misure di carattere
politico riguardanti il Parco vadano nella direzione di unitarietà della sua
governance. Per l'occasione saranno presenti a Bormio i
componenti della Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del
Sodalizio.
“Il Parco dello Stelvio è strategico anche nelle
relazioni con l'Europa, in quanto è collegato con altre Aree
protette europee (Parco Nazionale svizzero). Per il CAI, inoltre, ha anche un valore storico
visto che lo ha promosso insieme al Touring Club Italiano nel 1935”, ha
dichiarato Erminio
Quartiani, delegato per i rapporti con gli enti pubblici e per
l’ambiente del CAI, che introdurrà l'incontro. “Queste sono tutte ragioni che ci fanno propendere per una unitarietà
nella sua gestione”.
A tal proposito lo scorso mese di marzo il Presidente generale del CAI Umberto Martini,
che concluderà i lavori, aveva indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio
Matteo Renzi e ai ministri coinvolti nella vicenda, in cui
esprimeva "grande preoccupazione
per il possibile smembramento del Parco”, dato che “la gestione comune ha
consolidato l'integrazione
tra le diversità culturali, linguistiche e geografiche che
l'eventuale frammentazione gestionale farebbe inevitabilmente arretrare
nell'affermazione localistica". Nessuna risposta ufficiale è mai
pervenuta da parte del Governo.
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