lavorativa. Sette su dieci seguono, quando sono in vacanza, la regola dei tre pasti quotidiani. Il restante 32% dichiara, al contrario, di seguire un ritmo alimentare poco organizzato. Si tratta di percentuali ben lontane da quelle riscontrate nei periodi di normale attività quando per molti non si capisce più, tra pranzo e cena, quale sia il pasto più importante della giornata.
E persino a colazione la vacanza fa tornare alle buone e sane abitudini. Uno su quattro dichiara di farla abbondante, al contrario di quanto gli capita nel corso dell’anno quando riesce a prendere solo un caffè sulla porta di casa. Non manca chi dichiara di mangiare meno (37,5%) o di consumare cibi più leggeri (15,2%) insieme ad una più attenta selezione degli alimenti.
Ma c’è anche un 32,4% che afferma di mangiare di più e riguarda, come si rileva dall’incrocio con la condizione professionale, principalmente lavoratori e studenti, ossia chi durante l’anno si trova spesso fuori casa. Si consumano di più frutta, verdura e pesce e si fa a meno di insaccati, carne e formaggi. Persino la pasta perde terreno sulla tavola dell’italiano in vacanza.
Emerge, dunque, un regime alimentare salutista con l’obiettivo di puntare al riposo e alla disintossicazione alimentare (e mentale) più che allo sfrenato divertimento consumistico. Qualche eccezione sull’alcol dove a fronte di un comportamento che non cambia per sette italiani su dieci si riscontra un 19,5% che dichiara di consumarne un po’ di più ed un 9% che afferma di farne un consumo notevolmente maggiore.
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