giovedì 13 novembre 2014

Il sistema portuale triestino in vetrina in Baviera.


In collaborazione con la Camera Italo-Tedesca di Monaco nella sede della Camera di commercio e Industria di Monaco e dell’Alta Baviera, la Camera di commercio di Trieste attraverso Aries e con la
collaborazione dell’Autorità Portuale di Trieste, delle associazioni di categoria delle imprese portuali (spedizionieri e agenti marittimi) e delle imprese stesse, il sistema portuale triestino nella sua interezza si è presentato e confrontato con gli imprenditori tedeschi. Numerose le imprese bavaresi - e tedesche più in generale - che hanno partecipato all’evento, con anche la presenza in sala del vicepresidente dell’associazione dei Trasportatori della Baviera, Wolfgang Anwander e dell’amministratore delegato dell’associazione degli spedizionieri della Baviera, Edina Brenner.

“Trieste più che un porto che guarda al sistema italiano – ha aperto l’evento il presidente della Camera di commercio di Trieste, Antonio Paoletti – è un porto che guarda al suo bacino naturale, fatto dalla Baviera, dall’Austria, dalla Repubblica Ceca e dall’Ungheria”. Nel corso del suo intervento il presidente Paoletti ha voluto evidenziare i vantaggi dei Punti Franchi del Porto di Trieste come “le merci che possono essere mantenute in un magazzino di porto franco come merci estere, il differimento dei dazi e dell’Iva all’importazione dopo 180 giorni, nonché – ha rilevato – i vantaggi fiscali sulle lavorazioni effettuate sulle merci stesse”.

 A Paoletti ha fatto eco il rappresentante della Camera tedesca che ha ospitato l’evento. “Questo evento segue la verifica fatta alle strutture dello scalo portuale da una delegazione della nostra commissione trasporti – ha esordito Peter Kammerer, della Camera di commercio e dell’Industria di Monaco e dell’Alta Baviera – che ha toccato con mano l’efficienza operativa esistente.

 L’Italia è il quarto Paese per interscambio con la Baviera, con, nel 2013, 10 miliardi di euro di scambi, ma ulteriori possibilità di crescita. Il Porto di Trieste è la nostra naturale porta di accesso al far East e per tale ragione siamo qui a creare l’opportunità di ulteriori rapporti commerciali. Se da un lato – ha concluso Kammener - vanno potenziate le infrastrutture di collegamento, dall’altro vi sono ancora notevoli possibilità di implementazione di utilizzo di quelle esistenti”.

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