imprenditori che onestamente e nel rispetto delle leggi svolgono il proprio lavoro. La Presidente Cinzia Franchini dichiara in proposito:
“Uno dei tratti distintivi della mia Presidenza è stato avversare fin dall’inizio l’illegalità diffusa di stampo mafioso, ma anche le devianze del mercato causate da alcune lobbie. Continuerò con decisione e coerenza sulla strada intrapresa, forte dell’appoggio validissimo e unanime dell’intera presidenza Fita e dei tanti autotrasportatori che singolarmente ci incoraggiano a non cedere”.Ad assistere l’associazione sarà l’avvocata antimafia Vincenza Rando che commenta:
“La decisione assunta dalla Presidenza CNA-Fita è altamente significativa e crea anche un precedente. Una associazione di categoria che prende una precisa e chiara posizione contro coloro che danneggiano la legalità è una scelta di grande responsabilità e segna uno spartiacque storico tra coloro che predicano la legalità e coloro che operano all’insegna della legalità e dell’etica della responsabilità.
La costituzione di parte civile è un atto importante perché gli imputati di gravi reati, che danneggiano l’economia sana e violano le regole del mercato, offendono e danneggiano tutta la categoria e ne arrecano un profondo danno economico e di immagine.”Il processo Caronte rappresenta uno spaccato aberrante del male che affligge l’autotrasporto. Racconta infatti come la mafia sia ampiamente radicata all’interno del settore e ne governi, in parte, le dinamiche di mercato. Dalle intercettazioni telefoniche si evince, per esempio, come un boss possa imporre le tariffe dei trasporti su larga scala. Anche il procedimento Aemilia, dove sono coinvolti imprenditori dell’autotrasporto, ci racconta quanto il cancro sia già diffuso e come, Sicilia ed Emilia, non siano poi così lontane. Per questo l’azione di CNA-Fita risponde ad una contingenza che si fa sempre più urgenza.
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