Presentato all'Accademia dei Fisiocritici di Siena, nel
corso del Convegno su indicatori per la
Strategia Marina uno studio pilota per il monitoraggio
dei macro rifiuti marini galleggianti tra la Toscana e la Corsica.
I risultati del monitoraggio, scaturiti da più di 40 ore di
osservazioni dirette in mare, ha evidenziato come più dell’80% dei macro
rifiuti (più grandi di 25 cm) presenti in mare sia rappresentato da “plastiche”
e di come teli e buste di plastica, insieme a cassette di polistirolo per pesce
siano tra gli oggetti più presenti.
La ricerca è stata resa possibile grazie all’utilizzo di
traghetti della Corsica-Sardinia Lines utilizzati come come piattaforme di
osservazione ed è stata realizzata dall’Università di Pisa e da ISPRA (Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). L’area monitorata è stata
una “striscia di mare” larga 100 metri posta a fianco del traghetto e
sorvegliata sistematicamente da un osservatore dedicato.
In media è stata trovata una densità di macro-rifiuti pari
a due oggetti ogni chilometro quadrato; lungo l’area di studio, la rotta
transfrontaliera Livorno-Bastia, la
densità di macro rifiuti è risultata essere simile. Cristina Luperini, che ha
presentato lo studio, ha evidenziato come tale protocollo oltre ad avere costi
molto ridotti permette di conoscere il fenomeno dei rifiuti marini anche nei
tratti di mare alto solitamente poco monitorati.
“Il metodo - sottolinea la ricercatrice - è replicabile sia nel tempo sia nello spazio; durante il nostro studio abbiamo contato, all’interno della nostra striscia di 100 metri, un oggetto circa ogni 5 km percorsi. In particolare buste di plastica e reti fantasma possono essere molto pericolose per la fauna marina protetta come tartarughe e cetacei, sia per l’ingestione sia per l’aggrovigliamento. Anche per questo è particolarmente importante poter conoscere l’entità della loro presenza in mare alto. Durante il nostro studio abbiamo contato un oggetto in mare circa ogni 5 km percorsi”.
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