La confederazione Italiana Agricoltori della Campania afferma che per verificare la qualità ambientale di un’area possono essere presi come riferimento i prodotti agricoli. Insomma, i prodotti agricoli come bioindicatori della qualità ambientale di un territorio.
Per questo motivo, ha già iniziato la campionatura dei prodotti nella
maggior parte delle aziende associate che sono situate nell’area interessata dall’emergenza ambientale per produrre delle analisi, in convenzione con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, con delle caratteristiche che riescono a definire oltre la qualità dei prodotti, anche quella dell’ambiente.
Infatti, le analisi, oltre a verificare la presenza degli elementi normati per Legge, prevedono anche la ricerca di tutti gli altri metalli potenzialmente tossici di idrocarburi e altri inquinamenti organici, oltre l’esame della genotossicità ed integrità del DNA.
La Cia è sicura di poter dare i risultati delle analisi e la mappatura delle aziende controllate entro dicembre.
La Cia ritiene fondamentale, soprattutto per recuperare una immagine e un senso di civiltà della nostra regione, una forte azione della Regione Campania, che da una parte finanzi i Comuni per rimuovere tutto quello che è rifiuto abbandonato sui propri territori e dall’altra preveda una ordinanza secondo cui le amministrazioni che non hanno pulito i propri territori vengano commissariate.
In ultimo e non meno importante, la Cia Campania è convinta che bisogna aumentare sempre di più la raccolta differenziata, ma nello stesso tempo se necessario per chiudere il ciclo dei rifiuti in Campania, immaginare anche la costruzione di un termovalorizzatore.
Nessun commento:
Posta un commento