mercoledì 8 maggio 2013

Project Life

La storia vuole che E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta, tornasse spesso a Pellezzano, paese natale dei suoi genitori, nella Valle dell’Irno, per scrivere le sue canzoni: da “La leggenda del Piave” a “Tammurriata nera”, il suo ultimo successo, ispirato ad un episodio di cronaca legato ai rapporti intercorsi tra ragazze napoletane e soldati di colore. La felice posizione in collina e la vicinanza al mare, per trovarsi a un tiro di schioppo dalla

costiera Amalfitana


 e dalla ridente Salerno, ne facevano, e ne fanno ancora, un centro di potenziale attrazione turistica per il suo clima mite e l’ambiente variegato. Il paese è incastonato in un territorio, la Valle dell’Irno, che ha visto mutare la propria economia nel corso degli anni; da quando nel 1843 è stata completata la ferrovia Napoli-Nocera e qualche anno più tardi prolungata fino a Salerno e collegata con Avellino attraverso la galleria di Codola, la più antica d’Italia, prima galleria ferroviaria costruita nel nostro paese. In quegli anni il cotone si avviava a sostituire la seta e il lino, tradizionali prodotti della terra, grazie ai capitalisti svizzeri che cominciarono ad insediare fabbriche nell’Agro Nocerino e finanche nella vallata dove i corsi d’acqua andavano a confluire nel fiume Irno. Sapori e mestieri non sono andati però persi nel tempo. A riscoprirli ed a valorizzarli, recuperando la memoria storica contadina e le antiche tradizioni, ci pensa adesso Project Life, un’associazione locale che punta a salvaguardare l’identità storica dei luoghi, avvicinando i visitatori ed i cittadini del comprensorio salernitano ed avellinese al mondo dell’artigianato, delle tradizioni culturali e gastronomiche.

Una passeggiata, insomma, con lo spirito del camminare lento alla riscoperta degli antichi mestieri artigianali che si tramandano ancora. Come la lavorazione del legno, del marmo e del ferro. E dei sapori, come filo conduttore, per scoprire un territorio che conserva ancora una ricchezza poco conosciuta che deriva dalla sua storia e dall’esclusione dei circuiti del turismo di massa. Con il piacere di riappropriarsi di quel gusto oggi perduto. Le attività di promozione e di sensibilizzazione rappresentano il comune denominatore dell’associazione che intende perseguire anche

“sani ed onorevoli principi di solidarietà”


sottolinea il presidente di Project Life, Alfonso De Bartolomeis. In questo processo che lega ogni persona al contesto di appartenenza, “riteniamo che anche l’informazione sia un bene ed un veicolo prezioso per dare valore alla socialità e per far conoscere un territorio ancora sano e genuino”, aggiunge de Bartolomeis.
Eduardo Cagnazzi

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