venerdì 14 giugno 2013

Alenia: il nuovo programma turboprop premia l’industria pugliese


Alenia Aermacchi sceglie la Puglia per lanciare un messaggio agli altri costruttori aeronautici possibili partner del nuovo velivolo turboprop. Il programma industriale del nuovo aereo regionale prevede investimenti per circa un miliardo e duecento milioni di euro e rilancerà l’intera industria aeronautica del Mezzogiorno, garantendo occupazione e lavoro alle imprese del settore per almeno vent’anni. Il governatore pugliese Nichi Vendola mette sul tavolo investimenti per 31 milioni di euro che la Regione Puglia rende disponibili per finanziare il progetto e scrive al premier Enrico Letta sollecitando il governo a fare la sua parte.

L'Ad di Alenia Aermacchi ha affermato che è in fase di avanzata realizzazione l’accordo che dovrebbe portare in Puglia le linee di montaggio per componenti di fusoliere e le ali del nuovo velivolo. Le due istanze che Alenia Aermacchi ha presentato alla Regione Puglia e finanziate con due contratti di programma, consentiranno alla Puglia di compiere un salto di qualità nel settore dell’aerospazio, rafforzando le competenze, non solo produttive, ma anche ingegneristiche e di progettazione.
 “Sono i primi passi in un cammino che può portare davvero, non solo la Puglia ma il sistema Paese, ad attestarsi in una posizione di grande vantaggio nei mercati internazionali dal punto di vista del modulo trasportistico che è richiesto dal mercato e dai cittadini. Credo che questo nuovo velivolo regionale possa essere per noi, davvero, l’apertura di una stagione importante e declinata verso il futuro”
ha detto in conferenza stampa il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
In precedenti occasioni il presidente Vendola aveva mostrato altrettanta attenzione e soprattutto determinazione nei riguardi delle scelte del gruppo Finmeccanica che nella divisione del lavoro deve privilegiare le regioni del Mezzogiorno d’Italia.
 “Ci aspettiamo un impegno forte del Governo italiano a sostegno di questa iniziativa - ha aggiunto Vendola - c’è bisogno che il governo comprenda l’importanza strategica di questo progetto e lo sostenga in Italia e all’estero. Il prodotto a cui stiamo lavorando è un prodotto appetibile in tutto il mappamondo e quindi c’è bisogno naturalmente non soltanto della volontà e della cocciutaggine di una tra le più grandi aziende al mondo, ma c’è bisogno anche della partecipazione di coloro che qui in Italia hanno costruito distretti dell’aerospazio particolarmente significativi”.
Antonio Ferrara
Presidente Aeropolis

Operazione "PESCE GIALLO"


Tra le responsabilità prioritarie del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera vi è quella della difesa del cittadino e della tutela del consumatore, con specifico riferimento alla prevenzione ed alla repressione di qualsiasi tipo di comportamento illecito lungo la filiera di commercializzazione dei prodotti ittici.

Gli illeciti riscontrati, sia con le precedenti azioni mirate di controllo della filiera in mare ed a terra sia con la quotidiana attività d’istituto, confermano l’esigenza di mantenere elevata l’attenzione nei confronti di tali fenomeni con particolare riguardo a qualsiasi condotta illegale concernente il prodotto ittico inadatto al consumo umano e/o di incerta provenienza, soprattutto per quanto concerne i prodotti della pesca somministrati presso i ristoranti cinesi e provenienti da depositi di pescato importato dall’Asia Orientale e Sud Est asiatico.

Per il perseguimento dei suddetti obiettivi, 15 militari della Capitaneria di Porto di Roma Fiumicino, sotto il coordinamento del 3° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Civitavecchia, hanno portato a termine una operazione di polizia giudiziaria denominata “PESCE GIALLO”, effettuando numerosi controlli presso diversi ristoranti e depositi all’ingrosso cinesi presso i quartieri Tuscolano e Prenestino di Roma. Le attività ispettive hanno riguardato le modalità di commercializzazione, messa in vendita e somministrazione dei prodotti ittici, nonché la verifica di specie sottomisura (novellame), la corretta etichettatura, la tracciabilità dei prodotti ittici ed infine la corretta conservazione dal punto di vista igienico-sanitario con particolare riferimento alle scadenze dei prodotti ed alle modalità di conservazione.

Cultura e impresa per far emergere il merito


Martedì 11 Giugno presso la sede dell’Università telematica Pegaso, si
è discusso del rapporto tra merito, cultura e impresa nell’ambito del programma “UniSocietà”. Ha presieduto la giornata di studi il Presidente del CdA dell’ateneo Domenico Iervolino che ha inaugurato i lavori ponendo al centro del proprio intervento l’inscindibilità del binomio cultura/impresa sottolineando come soltanto sulla base di questo rapporto sia possibile far emergere il merito. Per Iervolino il merito riesce ad esprimersi solo attraverso quella iniziale fiducia che l’impresa deve accordare all’ingegno perché il mercato possa premiarlo, dovrà essere allora l’impresa ad investire nel merito perché il circolo del trinomio non si spezzi. Alessandra Schettino, germanista e docente presso l’UniPegaso ha quindi introdotto e coordinato i lavori; a lei va il merito di aver immaginato un dialogo nuovo, tra voci distanti per provenienza professionale eppure affini nell’impegno per la cultura.



 Franco Rendano, già docente di chirurgia presso l’Università Federico II di Napoli, imprenditore che con le proprie forze ha realizzato il progetto partecipato di rigenerazione urbana “I Love Porta Capuana” che da alcuni anni opera nel quartiere dove attraverso la riqualifica dell’antico lanificio borbonico ha costituito uno degli spazi per l’arte contemporanea più importanti della città, ha presentato i meriti del proprio progetto, spiegando con quali sforzi e secondo quali fini è riuscito a costituire una delle più belle realtà dell’archeologia industriale del nostro territorio.


 Lo ha seguito il notaio Dino Falconio, autore de “Il tempo delle diete”, divertente ritratto della infelice destinazione dell’uomo sovrappeso costretto alla dieta dalle circostanze dei tempi, il quale, prendendo spunto dalla propria esperienza di austero notaio da un lato e di scrittore irriverente dall’altra, ha offerto il proprio contributo alla causa dell’incontro di cultura e merito. Sono quindi intervenuti Alessandra Schettino che ha presentato con passione il caso delle monache ribelli che nelle clausure cinquecentesche a Napoli vissero tra vizi e libertà che neppure la riforma tridentina potette reprimere e la cui scoperta fornisce oggi un fulgido esempio di ricerca d’archivio seria e pure impegnata ma capace di offrire spunti ad una industria, quella del cinema ad esempio, che più di un soggetto potrebbe trarne da un caso di tale rilevanza storica e narrativa. Hanno quindi offerto il loro contributo due giovani studiosi di lettera e filosofia, tra cui Domenico Ingenito che dopo essersi addottorato presso l’Orientale di Napoli ha trovato fortuna prima a Oxford e poi a Los Angeles dove dal prossimo autunno ricoprirà il ruolo di Professore Associato presso la UCLA.

Domenico Ingenito sta facendo molto per portare la bellezza della poesia classica e contemporanea all’attenzione delle istituzioni attraverso la promozione e l’organizzazione di festival e letture di poesie di cui è egli stesso l’appassionato animatore affinché questo fiore prezioso che è lo studio della letteratura non diventi quel frutto sterile che è spesso nei dipartimenti di lingue e resti invece quel bene raro eppure condiviso di una intera cultura. Ha chiuso il dibattito Maurizio de Giovanni, noto scrittore, che con la sua provocatoria sagacia ha riportato al centro dell’attenzione, il problema della frattura cui spesso si assistente nella società italiana tra cultura e merito, infliggendo le proprie brillanti ed ironiche considerazioni a danno di coloro che a beneficio dell’impresa hanno danneggiato la cultura. Un solenne no affinché ciò accada e un incoraggiamento affinché istituti di alta formazione come l’Università telematica Pegaso possano continuare a promuovere il fortunato trinomio di merito, cultura e impresa, si è levato dalla belle sale di palazzo Zapata, in Napoli.


Davide Grossi



Le Bourget 2013


Lunedì 17 giugno si apre l'Air Show 2013 di Le Bourget, la più importante rassegna internazionale per l'industria aerospaziale e difesa. La Campania, che nel prossimo bilancio prevede anche fondi per attività di sostegno alle iniziative d''internazionalizzazione del comparto aerospazio, quest'anno per motivi che nemmeno sono noti a operatori e imprese del settore, ha deciso di non prevedere alcuno spazio espositivo al Salone parigino.

L'assenza di una struttura istituzionale, com'era prevedibile, ha avuto la conseguenza che all'evento la partecipazione del comparto regionale dell'aerospazio sarà molto marginale e poco visibile.
Al Parc des Expositions de Paris-Le Bourget ci saranno quest'anno oltre 2.215 aziende espositrici con centinaia di stand e chalet, 150 nuovi aeromobili in vetrina, 27 Paesi rappresentati e 290 delegazioni internazionali. Sono previsti 350mila visitatori tra operatori, rappresentanti d'imprese e istituzioni dell'intero pianeta.


Saranno all'Air Show anche tutti i grandi gruppi industriali italiani, le aziende di Finmeccanica, Piaggio, Avio, AIAD e CIRA, ospite dello stand di ASI. Almeno 150 le PMI, università e centri di ricerca italiani saranno ospiti degli stand di regioni e dei distretti di Piemonte, Puglia, Lombardia, Umbria e Lazio.
Quella campana, praticamente sarà una partecipazione in ordine sparso di alcune aziende. Ci saremo noi di Aerospazio Campania e per la prima volta parteciperà l'associazione napoletana Aeropolis. Naturalmente ci sarà il Consorzio Technapoli.

Nell'ambito della presenza pugliese ci sarà Dema, azienda napoletana che ha sedi anche in Puglia e nel Quebec. Unico stand di azienda campana quello di EMA di Morra de Sanctis. Il comparto dell'aviazione generale sarà rappresentato da Vulcanair e Tecnam, che esporranno anche dei velivoli nell'area statica della rassegna.

La Regione Campania in passato, nonostante anche ritardi e spesso improvvisazioni, affidandosi praticamente anche alla passione e alla capacità organizzativa di singoli funzionari, dirigenti regionali e all'impegno delle aziende del territorio, anche se a volte in affanno, aveva comunque sempre garantito una presenza e quei servizi minimi che per le PMI sono indispensabile per missioni internazionali di questo tipo. Semmai ci saranno a bilancio anche fondi regionali, ma è veramente un peccato che quest'anno sia andata cosi per le aziende campane.

Antonio Ferrara
Aerospazio Campania
Presidente Aeropolis.it

A Gioia Tauro sono di scena le Zone Economiche Speciali


Il World Free Zone Convention (WFZC) di Londra, dal 2001, è impegnato nello sviluppo delle Zone Franche e delle Zone Economiche Speciali (ZES) a livello mondiale, attraverso un’intensa attività di conferenze e programmi di formazione. Gli eventi sono realizzati nei centri cardine dell’economia e dei commerci come Shanghai, Hyderabad (India), Kuala Lumpur, Emirati Arabi, Il Cairo, Sud Africa, Charleston (USA) e nelle principali capitali Europee.
Il 26 e 27 Giugno, l’organizzazione WFZC arriverà a Gioia Tauro, per la seconda Conferenza dal titolo:

CONNETTIVITA’ GLOBALE CON IL BACINO DEL MEDITERRANEO
con una speciale enfasi su
IL RUOLO DELLE ZONE FRANCHE NELLA LOGISTICA INTERNAZIONALE

Giovanni Grimaldi
Questa importante conferenza metterà in evidenza il ruolo delle Zone Franche e delle ZES nello sviluppo economico mondiale. Relatori di esperienza internazionale dibatteranno su come Gioia Tauro possa beneficiare dell’incremento di attività logistiche generato con una Zona Franca - ZES.

Sono previsti  relatori internazionali tra cui: Mr. Graham Mather - Chairman World Free Zone Convention, London, Courtney Fingar - Editor fDi Magazine, Londra, Edgars Suna - Direttore Marketing di Freeport, Riga, Latvia, Jamal Mikou - Membro del Consiglio dell’Agenzia Speciale TMSA, Tanger, Marocco e Michel Hek -Principal Consultant di Ecorys, Rotterdam.

Questa seconda edizione avrà lo scopo di:

 -  Generare un Forum di discussione sullo sviluppo delle Zone Franche dal punto di vista della produzione, trasformazione e logistica delle merci.
-  Analizzare la promozione di nuove partnership generabili attraverso lo sviluppo delle Zone Franche e ZES quali punti di raccordo tra i mercati mondiali di produzione e quelli di consumo.
-  Condividere con i responsabili politici, industriali e delle istituzioni finanziarie la possibilità di generare nuovi investimenti e idee di business.
-  Accrescere il ruolo delle Zone Franche e delle ZES quale motore di sviluppo degli scambi e degli investimenti tra le economie del bacino del Mediterraneo e le altre economie mondiali tra cui Cina, Economie Asiatiche, del Golfo, India, ecc.
-  Analizzare tutti i passi necessari per la realizzazione delle ZES sul territorio italiano ed in particolare nell’area retro portuale di Gioia Tauro.

Nel primo pomeriggio del 27 Giugno sarà organizzata una visita guidata al porto di Gioia Tauro. La Conferenza è organizzata con il supporto di SIMEST, Autorità Portuale di Gioia Tauro, Regione Calabria e con la collaborazione di Medcenter Container Terminal (Gruppo Contship Italia).

Monito al Governo e appello all’unità del settore

La Portualità turistica al ventennale di FEDERTURISMO


La portualità turistica italiana sarà difesa ad oltranza dall’oppressione denigratoria che il turismo nautico ha subito negli ultimi due anni con l’improvviso arresto della produzione nautica e della commercializzazione delle strutture di servizio alla “grande famiglia” di Confindustria - Federturismo. E’ questo quanto emerso nella giornata celebrativa del ventennale di Federturismo nella quale il prof. Eiarque, analista del settore turistico di fama internazionale, ha sottolineata l’importanza della componente economica della vacanza
“...che deve essere esperienza attiva e capace di attrarre un pubblico internazionale sempre più esigente”.
“L’esperienza nautica sulle coste italiane ben si inserisce in questo contesto  come il completamento del turismo alberghiero e balneare e va dunque protetta anche per meglio sfruttare i 15.000 posti barca realizzati nell’ultimo quinquennio ed i nuovi 20.000 in corso di realizzazione che corrispondono a ben  40  porti turistici”
ha affermato tra l’altro il vicepresidente di Federturismo e presidente di Assomarinas Roberto Perocchio.
 “Occorre tenere a mente che il turismo non rappresenta solo un settore ma un immenso mercato – ha affermato Luigi Abete, fondatore di Federturismo e past president di Confindustria - un mercato in continua espansione fisiologica che alimenta tutta la filiera produttiva italiana dalla manifatturiera ai servizi e, nel contempo, rappresenta il più importante veicolo del “made in Italy” nel mondo”.
Massimo Bernardo

Pane e Visentini in Cina, mentre Scorpio completa il suo puzzle

Mariano Pane
 L’annuncio l’aveva dato qualche mese fa (Porto&diporto, febbraio 2013) e adesso Mariano Pane, l’eclettico armatore sorrentino alla guida (fra le altre cose) di Globeco, compagnia specializzata in servizi marittimi antinquinamento, è passato ai fatti, rientrando cioè nello “shipping vero” – per usare le sue parole di allora – con l’ordine di una newbuilding.

La commessa, come previsto, riguarda una buk carrier handysize da 38.000 tonnellate di portata lorda (dotata di gru), size ritenuto da Pane il più adatto, per flessibilità, alla forte ciclicità del mercato. La nave, la cui consegna è prevista per il terzo trimestre 2015, sarà costruita da Avic Weihai Shipyard, moderno cantiere navale che sorge nel Nord della Cina su una superficie di un milione e mezzo di metri quadrati.
L’ordine, che prevede a favore del committente un’opzione per la realizzazione di un’unità gemella, dovrebbe valere poco meno 20 milioni di dollari ed è stato intermediato dalla società di brokeraggio navale Unitramp di Napoli, che ad Avic Weihai Shipyard ha affidato anche la commessa di un altro armatore italiano.

Stiamo parlando del rodigino Giovanni Visentini, la cui Giovanni Visentini Trasporti Fluviomarittimi farà costruire in Cina due unità gemelle di quelle di Pane, con consegna prevista rispettivamente alla fine del primo e del secondo trimestre del 2015. Si tratta di unità ecodesign realizzate su progetto coreano Fesdec e conformi anche alle future normative in tema di trattamento delle acque di zavorra. Le nuove costruzioni batteranno bandiera italiana e la sorveglianza tecnica in cantiere sarà curata dal RINA. Anche in questo caso il valore unitario delle due navi dovrebbe essere di poco inferiore ai 20 milioni di dollari.
Emanuele Lauro

E per restare in tema di nuovi ordini piazzati da armatori italiani, il botto di queste settimane – sebbene italiano sia il “frontman”, Emanuele Lauro, mentre la società, è monegasca e quotata a Wall Street – l’ha fatto ancora una volta Scorpio Tankers. La compagnia armatoriale guidata dal nipote di Glauco Lolli Ghetti ha infatti firmato con cinque diversi cantieri sudcoreani un nuovo maxi ordine per sedici navi, per un investimento complessivo superiore ai 670 milioni di dollari.
“Questi ultimi 16 ordini per navi molto efficienti in termini di consumi e i risultati sopra le aspettative circa la nostra capacità di credito hanno rafforzato la nostra posizione senza eguali all’inizio di un ciclo crescente per il settore delle product tanker. Siamo molto soddisfatti che azionisti e finanziatori stiano supportando la nostra strategia. Inoltre nei cantieri navali asiatici di elevata qualità la capacità di slot si sta riducendo, i prezzi stanno salendo dell’8-12% e i tempi di consegna ormai vanno oltre il 2015: a queste condizioni non abbiamo in previsione ulteriori investimenti”
ha commentato il giovane armatore.

Andrea Moizo

Montanari e RBD ristrutturano il debito e preparano la ripartenza

Con una curiosa coincidenza nelle scorse settimane due storiche compagnie armatoriali italiane sono giunte, dopo lunghe trattative, a concludere un accordo con i rispettivi creditori per la rimodulazione del proprio debito, chiudendo così un periodo di grande incertezza e potendo guardare agli anni a venire con maggiore ottimismo.

Per la shipping company marchigiana Navigazione Montanari ci sono voluti quasi due anni, ma alla fine un’intesa per la ridefinizione del debito ammontante a circa 500 milioni di dollari è stata trovata. A comunicarlo sono stati la società di Fano e uno dei suoi advisor legali, lo studio legale milanese NCTM, che ha seguito il cliente con un team guidato da Paolo Montironi. L’accordo raggiunto con gli istituti di credito (le italiane Intesa Sanpaolo, Unicredit, MPS, Banco Popolare, Banca Marche e Carifano, le francesi BNP, Crédit Agricole, Société Générale, le tedesche Dsf e HSH e l'olandese Ing) prevede
“in linea con le prospettive di generazione di cassa della società, – recita la nota emessa da quest’ultima – il riscadenziamento (al 2019, nda) dei termini dei finanziamenti esistenti e il mantenimento dell’adeguata flessibilità operativa. L’accordo sottoscritto permetterà al management di focalizzarsi sull’attività armatoriale al fine di massimizzare l’impiego delle navi”.
L’operazione consentirà alla società marchigiana di avere maggiore flessibilità finanziaria e concentrarsi sullo sviluppo del core business senza intaccare irreversibilmente il patrimonio armatoriale (composto attualmente da 28 navi di proprietà): è prevista infatti la sola cessione delle due petroliere aframax costruite nel 2000 Valbruna e Vallombrosa da 113.000 dwt.

Non sarà invece intaccato il patrimonio armatoriale di RBD – Rizzo Bottiglieri De Carlini, che, pochi giorni dopo il semaforo verde a Montanari, ha ottenuto l’omologa da parte del Tribunale di Torre Annunziata dell'accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis della legge fallimentare, dopo una trattativa con gli istituti di credito trascinatasi per circa un anno.

Nell’istanza per l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione del debito si legge infatti che il piano prevede: la regolare prosecuzione dell’attività armatoriale; il sostengo alla società da parte degli azionisti mediante il conferimento di beni immobili di un valore non inferiore a 10 milioni di euro e la conversione in capitale dei finanziamenti soci dell’importo di 6,3 milioni di euro; una modifica consensuale delle modalità e dei tempi di rimborso dei debiti finanziari attualmente esistenti con il riscadenziamento degli stessi al 2027; la risoluzione dei contratti di noleggio stipulati con altri armatori; l’invarianza della flotta di proprietà (non sono previste né l’acquisto di nuove navi né la cessione di quelle esistenti); la dismissione degli immobili di proprietà della società e delle società controllate.
Andrea Moizo

Fipe: nessun aumento Iva, tassando le sagre

Per evitare di deprimere ulteriormente i consumi come accadrebbe con l’aumento dell’Iva in calendario dal primo luglio, Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, suggerisce di reperire le risorse necessarie ad evitarlo rimuovendo le esenzioni fiscali di cui beneficiano sagre, feste di partiti politici, circoli privati, circoli sportivi e quant’altro. Se ciò avvenisse, si potrebbero reperire risorse stimate dal centro studi Fipe per circa 5 miliardi di euro.

Fipe ha recentemente scritto al vice ministro dell’Economia e finanze, Luigi Casero, proprio per illustrare questa situazione e portare alla ribalta una battaglia intrapresa da molto tempo. Il mercato della somministrazione legata a questa offerta ‘parallela’ sviluppa un mercato di dimensioni stimate attorno al 15% rispetto a quello ufficiale. Oltretutto, alcune di queste esenzioni sono già state individuate dalla Commissione europea come “aiuto di Stato”. Fipe ha già da tempo sottoposto la questione all’Antitrust sia a livello nazionale che comunitario.
«Rimuovere i privilegi di alcuni – commenta il presidente Fipe, Lino Stoppani – può corrispondere a creare condizioni migliori per tutti gli altri e consentire la ripresa economica».

Interporti: audizione in Commissione Trasporti


Audizione per l’Unione Interporti Riuniti che, nei giorni scorsi, ha riferito dinanzi alla IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati in merito alla proposta della nuova legge quadro in materia di Interporti e piattaforme logistico territoriali che nella precedente legislatura era stata approvata alla Camera, ma fermata al Senato.

La UIR, la cui delegazione era composta da Alessandro Ricci, Salvatore De Biasio, Roberto Pesaresi Giuseppe De Tomas, Cristina Sangiorgi, ha evidenziato in Commissione che l’approvazione della legge è una priorità del Paese lì dove la stessa vuole accompagnare l’adeguamento dell’attuale quadro normativo degli Interporti ai cambiamenti del mercato logistico contribuendo a rilanciare l’offerta infrastrutturale nazionale e relativa operatività.
 “Quella che sosteniamo è una legge di riordino che affronta importanti questioni come definire i concetti di piattaforma logistica territoriale e di interporto nella logica del disegno europeo di politica dei trasporti, riordinare le competenze in materia di pianificazione per le piattaforme logistiche territoriali e di conseguenza per gli interporti, tra i tre livelli (comunitario, nazionale e regionale);assegnare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il riconoscimento delle piattaforme logistiche esistenti e la localizzazione di nuove eventuali piattaforme, mediante lo strumento del programma nazionale per lo sviluppo dell’intermodalità, che deve essere contenuto all’interno del piano generale dei trasporti e della logistica.; specificare e ribadire la natura giuridica privatistica di un interporto.”
è quanto ha affermato il Presidente della UIR Alessandro Ricci in sede di audizione.
La legge che la UIR sostiene si presenta con un testo estremamente semplice, ma chiaro e scandito da obiettivi e azioni precise, quello di cui, chi opera nel settore ha bisogno.