giovedì 23 maggio 2013

CONVENTION UCINA SATEC 2013


L’Associazione di categoria della nautica riparte dalla Sardegna, per ridisegnare il futuro del settore insieme alle autonomie territoriali. Una regione simbolo del turismo nautico nazionale e internazionale, ma anche esempio dell’impatto negativo delle tassazioni straordinarie.

Il convegno aperto al pubblico si aprirà con una fotografia del turismo nautico in Sardegna, a cura dell’Osservatorio Nautico Nazionale, in cui saranno evidenziati sia gli aspetti economici, sia quelli occupazionali. Al centro del dibattito ci saranno le prospettive di sviluppo, la definizione di norme ad hoc per il turismo da diporto, i limiti del nuovo assetto del demanio federale, le iniziative di promozione in campo nazionale e internazionale.

Durante il convegno sarà presentata la ricerca “Nautica sviluppo del turismo. Turismo motore del paese” prodotta dall’Osservatorio Nautico Nazionale, Gian Marco Ugolini, Università di Genova. Interverranno poi Piergiorgio Massidda, Presidente Autorità Portuale Cagliari; Ugo Cappellacci, Presidente Regione Autonoma Sardegna;  Paola De Micheli, Vicecapogruppo Vicario del PD alla Camera dei Deputati; Matteo Giuliano Caroli, Ordinario LUISS Guido Carli, Roma; Andrea Babbi, Direttore Generale ENIT; Franco Cuccureddu, Presidente Rete dei Porti della Sardegna; Anton Francesco Albertoni, Presidente UCINA Confindustria Nautica. La tovola rotonda sarà moderata da Fabio De Rossi, Vicedirettore de Il Mondo.

Cartone ondulato: un comparto fondamentale per la logistica italiana


Robusto, duttile ed ecosostenibile, il cartone ondulato ricopre un ruolo fondamentale nei meccanismi della logistica italiana. Ogni anno, con questo materiale, in Italia vengono prodotte circa 3,5 milioni di tonnellate di imballaggi, ovvero oltre 6 miliardi di metri quadri di superficie, per un comparto che si conferma come un settore fondamentale per l’industria manifatturiera del nostro Paese.


A fornire questi dati è GIFCO, il Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato, facente parte di Assografici e del sistema Confindustria: i produttori italiani di packaging in cartone ondulato hanno fatto il punto sullo stato di salute del comparto, a fronte di un momento storico particolare per il nostro Paese, in cui la crisi economica e dei consumi continua a ripercuotersi in maniera negativa su tutto il sistema produttivo italiano.

Meno merci e quindi meno imballaggi: è questa la fotografia che salta subito all’occhio andando ad analizzare i dati di bilancio dell’intera industria del packaging italiana, e questo fenomeno negativo riguarda un po’ tutte le filiere dell’imballaggio, alcune delle quali risultano più colpite di altre.
Oltre alla crisi dei consumi, a pesare negativamente sul sistema produttivo è anche l’aumento del costo della materia prima, in special modo della carta, che ad oggi non si è ancora arrestato - creando una forte tensione sul mercato degli imballaggi - e che sembra destinato a perdurare nel tempo. In meno di un anno la carta ha consolidato incrementi di prezzo che sfiorano il 20%. Il settore ha quindi la necessità di un consistente recupero dal mercato del maggior costo.

Tuttavia il settore dell’ondulato sembra reagire meglio di altri comparti dell’industria italiana, reggendo in modo migliore alla flessione della domanda di beni e consumi.
Per la seconda volta in quattro anni, infatti, la produzione di imballaggi in cartone ondulato registra performance migliori rispetto ad altre filiere, perdendo solo qualche punto percentuale: nel 2012, secondo i dati GIFCO, in Italia sono stati prodotti precisamente 6.150.326.000 metri quadri di cartone ondulato, con una flessione rispetto all’anno precedente di 3,31 punti percentuali. La produzione in peso è stata pari a 3.472.557 tonnellate (-3,9%).

Di questi oltre 6 miliardi di metri quadri di ondulato prodotti, 5.507.128.000 metri quadri sono stati prodotti dalle aziende associate a GIFCO, pari a un peso di 3.147.951 tonnellate, con una flessione rispetto all’anno precedente del 3,3%. Dai dati emerge che gli iscritti a GIFCO hanno limitato meglio le perdite del 2012 rispetto alle aziende non associate, che hanno registrato invece una flessione dell’8,4%.
Nel 2012 GIFCO si conferma così, come associazione, il secondo produttore di cartone ondulato a livello europeo.

“Negli anni passati abbiamo provato a ipotizzare quando il settore sarebbe potuto tornare ai livelli pre-crisi - dichiara  il presidente di Gifco, Piero Attoma - Se nel 2010 eravamo arrivati a poche migliaia di metri quadri dall’ottenere livelli simili, il 2011 prima e il 2012 dopo hanno raffreddato le speranze delle aziende, che hanno visto nuovamente allontanarsi il traguardo dei 6,5 miliardi di metri quadri di produzione nazionale. Tuttavia il nostro comparto continua a reggere meglio di altri, e non solo. I dati del primo quadrimestre del 2013 hanno un segno appena negativo, non si arriva al -1%. Questo ci fa ben sperare in una ripresa e in un nuovo sviluppo del settore entro il 2015”.

La Commissione propone di ammodernare 300 porti

La Commissione europea ha lanciato oggi una nuova iniziativa per migliorare le operazioni portuali e i collegamenti per il trasporto successivo in 319 porti marittimi lungo le coste europee. Le linee guida e le modifiche legislative proposte aiuteranno gli operatori portuali ad ammodernare servizi e infrastrutture fornendo loro anche maggiore autonomia finanziaria.
Il 74% delle merci arriva o parte dall’Europa via mare e un quinto di queste transita per soli tre porti: Rotterdam, Amburgo e Anversa. Questo squilibrio tra le prestazioni portuali comporta una congestione, con costi supplementari per caricatori, operatori di trasporto e consumatori. Le nuove proposte consentirebbero di risparmiare fino a 10 miliardi di EUR entro il 2030 e contribuirebbero a sviluppare nuovi collegamenti marittimi a corto raggio.

Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione e Commissario per la mobilità e i trasporti, ha dichiarato:

“I porti marittimi sono punti d’accesso vitali, che collegano i nostri corridoi di trasporto al resto del mondo. Possediamo alcune delle migliori infrastrutture portuali del mondo; occorre preservarle, ma siamo di fronte a forti difficoltà in termini di congestione, aumento del traffico e investimenti. Dobbiamo far sì che anche altri porti dispongano di infrastrutture dello stesso livello: con le proposte di oggi i servizi portuali d’Europa entreranno finalmente nel XXI secolo, attirando investimenti e creando occupazione proprio dove è più necessario”.

Porti più efficienti


L’Europa conta in tutto 1.200 porti marittimi. La proposta riguarda 319 porti europei principali, che insieme possono creare una vera e propria rete portuale europea in grado di sostenere il mercato interno. Questi 319 porti figurano già in via prioritaria nelle proposte TEN-T (rete transeuropea di trasporto) della Commissione: 83 nella rete centrale, 236 nella rete globale. In Italia, i porti considerati principali sono ben 39.
La Commissione propone procedure più trasparenti e aperte per designare i fornitori di servizi portuali, inoltre la normativa impedirà eventuali abusi tariffari da parte degli operatori con diritti esclusivi. In un’ottica di maggiore attenzione alla clientela, la proposta introduce un comitato consultivo degli utenti portuali – i dettagli saranno sviluppati a livello locale, in modo che le comunità portuali possano fruire di un migliore coordinamento e di un ambiente più sano per le imprese.

Collegamenti migliori con l’entroterra


I finanziamenti dell’UE nel quadro del “Meccanismo per collegare l’Europa” saranno orientati maggiormente sui progetti portuali individuati nei cosiddetti piani relativi ai corridoi TEN-T a finanziamento prioritario e sui collegamenti tra porti e ferrovie, vie navigabili e strade.

Investimenti: un quadro finanziario flessibile di tipo imprenditoriale


La proposta amplia la facoltà dei porti di imporre diritti per l’uso dell’infrastruttura e rafforza la trasparenza sulle modalità di fissazione di tali diritti e sull’uso dei finanziamenti pubblici. Le autorità portuali infatti sono nella posizione migliore per individuare le esigenze degli utenti e fissare i diritti. Inoltre, una maggiore trasparenza consentirà di erogare fondi pubblici senza indebite distorsioni di concorrenza e contribuirà ad attirare investitori privati. I porti saranno anche in grado di ridurre i diritti per le navi più efficienti sotto il profilo ambientale.

ROYAL CARIBBEAN INVESTE NEL PORTO DI LA SPEZIA


Royal Caribbean riconferma il suo interesse su La Spezia entrando a far parte della società La Spezia Cruise Facility (LSCF), il consorzio formato dal Gruppo Hugo Trumpy, Aloschi Bros Srl, Ag. Mar. Lardon, Navigazione Golfo Dei Poeti, Sepor e Autolinee Lorenzini, che gestisce il traffico crocieristico nel porto spezzino dal 2005, acquisendo il 30% delle azioni della Società.
La Spezia ricopre un ruolo importante nella programmazione 2013 della Compagnia: per tutta l’estate vi farà scalo

Liberty of the Seas,


gemella di Classe Freedom in partenza da Napoli, movimentando oltre 98.000 crocieristi durante gli itinerari di 7 notti nel Mediterraneo Occidentale. Il porto ligure vedrà l’arrivo di altre 3 navi del Gruppo: Serenade of the Seas e Adventure of the Seas di Royal Caribbean International e Celebrity Equinox di Celebrity Cruises per un totale di oltre 119.000 passeggeri movimentati.
“Da sempre Royal Caribbean ha seguito con attenzione i diversi progetti di sviluppo crocieristico nella regione Liguria, con l’acquisizione di una quota di La Spezia Cruise Facility abbiamo confermato il nostro interesse
– ha dichiarato John Tercek, Vice-President Commercial Development RCL Cruises Ltd
Abbiamo deciso di puntare su La Spezia perché oltre a godere della vicinanza di città d’arte come Pisa e Firenze e ad aree di interesse come le Cinque Terre, confidiamo nell’impegno delle autorità nello sviluppo di una località a misura di crocierista: infrastrutture, proposte sempre più attrattive e servizi di qualità per garantire agli ospiti e all’equipaggio i più alti standard del settore.”

ASSOMARINAS

Come far naufragare la portualità turistica siciliana


Come distruggere la portualità turistica siciliana e mettere sul lastrico centinaia di aziende del comparto nautico-turistico ? Semplicemente, come ha decretato il presidente della Regione Crocetta su proposta degli assessori all’ambiente e territorio e dell’economia, aumentando, con data retroattiva al 1 gennaio 2013 , del 600% i canoni demaniali! Un provvedimento che ha dell’incredibile in un momento in cui tutte le organizzazioni di categoria, compreso l’Osservatorio Nazionale per la Nautica da Diporto, hanno evidenziato le grandi difficoltà vissute dal turismo nautico a seguito dell’introduzione della tassa di possesso sulle imbarcazioni e la conseguente fuga di migliaia di imbarcazioni verso “porti esteri più accoglienti”.
Assomarinas, l’Associazione dei porti turistici italiani aderente a UCINA Confindustria Nautica e a Federturismo con oltre 90 marine associate lungo tutta la costa italiana, è pronta ad impugnare il provvedimento.

“ Lo sviluppo delle strutture portuali turistiche si basa sul difficile equilibrio tra investimenti infrastrutturali e una domanda d’ormeggi oggi nettamente in calo anche a causa dell’eccesso dell’offerta – tuona il presidente dell’Associazione Roberto Perocchio – E’ dunque inconcepibile che a fronte di tutti i dati che sono stati più volte forniti dalle organizzazioni di categoria si compiano “azzardi normativi” che fanno naufragare tutti i piani finanziari di settore penalizzando tutta l’economia turistica del territorio costiero e l’indotto dell’hinterland”.


Assomarinas – come detto -  ha già posto allo studio l’impugnazione del provvedimento

Incoming di operatori della Bielorussia

si consolidano le opportunità di affari per le imprese salernitane


La Camera di Commercio di Salerno, nell’ambito dei progetti speciali lanciati da Intertrade, ed in collaborazione con l’Istituto di Cultura Bielorussa “Marc Chagall” ha ospitato una delegazionedi imprenditori proveniente dalla Bielorussia, per consolidare i rapporti di collaborazione commerciale e produttiva con le imprese salernitane.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un progetto speciale, lanciato da oltre un anno, che ha come obiettivo quello di favorire i rapporti di collaborazione economica tra gli operatori bielorussi e gli operatori italiani. In tal senso, la missione imprenditoriale svoltasi lo scorso aprile a Minsk, alla quale hanno partecipato alcune aziende salernitane, ha fatto da preludio agli incontri bilaterali tenutisi martedì 21 maggio presso il Centro Congressi Internazionale “Salerno Incontra”.

Il capo della delegazione bielorussa, Vladimir KARYAGIN, presidente della “Republican Confederation of Entrepreneurship”, nonché della “Minsk Capital Association of Entrepreneurs and Employers”, ha più volte sottolineato alle numerose aziende salernitane presenti, il forte legame di collaborazione instauratosi con il nostro territorio, facendosi, inoltre, portavoce delle aspettative dell’intero gruppo di delegati, che auspicano
 la creazione di sinergie e partnership durature con il tessuto imprenditoriale nostrano.


La delegazione, composta dai rappresentanti di alcuni dei settori trainanti l’economia bielorussa, ovvero il tessile-abbigliamento, i beni strumentali (in particolare il settore dei ricambi auto, e degli automezzi refrigerati per il trasporto di cibo), l’olografia, il real estate e il settore agricolo, ha avuto l’occasione di incontrare gli imprenditori salernitani intervenuti, i quali erano stati selezionati in base al settore di appartenenza in modo da “matchare” gli interessi dell’una e dell’altra parte.

Tra le imprese salernitane intervenute, si segnalano aziende appartenenti ai settori dell’abbigliamento specializzati nel confezionamento di capi di alta moda, di abiti da sposa, della cosiddetta “moda Positano”, nella fabbricazione di costumi da bagno, pret-à-porter e accessori, dei settori metalmeccanico, dell’automotive/ricambistica, dell’agroindustria, del lapideo e dell’edilizia.

La Bielorussia, con i suoi 10 milioni di abitanti e la posizione al centro dell’Europa, risulta la porta d’accesso ad un mercato di oltre 170 milioni di consumatori, essendo parte di uno Spazio Economico Comune che consente di poter far circolare liberamente le merci ivi prodotte anche in Russia e Kazakistan. Recentemente ha istituito sei zone franche che prevedono particolari condizioni di vantaggio.
Il volume degli scambi fra Italia e Bielorussia è cresciuto nel 2012 del 57,2%: il nostro Paese è passato dall’11° all’8° posto tra i principali partner e sono già più di cento le aziende interamente tricolore o partecipate che operano nel paese con svariate produzioni nei beni di consumo e strumentali, tra cui i trainanti risultano essere cosmetici, abbigliamento, accessori uomo e donna, intimo, macchine agricole, arredamento ed edilizia.
“Prosegue con successo il progetto speciale che ha come obiettivo la penetrazione delle imprese salernitane nell’area dell’Europa dell’Est - afferma il presidente della Camera di Commercio di Salerno Guido Arzano – nel quale ben si inserisce l’approccio all’internazionalizzazione su cui si basa l’azione dell’’Ente camerale, che presuppone la conoscenza diretta delle esperienze, delle dinamiche e quindi delle imprese di quei territori come dato essenziale per rendere efficace l’ingresso nei mercati”.
 “Le sfide della globalizzazione hanno imposto un cambio di strategia sul tema dell’internazionalizzazione – dichiara il presidente di Intertrade Vincenzo Galiano – basata su una corretta coesistenza tra collaborazione e competizione. Di qui il rinnovato impegno di Intertrade a supporto della proiezione internazionale del nostro sistema economico dove, per internazionalizzazione, s’intende non solo export, ma anche e soprattutto radicamento all’estero, che può essere facilitato dalle sinergie operative con partner e istituzioni di quei paesi”.