giovedì 9 maggio 2013

Guardia Costiera, un impegno costante

Uomini e mezzi della Guardia costiera, dei Vigili del Fuoco e di tutte le forze di polizia presenti nel porto di Genova sono impegnati incessantemente nelle ricerche del Maresciallo Francesco Cetrola e del Sergente Gianni Iacoviello, militari del Corpo in servizio nella Sala Operativa della Guardia Costiera posizionata nella Torre di controllo del porto crollata alle 23.00 del 7 maggio scorso a seguito dell’urto provocato dalla porta container “Jolly Nero”.

Al momento dell’incidente nella Torre, che per fatalità ha coinciso con il cambio turno del personale militare, erano presenti 13 persone, 2 operatori del corpo Piloti, 1 dei Rimorchiatori e 10 militari della Guardia Costiera, 4 dei quali -   il Tenente di Vascello Enea Pecchi, i Sottocapi di 1^cl Raffaele Chiarlone e Giorgio Meo e il Sottocapo di 2^ cl Gabriele Russo – sono stati prontamente soccorsi e ricoverati per le fratture riportate nel crollo nei nosocomi della città ligure. Per gli altri 7 – Michele Robazza, Maurizio Potenza e Sergio Basso dei Piloti e Rimorchiatori, il Maresciallo Marco De Candussio e i Sottocapi Davide Morella, Daniele Fratantonio e Giuseppe Tusa della Guardia Costiera – i soccorritori non hanno potuto far altro che recuperare i corpi privi di vita.

Una tragedia che ha profondamente colpito tutto il personale delle Capitanerie di porto stretto in un abbraccio con le famiglie dei colleghi scomparsi. 

Ma anche in un momento di grande dolore non si può far venir meno il proprio impegno ed operato, essenziale per la sicurezza della navigazione.

Sin dalla notte dell’incidente, che ha distrutto tutti gli impianti del Centro di Coordinamento di Ricerca e Soccorso della Guardia Costiera di Genova – ubicato, così come le apparecchiature preposte, nella Sala Operativa della Torre – l’attività è stata accentrata, già dopo pochi minuti, presso la sala operativa della Guardia Costiera di Savona, centro alternato per l’area marittima ligure, in grado di monitorare allo stesso modo i traffici marittimi e ricevere i dati sensibili delle navi dai radar e dagli altri sistemi di monitoraggio posti sul territorio a garanzia della sicurezza.

L’efficienza del sistema è dimostrata dalla ripresa, sin dalla giornata di ieri, di tutti i servizi tecnico operativi del porto, grazie anche all’invio di nuovi apparati istallati nella sede della Guardia Costiera di Genova, essenziali per garantire le attività del principale scalo marittimo italiano.

I Doganalisti europei chiedono regole comuni per il mercato interno

Si è tenuto recentemente a Napoli, il seminario dal titolo

“Il futuro dei rappresentanti doganali e dei customs brokers”


organizzato da CONFIAD, Confederazione Internazionale degli Agenti Doganali e ANASPED, Federazione italiana delle Associazioni territorialmente localizzate di doganalisti.
“In Europa non è stata realizzata del tutto l’armonizzazione di norme e procedure che, anche a causa dell’esistenza di realtà socio-economiche assai eterogenee tra i singoli Stati membri, pregiudica  il buon funzionamento del mercato interno. Tale mancata armonizzazione anzi, costituisce un fattore di distorsione dei traffici che penalizza i nostri porti e più in generale il sistema Italia. Circa il 47% di tutte le merci che fanno ingresso in Italia fanno prima scalo in porti di altri Paesi dell’Europa, nonostante il fatto che l’Italia goda di una posizione geografica particolarmente favorevole. Inoltre, al momento non esiste nell’Unione europea un’analisi dei rischi comune e pertanto i singoli Stati membri effettuano i controlli secondo modalità e tempi diversi in cui prevalgono in molti casi gli interessi nazionali su quelli dell’UE. Per questo la standardizzazione dei controlli a livello comunitario e l’armonizzazione dell’analisi dei rischi è un obiettivo fondamentale che va perseguito”
 ha spiegato durante il suo intervento Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali.

In questo contesto assume un ruolo chiave il rappresentante doganale, che costituisce l’anello di congiunzione tra dogana e impresa. Il customs broker (spedizioniere doganale o doganalista) ha rivestito fino ad oggi in molti paesi membri dell’Unione un ruolo importante di intermediazione altamente qualificata dell’impresa nei confronti delle dogane e di partner affidabile di queste ultime per l’internazionalizzazione.
“Occorre quindi da un lato semplificare i controlli alla Dogana italiana, anche attraverso una seria attivazione dello Sportello Unico Doganale, per recuperare molti milioni di euro di gettito fiscale ed indotto, e dall’altro rafforzare i controlli sul territorio, unico vero contrasto all'illegalità. Ed é a livello europeo che occorre agire per ridurre gli spazi che oggi esistono per portare sul nostro mercato interno merci non in regola. Abbiamo stimato che recuperando i traffici di merce destinati all’Italia, che oggi transitano per scali stranieri, il Fisco italiano incasserebbe dazi per circa 180 milioni di euro, e si creerebbero 12.000 posti di lavoro nel comparto logistico - ha continuato De Mari - Se attraverso le misure da noi proposte si riuscisse ad accelerare i tempi di sdoganamento della merce attraverso un incremento dei livelli di efficienza dell’amministrazione doganale, a migliorare le varie procedure che attengono alle singole fasi di un’operazione di commercio internazionale ed a ridefinire in maniera più snella e i modelli organizzativi dei vari enti di controllo (coordinandone maggiormente l’azione), si potrebbe ipotizzare un parziale recupero dei traffici in fuga dal nostro Paese, aumentando il volume complessivo di entrate sia a favore dello Stato che del settore privato. In questo modo l’Italia potrebbe recuperare circa 515,25 miliardi di euro”.
 

CONFIAD


Confederazione Internazionale degli Agenti Doganali, è stata fondata nel 1982 per dare una voce europea agli spedizionieri doganali stabiliti negli Stati membri dell’UE. Successivamente ha consentito di partecipare alla sua organizzazione anche le associazioni di spedizionieri doganali di altri Stati non membri dell’UE. CONFIAD oggi è una rete Pan europea di associazioni che rappresentano gli interessi degli spedizionieri doganali a livello nazionale. Gli scopi della Confederazione sono la difesa ed il coordinamento degli interessi dei membri delle organizzazioni, al fine del raggiungimento di un’ampia convergenza legislativa, regolamentare e professionale tra i servizi di intermediazione doganale offerti nei Paesi di stabilimento dei suoi membri. Ad oggi, la CONFIAD in-corpora circa 20.000 aziende (principalmente piccole e medie imprese) attive nel settore dei servizi doganali ed impiegano circa 250.000 lavoratori in tutta l’Unione Europea.

Chi sono i Doganalisti? 

                  

I Doganalisti sono definiti dalla legge esperti in materia doganale, fiscale, merceologica, valutaria, e in quant’altro si riferisce al commercio internazionale. Il titolo di “spedizioniere doganale” spetta a coloro che hanno superato un apposito esame di Stato (il quale è volto ad accertare il possesso di specifici requisiti di competenza e di ‘fiduciarietà’). Il Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali (CNSD), ordine professionale istituito con la legge 22 dicembre 1960, n. 1612 è l’organo preposto al coordinamento, controllo e formazione degli Spedizionieri Doganali (o Doganalisti) iscritti nel relativo Albo professionale. Il CNSD ha sede in Roma e conta più di 2.000 iscritti.

Miniatur Wunderland

Inizio dei lavori nella sezione italiana del parco di Amburgo


L’Italia entra a far parte del parco “Miniatur Wunderland” di Amburgo, la ferrovia in miniatura più grande del mondo: il sindaco di Amburgo Olaf Scholz, l’Assessore al Turismo, Cultura e Spettacolo della regione Liguria Angelo Berlangieri, il presidente delle ferrovie tedesche Rüdiger Grube e l’amministratore delegato (CEO) di FS Italiane Mauro Moretti hanno inaugurato i lavori della nuova sezione “Italia”. L’inaugurazione avviene in concomitanza con l’inizio della festa portuale più grande al mondo: il

COMPLEANNO DEL PORTO DI AMBURGO


La Liguria è partner del grande evento marittimo, dal 9 al 12 maggio. I modellisti avranno tempo fino all’estate 2015 per ricreare, su una superficie di 170 m², l’atmosfera di città come Roma e Venezia con capolavori come la basilica di San Pietro e la basilica di San Marco, meraviglie come il Vesuvio, Pompei, la costiera amalfitana e le Cinque Terre. I lavori sono iniziati proprio con una delle stazioni delle Cinque Terre alla presenza dei due politici e dei due amministratori delegati. L’Italia va ad aggiungersi agli otto panorami già rappresentati su un’area di circa 1.300 metri quadrati e che comprende 1.000 treni formati da 15.000 vagoni, 228.000 alberi, 215.000 miniature umane, 9.000 auto, 13.000 metri di binari e 3.700 case e ponti. Con oltre 1 milione e 200.000 visitatori l’anno, la struttura è una dellemaggiori attrazioni turistiche della Germania.

L’avvio dei lavori coincide con uno dei massimi eventi marittimi: dal 9 al 12 maggio si festeggia l’824esimo COMPLEANNO DEL PORTO DI AMBURGO. Un milione e mezzo di persone potranno visitare navi d’alto bordo e da crociera, assistere a parate, al battesimo di una nave e all’arrivo della prima crociera “heavy metal” d’Europa. Amburgo è ancora oggi il porto più importante dell’Europa settentrionale e il secondo luogo di trasbordo container più grande del continente. La Liguria, quest’anno partner del festival, si presenta come meta turistica d’eccezione e partner di progetti europei innovativi.

Unity in diversity: the future cultural and economic bridge on the Mediterranean

Convegno 24 maggio 2013, Napoli – Castel dell’Ovo


Il tema del convegno, deciso dal consiglio direttivo del Propeller Club di Napoli, è il frutto di una mia domanda, da alcuni amici definita abbastanza provocatoria:
Pensate che si possa costruire un ponte economico e culturale tra i paesi del Nord e del Sud Mediterraneo per farvi transitare un progetto mediterraneo al quale ciascun paese partecipa con le proprie diversità ma in una visione di valori comuni?
Non vi è dubbio alcuno che, se ci riferiamo al passato ed al consuntivo delle cose fatte dalle generazioni degli ultimi decenni, la risposta è inesorabilmente negativa.
Sulla centralità del Mediterraneo si sono tenuti troppi convegni ed incontri diplomatici. Tante belle parole che non servono per sostanziare questa sempre invocata centralità.
Non si può negare che su questo tema l’Europa si è sempre posizionata come attore principale e, in particolare, come tutore di un sistema economico e culturale e quindi di un concetto unico di democrazia che i paesi della sponda Sud del Mediterraneo avrebbero dovuto importare e trapiantare, estirpando ed annullando le loro identità e le loro tradizioni.

Ed è altrettanto innegabile che questo sistema unico è stato rifiutato con reazioni talvolta violente ed incontrollate. La diversità dei sistemi sociali, culturali, religiosi e politici è stata la motivazione di proteste e rivolte che hanno avuto l’effetto di contrapporre in modo radicale le due sponde con conseguente fallimento di quei movimenti che proponevano all’Europa nuove forme di convivenza pacifica e di cooperazione sociale ed economica.
Con la crisi economica che tutt’ora affligge gran parte dell’Europa, la centralità del Mediterraneo è poi diventata un semplice slogan. Anche perché questa crisi ha fatto esplodere tutte le contraddizioni economiche e sociali, prima latenti, tra i paesi nord-europei e quelli sud-europei. Con la conseguenza che, se prima vi era una questione mediterranea, ora ribolle anche una questione meridionale.
Economisti e politici ci spiegavano ed insegnavano che i paesi del meridione europeo, nonostante le loro

diversità culturali e sociali

ed i loro diversi e più deboli sistemi produttivi, potevano e dovevano uniformarsi al modello di sviluppo degli altri paesi europei, adattandosi alla auspicata e perseguita globalizzazione ed alla conseguente omologazione dei principi del libero mercato.
L’armonizzazione, ovviamente, è rimasta una chimera, le diversità sono diventate incompatibilità e la debolezza dei sistemi produttivi ha reso il meridione europeo sostanzialmente subalterno ai paesi nordici e tenuto in vita in modo quasi assistenziale dalle risorse comunitarie. Ma il

meridione europeo


ha, a sua volta, un suo meridione, quello italiano dove si assiste passivamente all’inarrestabile depauperamento delle ricchezze tradizionali, al declino della millenaria cultura ed al lento ma inesorabile disfacimento delle istituzioni.
Tutto ciò è il miserevole panorama che ci compare se ci soffermiamo sul passato e sul fallimento delle vecchie generazioni. Cosa vorrà e potrà fare la nuova generazione, vi è ancora una speranza nel futuro ?
Andiamo sull’altra sponda del Mediterraneo per vedere come vanno le cose in quei paesi.

Il 17 dicembre 2010 un giovane venditore ambulante è aggredito dalla polizia tunisina. Gli sequestrano frutta e verdura e lo minacciano. Il ragazzo resiste e la polizia lo picchia e gli sputa in faccia. Per protesta e disperazione il ragazzo si dà fuoco ed il giorno dopo muore. Non era  un folle e neppure un poveraccio senza arte e mestiere. Si chiamava Mohamed Buazizi, era laureato e vendeva frutta e verdura. In attesa di un lavoro e di un futuro premianti, sapeva vivere la povertà in modo dignitoso. Ma gli sputi in faccia gli hanno portato via anche la dignità.
La nuova generazione accetta la povertà ma non quella priva di dignità. Il gesto estremo di Mohamed è la scintilla in una polveriera. Scoppia la rivolta tunisina ed inizia la

primavera araba.


Le proteste e le rivolte si allargano a tutta la sponda nord-africana. La rivolta tunisina è stata una rivoluzione sostanzialmente pacifica. Le cose sono andate diversamente in Egitto ed in Libia. Asma Mahfouz è una ragazza egiziana di 26 anni, lavora e collabora con un movimento giovanile che si oppone al regime e chiede riforme e cambiamenti radicali. L’impegno politico le crea problemi. E’ spiata e minacciata e la polizia la ferma durante un volantinaggio e chiede al suo capo di licenziarla.
Il 18 gennaio 2011 Asma è stanca ed è assalita dalla paura di non farcela. Monta la rabbia e si trova a registrare sul telefonino e poi mettere su You Tube un video:
Voglio darvi un messaggio. Io andrò a Piazza Tharir il 25 gennaio: se avete onore, venite anche voi. Chi rimane a casa sarà colpevole. A quelli che sostengono che le donne non dovrebbero manifestare perché possono essere picchiate, dico: venite in piazza a difenderci. Fino a quando direte che non c’è speranza, non ci sarà speranza. Ma se venite con noi ci sarà speranza.
Il videomessaggio è visto da 200.000 persone. Il 25 gennaio 2011 piazza Tahrir è piena di uomini e donne, è un vulcano che alla fine esplode. Inizia la primavera egiziana e finisce l’era Mubarak. Non finisce invece lo Stato di polizia con i tribunali speciali. Asma Mahfouz si è poi dovuta difendere innanzi a una Corte militare. L’esercito si è assegnato i privilegi di sempre ed il compito di garantire l’ordine pubblico.

Eppure, in questa primavera incompiuta vi sono oggi alcune realtà che guardano verso il futuro: la popolazione nordafricana è sempre più giovane; la donna rivendica la parità dei diritti; il processo di urbanizzazione è diventato irreversibile; vi è una forte domanda di tradizione moderna e di dialogo interculturale; i nuovi mezzi di comunicazione e l’attività dei social network favoriscono la formazione di una coscienza di massa ed un rivoluzionario dialogo con i social network dell’altra sponda del Mediterraneo.
L’elevato livello di istruzione determina la diffusione di un associazionismo civile che a sua volta spinge per una forte partecipazione sociale e politica. In Tunisia, all’esito delle elezioni della assemblea costituente, nel novembre 2011 sono state elette 49 donne.

Il 7 aprile 2013 si è tenuto a Marsiglia il primo vertice dei Parlamenti dei Paesi che fanno parte dell’Unione per il Mediterraneo. La premessa di questo vertice è stata che
 la UE non può lasciarsi sfuggire l’opportunità storica offerta dalla Primavera araba per promuovere i suoi interessi e i suoi valori.
Fatta questa premessa, non vi è da sorprendersi se il vertice si è concluso con una sola mini proposta, anzi con un appello per la creazione di una banca di sviluppo per il Mediterraneo e con la solita retorica conclusione:
E’ necessario rinsaldare il legame tra i cittadini delle rive del Mediterraneo per rispondere alle preoccupazioni comuni.
Il vertice di Marsiglia ha però preso atto dei cambiamenti profondi che sono in corso nei paesi nordafricani e che ora impongono il coinvolgimento di nuovi interlocutori, i Parlamenti e la società civile. Si intravede una nuova strategia con un rapporto paritetico. Ma questa strategia risulta poi contraddetta da chi vuole spiegare ai nuovi interlocutori come noi abbiamo costruito l’UE e come si può arrivare ad una costituzionalizzazione democratica di questi Stati.
Il documento finale del vertice, dopo la enunciazione di principi, propone un decalogo di azioni necessarie per

la creazione di uno spazio euro mediterraneo della formazione professionale, dell’insegnamento universitario, della scienza e della ricerca.

Ebbene, se questi bei progetti sono immaginati sulla falsariga di un’unica esperienza, quella europea, ignorando o respingendo le diversità sociali, culturali, religiose ed economiche dell’altra sponda, resterebbe confermato che fin quando il pallino è nelle mani della vecchia generazione, continueranno a mancare i necessari presupposti per un dialogo. Il progetto Mediterraneo presuppone la realizzazione di un ponte tra le due sponde, ed il ponte presuppone che i paesi delle due sponde ne condividano quanto meno gli elementi essenziali. Devono essere promossi interessi e valori comuni e non i propri interessi ed i propri valori.
Ho detto prima che in Europa vi è una questione meridionale. Ma ora ne devo aggiungere un’altra, la questione del

Meridione d’Italia


schiacciato tra due realtà: è un meridione che si sente europeo e vuole essere europeo ma, nel contempo, per le sue specifiche diversità non può uniformare il proprio sviluppo ad un modello unico imposto dall’Europa.
Il Mezzogiorno ha una storia che ha le sue origini nel Mediterraneo.

Le sue diversità nascono dalle sue origini

e non ha senso pensare che possa smettere di essere Mediterraneo. L’essere Mediterraneo vuol dire avere una economia mediterranea, le tipiche risorse mediterranee quali il territorio, l’ambiente, i beni culturali, il turismo, la struttura familiare. Tutto ciò è incompatibile con la modernizzazione globale e comporta che non sarà sufficiente una politica di investimenti per istruzione, formazione, ricerca, innovazione, e sistemi produttivi qualora una tale politica non dovesse tener conto di uno specifico modello di sviluppo che si riflette sui principali snodi:

ambiente, territorio, società civile, economia ed istituzioni.


Ebbene, se il meridione del meridione europeo è Mediterraneo, è evidente che il Mezzogiorno d’Italia è la sponda europea ideale per interagire con quella nordafricana. Senza rinunziare ai valori europei e riaffermando le sue diversità, è nelle condizioni più favorevoli per avviare, sulla sua sponda, la costruzione di quel ponte culturale ed economico con i paesi dell’altra sponda i quali, a loro volta, dovranno contribuire alla realizzazione con le loro diversità ma in una visione di valori comuni.
Fino a quando direte che non c’è speranza, non ci sarà speranza,
urlava Asma Mahfouz. Io aggiungo che senza quel ponte il Mediterraneo sarà soltanto una espansione geografica.
Bruno Castaldo

FESTA DELLA MAMMA E SWAP PARTY A LA REGGIA DESIGNER OUTLET

In occasione della festa della mamma La Reggia Designer Outlet  si animerà con spettacoli e attività speciali dedicate a tutta la famiglia.
Domenica 12 maggio, il Centro McArthurGlen di Marcianise (Ce) ospiterà dalle 18.30 nell’elegante Piazza del Lusso un

concerto per piano e voce.

Il soprano Rosa Montano intonerà le più celebri arie d'opera,  brani classici anni '50 e '60 e uno struggente repertorio di canzoni della tradizione napoletana. L’esibizione sarà accompagnata dalla performance di un’attrice che personificherà  il ruolo di una madre e omaggerà tutte le signore presenti di una rosa.
Il centro ha pensato anche all’intrattenimento dei più piccoli e allestirà, dalle 16.00 alle 20.00, nell’unità 108 della Piazza del Lusso un punto ricreativo dove tutti i bambini potranno  ascoltare le più belle fiabe recitate da un attore in costume, preparare dei lavoretti da offrire in dono alle proprie mamme,  mettersi in posa  per una disegnatrice caricaturista che realizzerà al momento ritratti umoristici dei bimbi con  le loro mamme.
Sabato 11 maggio sulla scia di New York e Parigi, un simpatico

swap party

dalle ore 15,00 avrà luogo nella piazza principale del Centro ove chiunque potrà portare capi di abbigliamento ed accessori dal proprio guardaroba e scambiarlo con altri per rinnovare il proprio guardaroba senza costo e con gusto.
Infine, per tutto il week-end dell’11 e 12 maggio, La Reggia Designer Outlet  dedicherà uno spazio espositivo a piante rare ed esotiche nell’ambito della manifestazione “Aspettando Mediterraneo e Dintorni”. L’esposizione sarà un’anteprima riservata ai clienti del centro della mostra di piante

“Mediterraneo e Dintorni”

che si terrà presso il Complesso Monumentale della Reggia di Portici dal 31 Maggio al 02 Giugno 2013.

McArthurGlen Designer Outlets

McArthurGlen Designer Outlets fa parte del gruppo McArthurGlen, proprietario e leader europeo nello sviluppo e nella gestione di Designer Outlet in Europa. Il Gruppo, che conta attualmente 21 Designer Outlet distribuiti in otto paesi, ha introdotto nel 1995 il concetto di designer outlet retailing in Europa. I consumatori che visitano i Designer Outlet di McArthurGlen sono attratti da prezzi scontati del 30-70 percento tutto l'anno sui marchi più esclusivi del lusso, sui marchi celebri e di alta moda. Il portafoglio McArthurGlen offre attualmente oltre 600.000 mq di spazio retail, mentre quasi 150.000 mq di nuovo spazio retail sono in fase di sviluppo o progettazione, compreso il 22° Designer Outlet del Gruppo, che aprirà a Vancouver alla fine del 2014 e sarà il primo Designer Outlet di McArthurGlen in Nord America.

MARE FORUM 2013

La ripresa dello shipping è alle porte.

Le aziende genuine vanno sostenute.



Si è aperta con parole di sgomento e cordoglio per le vittime del tragico incidente di Genova la nona edizione italiana di Mare Forum.
Alla convention, ospitata al Grand Hotel Parco dei Principi di Roma, sono intervenuti oltre duecentosettanta delegati provenienti da Italia, Nord Europa, Far East e Medio Oriente.

Giuseppe Bottiglieri



presidente della Giuseppe Bottiglieri Shipping Company spa e Chairman della conferenza, vede nei prossimi mesi un rilancio ulteriore del settore:

“Dati del Fondo Monetario Internazionale confermano il trend di ricrescita. La ripresa è prevista per la fine del 2013”.

Bottiglieri non è stato il solo ottimista: analisti di settore, quali Martin Stopford, già direttore del settore Ricerca di Clarksons Londra e Ralph Leszczynski a capo del dipartimento Research Banchero Costa & Co SpA hanno condiviso l’entusiasmo. Il primo ha illustrato nel dettaglio il mercato e le sue mutazioni analizzando un ciclo economico e storico del settore cisterne e di quello dry dal 1976 ai giorni nostri. Il secondo, specializzato nelle dinamiche del mercato cinese, ha confermato le aspettative di crescita del PIL del colosso asiatico alla luce delle nuove politiche.

Wilhelm Magelssen, ai vertici di Pareto Project Finance, ha parlato di “big upside” e di “crescita esponenziale della domanda di petrolio”.

La sessione mattutina, brillantemente moderata da

Ugo Salerno

CEO del RINA, ha visto gli interventi di Michael Thamm, CEO di Costa Crociere, che ha fotografato il mercato crocieristico, e di

Manuel Grimaldi

CEO del Grimaldi Group, che ha fatto il punto dello stato di salute del settore con particolare riferimento al settore Ro-Ro. In tema di emissioni a basso contenuto di zolfo (low sulphur emissions), decisamente vivace è stato il dibattito, incentrato sul rapporto fra legislatore europeo ed operatori marittimi, che ha visto protagonisti, da un lato, gli armatori – naturali destinatari dei provvedimenti – e, dall’altro, Magda Kopczynska, al vertice della Commissione Europea per le Politiche marittime e la Logistica.
Grande condivisione c’è stata, invece, da parte della platea nei confronti del market outlook fornito da Giuseppe Bottiglieri che ha affermato

“Il livello minimo del mercato è alle nostre spalle. Stiamo assistendo ad una ricrescita dei noli, supportata dall’aumento del GDP(Gross Domestic Product = Pil) mondiale che si attesta al 3,25%. In altri termini, ciò significa che l’offerta di naviglio è ampiamente supportata dalla domanda, comportando un naturale quanto auspicato ribilanciamento dei noli”.

L’edizione 2013 di Mare Forum è stata caratterizzata dall'intervento di speakers di eccellente livello e da un audience autorevole. Il dibattito vivace e proficuo è stato arricchito da una votazione sulle prossime sfide dei mercati internazionali. Alla domanda sulla percezione del supporto ricevuto dal sistema bancario quasi il 70 per cento della platea ha risposto affermativamente.

Mariella Bottiglieri


 “Lo shipping è, per sua vocazione internazionale, pertanto risulta essere il naturale termometro dell’economia globale. Uno shipping in crescita è sinonimo di un trend positivo a livello mondiale e gli istituti di credito ne sono ben consapevoli. Le aziende genuine, con veri sacrifici, hanno retto all’impatto e devono essere sostenute”.

Nel chiudere i lavori, Paolo D’Amico, Presidente Confitarma, ha ribadito la vicinanza dell’intero cluster marittimo italiano alle famiglie delle vittime dei tragici accadimenti di Genova e l'armatore Giuseppe Bottiglieri ha ricordato con ammirazione il giornalista John McLaughlin, esperto osservatore di shipping e per anni corrispondente dall’Italia della prestigiosa testata Lloyd’s List, scomparso improvvisamente a dicembre scorso.

Jannis Kostoulas, instancabile organizzatore della formula Mare Forum, ha salutato la platea dando appuntamento per il 2014 per il decimo anniversario dell’edizione italiana.