lunedì 10 marzo 2014

“Il miele non è fatto per la bocca del somaro” ( Cervantes, Don Chisciotte)


Non tutti sono obbligati a capire che quando si apre un dibattito culturale, con interlocutori di rilievo internazionale, sul tema del rinnovo urbano, è doveroso lasciare da parte provincialismo e cialtroneria.

 Stiamo cercando di elaborare, sulla base di una straordinaria esperienza di trasformazione urbana, una “Carta di Salerno”, attraverso un dibattito libero e pluralistico, che si svilupperà nei prossimi mesi. Pensiamo ad un breve documento con due obiettivi: aprire per l’Italia, nel campo della rigenerazione urbana, una nuova stagione del “bello”, ricca di una varietà di opere e di linguaggi architettonici; e poi, in secondo luogo, sviluppare una riflessione su come i “progetti” possano diventare realtà, in un paese sostanzialmente bloccato e condizionato dalla sottocultura del comitatismo e del conservatorismo burocratico.

E’ incredibile. Sono stati capaci di chiamare in causa a New York la figlia di Calvino – che presumibilmente non sa niente di Salerno – per arruolarla tra i sostenitori del nulla. Osservo: La citazione di Zora è assolutamente corretta. Essa è riferita non ad una singola opera ma, come è ovvio, alla sottocultura della conservazione a prescindere, del rifiuto ottuso e pregiudiziale all’innovazione. La frase è lì ed è quella. Che cosa si contesta? La grammatica? La citazione che viene contrapposta (in modo in questo caso si strumentale, perché riferito nientemeno che ad un singolo edificio di oggi, e che io peraltro non ho neanche citato nella mia introduzione) è del tutto sbagliata.

 Nell’area in questione non c’è nessun “digradar della costa” offeso dalla “febbre del cemento”. Lì c’era un’area totalmente cementificata; lì c’erano decine di capannoni fatiscenti; lì c’era il degrado più vergognoso (documentato da immagini che sono sul sito del Comune di Salerno e che ogni persona corretta dovrebbe conoscere); lì c’era un pezzo di città sottratto e precluso ai cittadini; lì c’è un solo esempio di speculazione edilizia, ed è il Palazzo ex Inail, uno scempio urbano, occupato da alcuni in maniera clientelare, e di cui nessuno dei finti ambientalisti ha mai detto parola. Avremo la forza e la pazienza per rispondere, punto su punto, ai nemici di Salerno, ed ai cialtroni di tutti i tipi. Avremo la forza di continuare a costruire un futuro di lavoro per i tanti giovani che aspettano che le Istituzioni creino occasioni ed opportunità di vita, per chi non può “vivere” del nulla. Vincenzo De Luca Sindaco di Salerno

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