giovedì 19 giugno 2014

Porti: o si cambia o si alza bandiera bianca

I traffici, le grandi compagnie di navigazione, gli investitori internazionali non aspettano. Per i porti italiani, molti dei quali in gestione commissariale, o si cambia registro subito, varando le nuove regole che consentano di recuperare competitività, di realizzare le nuove infrastrutture, di eliminare burocrazia e razionalizzare il ciclo logistico, oppure questa volta la partita si chiude davvero e per sempre. Ad
affermarlo è il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, nel sottolineare come sia urgente e indispensabile che “governo e Parlamento adottino misure condivise e immediate. Il recupero di competitività ma anche di credibilità non può avvenire domani, né dopodomani.

Questo recupero deve avvenire subito portando al traguardo una riforma dei porti che sia una cosa seria: niente bizantinismi, niente teoria, ma risposte immediate che consentano un reale salto di qualità in termini di efficienza e rendano i porti e il sistema logistico italiano maggiormente attrattivi per il mercato, per l'interscambio mondiale e per gli investitori. Chiedo a tutti i presidenti dei porti italiani di far sentire forte al paese quella che è oggi una emergenza: ridare credibilità al sistema paese partendo dai punti attraverso i quali l'interscambio mondiale entra nel nostro paese, i porti”. Il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, abbandona qualsiasi tatticismo ed esce allo scoperto: “Se non è percorribile la strada di un provvedimento di urgenza che si occupi solo di questo settore, allora si trovi un accordo per il disegno di legge con corsia preferenziale. Un disegno di legge che - secondo Monti - dovrà porre le basi per un forte cambiamento. Assoporti è da oggi alleata di chi vuole cambiare, ma specialmente di chi comprende che senza un sistema portuale e di logistica efficiente, il paese fa davvero poca strada e rischia di diventare una frontiera passiva del continente europeo”.

1 commento:

  1. Portualità Italiana vivere o morire.

    La Portualità Italiana sta attraversando un periodo molto delicato, poiché sta pagando lo scotto di una pluridecennale deleterio immobilismo infrastrutturale, che di fatto ha relegato i nostri Scali nella parte bassa delle classifiche Comunitarie e Mediterranee, penso dovremmo essere tutti ben coscienti che non sia il caso di farsi molte illusioni sul futuro della Portualità Italiana, se:

    1. Abbiamo seri dubbi sulle reali potenzialità dell'Alto Tirreno ed Alto Adriatico.

    2. Crediamo sia una pura e semplice utopia immaginare che noi un bel giorno si possa tentare di spostare in modo consistente un po' più a Sud verso l'Adriatico ed il Tirreno "il baricentro del Sistema Trasportistico Comunitario ".

    3. Non eliminiamo al più presto tutti i colli di bottiglia fisici/normativi che ci impediscono di poter sfruttare a dovere i Corridoi Ferroviari Transeuropei.

    4. Non pensiamo che sia il caso di razionalizzare/semplificare le Norme che regolano, l'impatto ambientale delle grandi opere, le discariche di materiali inerti, la bonifica dei siti inquinati per creare nuove aree da porre al servizio della Logistica di Porto e Retroporto, il recupero di ampi spazi al mare per realizzare nuove infrastrutture Portuali.

    5. Non rivediamo le farraginose regole sulla portualità ed il numero/competenze della Autorità Portuali.

    6. Consideriamo che il nostro impegno dovrebbe essere essenzialmente focalizzato sul consolidamento delle Sinergie tra gli Scali (progetto NAPA) o sul Feederaggio, oppure su qualche modesto intervento per potenziare le infrastrutture esistenti.

    7. Non crediamo sia proprio il caso di cercare nuovi Partner dello Shipping e della Finanza di livello mondiale per pianificare e realizzare corpose infrastrutturazioni, che ci consentano finalmente di potenziare i nostri sbocchi al mare e renderli realmente competitivi nei confronti dei nostri antagonisti vicini/lontani.

    8. Se pensiamo che il ruolo della Portualità del Tirreno e dell'Adriatico sulle scene dei Traffici Internazionali non potrà mai ritornare ad essere un ruolo con la "P" maiuscola al servizio della vasta Piattaforma Continentale Europea.


    Se in futuro purtroppo queste saranno le linee di pensiero predominanti dei nostri Politici ed Amministratori ribadisco che non sia proprio il caso di farsi molte illusioni, poiché il nostro ruolo sulle scene dei traffici mondiali non potrà che rimanere perennemente modesto e marginale in quanto saremo in continua competizione con le altre modeste realtà affacciate su questi nostri mari "in una strenua lotta tariffaria vocata al ribasso" per potersi accaparrare qualche quota in più dei traffici relativi al Feederaggio Mediterraneo, e quindi non potremmo mai sfruttare a dovere le nostre notevoli peculiarità "posizione strategica, collegamenti adeguati gomma/rotaia con le Reti Transeuropee, profondi fondali" per generare quelli che sarebbero gli apprezzabili ritorni economici ed occupazionali che le variegate attività legate al Mare sono da sempre in grado di generare.

    Brunello Zanitti Giuliano
    http://sceltemancate.trieste.it

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