lunedì 28 luglio 2014

Parco dello Stelvio, coordinamento centrale nella governance

Nel pomeriggio di sabato 26 luglio, a Bormio, il Club alpino italiano ha organizzato la Tavola rotonda “Presente e futuro del Parco nazionale dello Stelvio”, con l’obiettivo di discutere e proporre soluzioni alle problematiche relative alla tripartizione della governance del Parco, inserita in una norma all’interno della Legge di Stabilità 2014. 
Il CAI si è sempre detto contrario a dividere il governo tra le Province Autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia di un’Area protetta che l’anno prossimo compirà 80 anni. “Non si può consegnare questo futuro a un Parco storico, in nome della mancanza di fondi per gestirlo”, ha dichiarato Erminio Quartiani, delegato per i rapporti con gli enti pubblici e per l’ambiente del CAI.
Tutti gli intervenuti, dal Presidente e dal Direttore del Parco per arrivare ai Presidenti dei Gruppi regionali CAI di Lombardia, Trentino (SAT) e Alto Adige e delle Sezioni della Val Camonica, fino ad arrivare al Presidente generale del CAI Umberto Martini e ai rappresentanti degli organi centrali del Sodalizio e del Touring Club Italiano, sono stati concordi nell’affermare la necessità di creare un vero coordinamento centrale del Parco dello Stelvio, nel rispetto delle diversità naturalistiche e culturali delle varie aree.
Un concetto fondamentale che il CAI vuole far arrivare ai decisori politici è che non si può far arretrare il Parco verso un rischio di prevalenza di interessi localistici, quando invece dovrebbe diventare un Parco europeo, vista anche la vicinanza con il Parco nazionale svizzero. Ci sono elementi che necessitano di un coordinamento unitario, come la tutela ambientale e la promozione di una nuova forma di turismo, lenta, destagionalizzata, rispettosa dell’ambiente e della cultura delle popolazioni che vivono in questi luoghi”.
Un altro fattore di rilevante importanza per il CAI è che bisogna tenere presente che nel Parco dello Stelvio vivono migliaia di persone, non è un territorio disabitato. Di conseguenza nella sua gestione uno degli obiettivi principali è lo sviluppo sostenibile delle attività umane, per fare in modo che le persone continuino a vivere all’interno del Parco. “Vivere dentro un’Area protetta deve essere un valore aggiunto, un vantaggio, e non un handicap”. Come ha dichiarato l’antropologo e Past President del CAI Annibale Salsa, “dobbiamo tutelare il paesaggio, un paesaggio che preveda anche la presenza umana”.

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